Premessa: ogni location citata in questo capitolo esiste realmente ad Amsterdam. Buona lettura!
---------------------------------------------------------Amsterdam, backstage Ziggo Dome, notte tra il 14 e il 15 marzo 2018
Fu un istante. Un dannato secondo in cui Louis pensò di avere la forza necessaria a sopportare l’onda d’urto che lo travolse in pieno, trascinando sotto Harry assieme a lui. Non poter sentire il suo odore per mesi e mesi, il suo calore premuto contro il corpo, il suo respiro affannoso sul collo mentre coi denti e con la lingua gli scriveva addosso una scia di segni, non poter stringere con una mano il suo fianco mentre con l’altra gli scompigliava i ricci intrecciandoseli tra le dita … non era pronto. E perse la ragione. Soffocó un gemito gettando la testa all’indietro, mentre con la mano scivolava rapido dal fianco del riccio verso il basso.
“Lou, n-non qui…”, disse Harry in un rantolo, lasciando un ultimo morso sulla sua clavicola “odio dirtelo, anche tu mi sei mancato, ma non qui..”.
Harry si divincoló a fatica dalle braccia di Louis e si morse il labbro inferiore guardandolo, con i capelli arruffati dalle sue dita e le guance riscaldate dalle promesse che gli aveva ritrovato addosso dopo tutto quel tempo. Louis ansimava, completamente sconvolto, con le spalle contro un armadietto.
“Come sei venuto qui?” disse Harry, senza sollevare un istante il suo sguardo rovente dalle labbra di Louis.
“In… in taxi, credo…” Louis non ricordava neanche se fosse tutto intero dopo la scarica ad alto voltaggio di adrenalina che lo aveva squassato in tutto il corpo. Quel sapore. Quella patina di brividi sulla pelle che non lo lasciavano anche dopo ore che Harry aveva smesso di adorarla con le sue labbra. Ne voleva ancora. Senza misura.
“Ok. Fuori c’è una Lexus nera. Siediti dentro e aspettami, arrivo subito.” Harry raccolse delle chiavi da un tavolino, gliele mise in mano, gli stampó un bacio così leggero sulle labbra da sembrare un sospiro e sparì oltre la porta del camerino, nel corridoio.
Louis sbattè le palpebre un paio di volte prima di azzardarsi a riprendere a respirare. Harry lo lasciava così, in apnea, come se un fiato avesse potuto mandare in mille frantumi quel sogno, come se avesse potuto svegliarlo. Camminando verso il parcheggio si rese conto di avere le gambe malferme come un 15enne alla prima cotta.
Dannazione, smettila di fare l’idiota, riprenditi! Datti una sistemata, ricomponiti! Sarai ridotto uno straccio…. Se non torna immediatamente e non mi fa continuare da dove avevo interrotto giuro che dò di matto … Louis! Basta! Non mandare all’aria tutto, ascolta, rifletti!
Aprì la Lexus parcheggiata tra due camion dell’entourage, si sedette dal lato passeggero e ne approfittó per ravviarsi il ciuffo davanti con le mani, più e più volte, per poi sbuffare. Avrebbe dovuto dormire, mangiare, fare una delle tante cose che fanno le persone normali per apparire in forze. E invece no, aveva solo fumato quantità industriali di Marlboro e consumato il cervello pensando mille volte alla stessa cosa. Ci avrebbero riprovato. Non erano più distanti. Era riuscito a varcare le difese di Harry e aveva messo da parte le proprie. Avrebbe dovuto sentire qualcosa, una morsa all’amor proprio, una qualche agitazione verso il futuro, magari un accenno di panico all’idea di farsi di nuovo vedere con Harry fuori da quattro mura. Niente di niente. Era tutto andato via al primo sorriso lucido che brillava in mezzo a quei due occhi verdi, che si erano tirati via la sua anima per portarla sempre con loro.
Louis chiuse gli occhi e sprofondó nel sedile. E rise. Iniziò a ridere di gusto, come non gli succedeva da mesi. Perché era troppo stanco prima, troppo vuoto, troppo disinteressato a qualsiasi cosa non fosse la musica, la sua musica, che era il solo specchio in cui potesse vedersi riflesso accanto ad Harry. In cui il problema era anche la soluzione. Si sentí come se avessero sollevato via un telo polveroso che gli copriva l’anima, schiacciandola. Ora non esisteva più un peso al mondo, né le ore di aereo, né la tensione, né l’ansia di dire di nuovo le cose sbagliate. Nella voce di Harry c’era ancora quella nota d’amore lancinante che metteva a tacere tutto il resto.
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On Tour
FanfictionMarzo 2018. Il primo tour mondiale da solista di Harry Styles è da poco cominciato. Le tappe europee si susseguono l'una dopo l'altra. Ma cosa succederebbe se l'amore di una vita, Louis, decidesse di non poter resistere lontano da quella persona che...