Parte 4

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Amsterdam, Mystique Suite del Faralda NDSM Hotel, 15 marzo 2018, ore 6:00

Il letto era immerso nel bagliore leggero che una lampada, in fondo alla stanza, diffondeva per tutto l’ambiente.

Louis sbattè pianissimo le palpebre e vide solo nero, la faccia immersa nel lenzuolo scuro, e fu scosso da un brivido lungo la schiena. Aveva freddo, ma non nel corpo. Perché aveva freddo?

Sono ad Amsterdam. Ok… sono a letto. Perché sono da solo? Dov'è? Se ne è andato? Cazzo, lo sapevo che non avrebbe mai aspettato che la mattina ci trovasse insieme. Non avrebbe mai passato questa notte senza di me, ma la mattina andava più che bene che ognuno prendesse la sua strada… ovvio. Forse è tardi, forse ha preso l’aereo senza svegliarmi… No. Non di nuovo. Tutto, ma non di nuovo.

Louis non era quel tipo di persona che si svegliava con le energie per affrontare la giornata in mano. Si prendeva sempre del tempo per crogiolarsi tra le lenzuola, stiracchiarsi del tutto, riprendere le fila dei pensieri della sera prima. Quel giorno alzò la testa così velocemente dal materasso da vedere la stanza ruotare attorno a sè per un capogiro. Era ancora buio, il sole non era sorto. Louis ansimó, come chi respira affannosamente dopo un brutto incubo, e cercó intorno nella stanza un qualche appiglio nel buio.

Alzò lo sguardo e allora lo vide.

Il suo Harold, ancora stropicciato dal sonno, che lo stava, probabilmente da minuti interi, guardando dormire e che ora rideva per il suo brusco risveglio. Il sorriso che attirava l’attenzione, che prendeva tutto, che dava a Louis il benvenuto in una scena che andava oltre ogni immaginazione. La meraviglia di esserci e di non voler essere in nessun altro posto se non in quello. Il fatto che Harry fosse nudo e che fosse seduto sul bordo della Jacuzzi trasparente, con il braccio tatuato penzoloni dentro l’acqua che scorreva per controllarne la temperatura, sembrò quasi un dettaglio secondario a Louis, che cercava voracemente i suoi occhi, che credeva di aver smarrito di nuovo. Aveva trovato anche di meglio, il suo uomo che non aveva mai bruciato tanto di felicità per lui. Come se il sole stesse restando ancora spento per farli brillare qualche ora in più, solo loro, in cielo sopra una città che dormiva.

“Lou, tutto ok?”

“Cosa? Si! Io… si. Ehm… si, tutto ok. Pensavo fosse tardi… ora è tutto ok.” Louis si passò la mano tra i capelli sulla fronte nel tentativo di schiarirsi le idee e di riprendersi da quel colpo al cuore.

“Sono solo le 6. Il mio aereo è stasera. Dormito bene?” chiese Harry con uno dei suoi soliti sorrisetti. Quelli capaci di farti dimenticare sia la domanda che la risposta. Quelli a cui Louis non si sarebbe mai abituato.

Louis, dannazione, il fatto che sia nudo non può continuare a farti distrarre. Lo sai com’è…. Si lo sai, quello è il problema. Mi gira la testa, cazzo.

“ Si, bene, io….non ti ho più sentito vicino a me e…”. Louis abbassò lo sguardo. Non voleva dire ciò a cui stava pensando.

Non fece in tempo a rialzarlo che Harry gli si era seduto in grembo, per poi sollevare il suo volto prendendogli il mento con due dita. Mettere di nuovo i suoi occhi blu in quelle due fiamme verdi risveglió ogni fibra del suo essere così tanto dal fargli credere di non aver dormito affatto. Da non voler sbattere le palpebre mai più.

“Hey, sono qui. Volevo svegliarti, ma dormivi così bene. Allora ho pensato di alzarmi a preparare una cosa per svegliarti subito dopo. Ora resta un attimo qui, così, immobile, altrimenti la stanza si trasformerà in un acquario.” Prima di tornare alla vasca, Harry gli stampó un bacio a fior di labbra chiudendo gli occhi, per poi riaprirli e dirgli in un fiato: “ Sei così perfetto appena sveglio.”

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