Parte 5

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Premessa: Ad un certo punto del capitolo troverete un testo in lingua inglese che non è una canzone. La traduzione, per chi volesse, sarà messa in coda al capitolo prima dei ringraziamenti. Buona lettura!

Amsterdam, aeroporto di Amsterdam-Schiphol, 15 marzo 2018, ore 12:30, volo per Londra (Heathrow)

Louis affondó con un tonfo nel suo sedile di prima classe, in una cabinetta che sigilló subito dall’interno, per isolarsi nella sua spossatezza fisica e mentale. Aveva un unico obiettivo: lasciarsi alle spalle quella città, quella persona che lo aveva attirato lì, quei sentimenti che minacciavano di tenercelo nonostante tutto. Perché almeno 10 volte, camminando avanti e indietro prima del gate, in attesa dell’imbarco, Louis aveva pensato di non partire. Di rispondere alle telefonate continue di Harry, di tornare indietro in albergo, di aspettarlo in aeroporto per parlargli, di convincerlo a portarlo ad Anversa con lui, di trovare una soluzione, o semplicemente di mollargli un pugno davanti alla polizia aeroportuale per sfogare tutta la sua rabbia e la sua frustrazione e poi baciarlo. Davanti a tutti. Sperando che tutti vedessero e che tutti quei problemi si eclissassero per sempre. Ma l’irritazione era montata sempre di più in lui, il senso di rifiuto, la delusione per quel muro che aveva visto ergerglisi davanti negli occhi di Harry. Non ora. Non con te. Non è il nostro tempo, non è ancora il momento. E dopo tutte quelle speranze, dopo la forza che aveva chiesto a se stesso, aveva dovuto concedersi una ritirata. Poteva esigere da sé il dolore, con Harry era sempre stato così, ma non poteva anche stavolta zittire l’orgoglio. Era salito sul volo con gli occhi gonfi di lacrime e sperava che un paio d’ore di sonno in aereo lo avrebbero distratto dallo sfogarle senza ritegno.

Solo sei arrivato e solo te ne stai andando, Louis. Che ti aspettavi? Di essere qualcosa in più che una distrazione? Un momento di nostalgia in tour? Rimandare è il suo forte, proteggervi dal mandare tutto a puttane. È già tutto in malora e non può risollevarsi. Lui è soltanto più furbo di te, abbastanza da prendersi ciò che vuole senza poi morire dentro, come invece stai facendo tu. Vattene, forza, prima che la pena che gli stai facendo ti convinca ancora che può essere qualcosa che non sarà mai più. È tornato a vivere solo una notte, ed è già più di quello che probabilmente può darti chi ti ha lasciato col culo per terra una volta. Ora lo hai lasciato tu, ma lui è in piedi. Lui non può crollare, tu non sai cadere.

Louis voltò il capo verso il finestrino, calando per metà la tendina. Se le lacrime avessero dovuto rigargli le guance, voleva impedire persino a se stesso di vederle riflesse sul vetro. Prese le cuffie, le attaccó allo schermo di dotazione dell’aereo e impostó la riproduzione casuale della playlist preselezionata. Chiuse gli occhi e pregò che la musica gli conciliasse il sonno e l’assenza di pensieri per quelle poche ore che lo separavano da casa sua.

Ogni km un pensiero in meno, Louis. Ogni km un sentimento in meno. Un pezzo di cuore che cade sotto le nuvole, un frammento di anima che torna a strapparsi.

Erano in volo da circa 40 minuti, Louis sonnecchiava con la tempia poggiata al finestrino, le rughe sulla fronte corrucciate e ogni singolo muscolo in tensione, come un animale che dorme con la guardia sempre alzata, sulla difensiva e pronto a svegliarsi e attaccare al minimo turbamento esterno. Poi riconobbe delle note nelle cuffie, aprì gli occhi e li ritrovò pieni del doppio delle lacrime che aveva sbarrato dentro le palpebre quando dovevano ancora decollare da Amsterdam. Una canzone vecchia come il suo cuore, che si era rifiutato di riascoltare ma che in quel momento, con due pozze tremanti d’acqua al posto degli occhi, non riusciva a interrompere per passare alla traccia successiva. Il suo sguardo si posava vuoto sullo spazio dinanzi a lui, e lo riempiva di dolore.

When you hold me in the street and you kiss me on the dance floor
I wish that it could be like that
Why can't it be like that
'Cause I'm yours
We keep behind closed doors
Every time I see you, I die a little more
Stolen moments that we steal as the curtain falls
It'll never be enough
It's obvious you're meant for me
Every piece of you, it just fits perfectly
Every second, every thought, I'm in so deep
But I'll never show it on my face
But we know this, we got a love that is homeless

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