No.19

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Sono stanco di tutto questo.
Di questa notte che pare infinita.
Della perfezione distrutta da presenze estranee.
Sono presenze dannatamente esclusive.
Credono di riuscire a cambiare il mondo, di dargli una forma definita in confini.
Ma anche in spazi aperti.
Non sanno cosa vogliono.
Vagano nel nulla.
Rompono barriere colorate e resistenti.
Sono la base di qualche fondamenta.
Sono la loro stessa esistenza.
E se ne accorgono.
Capiscono di aver sbagliato a distruggere quella perfezione che dava a loro sicurezza e protezione.
Capiscono che da soli andare avanti è impensabile, disumano.
E infatti, chi l'ha detto che siano umani?
Sono solo presenze.

Ricostruiscono le barriere.
Ci provano intensamente.
Prendono qualsiasi materiale che hanno davanti.
E non.
Usano i sassi.
Usano la sabbia.
Usano la calce.
Poi, la pietra.
È davvero così resistente come dicono?
Usano il nero, il verde e il viola.
La neve.
La pioggia.
Acqua.
Acqua che scorre.
E sbagliano.
Un fiume impetuoso frana il tutto.
La barriera è a terra.
Arriva qualcuno.
Persone.
No, ombre.
Ombre di granelli.
Avanzano.
Granelli di sale.
Granelli di sale?
Controllo.
Rifletto.
Granelli di sale.

Uno stormo di corvi mi vola in testa.
Mi dimeno.
Muovo le braccia con agitazione.
Arretro.
Una delle ombre ora è davanti a me.
Mi guarda.
Le si forma un buco parziale nella parte bassa del viso.
Al posto della bocca.
Mi dice: "Non puoi fare più niente."
Con un sibilo.
Mi prende il viso tra le mani.
Sono fredde e hanno una consistenza..
Non hanno una consistenza.
Non sono materiale solido, ma liquido.
Mi attraversano.
Mi trapassano la mente.
Mi fanno vedere delle alternative.
Un mondo diverso.
Una possibilità che non avevo mai abbracciato totalmente.
Pienamente.

Sangue.
La vista mi si annebbia.
La testa mi si svuota.
Il suono mi si attenua.
Fischi.
Ronzii.
Altro sangue.
Cado a terra.
Ma anch'essa non è solida.
Mi trasporta.

Io voglio creare altre barriere!
Non può finire così.
Devo provarci.
Devo solo prendere un qualcosa.
Devo prendere la vita.
Devo prendere il vuoto che sento.
Il dolore che provo.
E lei.
Lei mi aiuterà.

Le ombre di prima.
Granelli di sale.
Ma sale blu, sta' volta.
Sale blu?
Blu scuro.
Quasi nero.
Si sgretolano.
Non dicono niente.

Non sento niente.
Mentre cado alzo la mano sinistra.
Aiutatemi.
Dico.
Aiutatemi!

Ma non mi sentono.
O non vogliono sentirmi.

E, in ogni caso, chi non ti risponde o non sa cosa dirti o non vuole salvarti.
Non vuole provarci.
Sta crollando anche lui.
Ma tu non lo vedi.
Non lo capisci.
Sei troppo sadico.

Spalanco gli occhi.

Ho un fiore nella scarpaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora