Capitolo 59

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Emily
Ero convinta di averlo visto, poggiato al muro della casa di fronte e aveva un paio d'occhiali scuri, non posso essermi sbagliata. Continuo a camminare, quando mi rendo conto di non sapere dove mi trovo. Cavolo, l'ho perso di vista. La paura si sta impossessando di me, cosa ci fa John a New York? Era lui la strana ombra che vidi in camera mia e quella nel corridoio dell'hotel alle Maldive? Lo strano tizio nella cappella dell'ospedale? Calmati, probabilmente hai confuso le persone, hai dimenticato che John è in prigione con quel maniaco di Adam? No che non l'ho dimenticato, ma non mi sono sbagliata, era lui. Possibile che sto diventando matta? Il mio cellulare squilla e il cuore mi balza in gola per lo spavento. Lo tiro fuori dalla tasca e rispondo senza nemmeno leggere il nome sullo schermo.

«Chi parla?» Nessuna risposta, solo uno strano respiro. Riattacco e mi guardo intorno spaventata, mentre il cellulare squilla di nuovo e stavolta leggo il nome della mia amica. «Tiff.»

«Emy, dove sei?»

«Hai telefonato tu poco fa?»

«Sì, ma non riuscivo a sentirti.»

Tiro un lungo respiro di sollievo e mi rilasso.

«Non ho idea di dove mi trovo, mi sono persa.»

«Inviami la tua posizione, ti raggiungo.»

Riattacco e faccio come mi ha detto, poi ripongo il cellulare in tasca. Continuo a guardarmi intorno, rendendomi conto che sono finita in un bosco e mi meraviglia che il cellulare prenda, di solito non prendono mai in queste circostanze. E dove, nei film dell'orrore? Soprattutto. Questo posto è davvero macabro, sembra tutto anormale, non c'ero mai stata prima. Tiro un lungo sospiro e incrocio le braccia al petto. Comincia a farsi buio e sono sola in questo luogo desolato, quando arriverà Tiffany? Quando abbiamo visto Alex ridotto in quel modo, non potevo crederci, ma ho avuto paura, soprattutto quando ho notato il sangue, ho usato tutta la mia forza di volontà per non svenire. Improvvisamente, uno strano fruscio mi fa sobbalzare, mi volto di scatto e vedo una figura in nero dietro l'albero in fondo.

«Chi c'è?» chiedo col cuore a mille. «Chiunque tu sia, non è divertente!»

«Con chi stai parlando?» Tiro un urlo nel sentire la voce di Tiffany alle mie spalle. «Emy, sono solo io.»

Mi volto e l'abbraccio spaventata. «Oh, Tiff.»

«Perché sei venuta in questo luogo?»

Mi allontano e la guardo seria. «Ho visto una persona.»

«Che persona?»

Mi guardo intorno. «Andiamo prima via da qui.»

Tiffany mi ha dato della pazza quando le ho raccontato di aver visto John, inizialmente aveva pensato a Mark, ma le ho riso in faccia come una stupida; è assurdo il solo pensare che Mark possa venire qui, ormai è finita e sta con un'altra. Sono ancora così scossa per quello che mi è capitato? Il rapimento, quello che è successo alla mia amica, il quasi infarto di Cindy, la separazione da Mark... credo sia troppo persino per la persona più forte del mondo. Ora siamo arrivate nell'appartamento, Sam non è in casa, credo che abbia ripreso a lavorare nel vecchio bar di mesi fa. Ho proprio bisogno di fare una doccia, per scaricare tutta la tensione accumulata oggi.

«Ordiniamo una pizza?» chiede Tiffany.

Annuisco e mi dirigo in camera. Accendo la luce e resto spiazzata e senza parole; rose rosse e cuori in ogni centimetro. Ma chi avrà fatto una cosa del genere? Sorrido e varco la soglia, pensando immediatamente a lui, anche se è assurdo. Afferro il biglietto al centro del letto e lo apro velocemente, col cuore in gola;

Ti amo e ti odio! 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora