[Paternoster Square, 7:15 p.m. -Esterno Ufficio Styles]
Nonostante fosse l'ora di cenare, Harry non aveva ancora avvertito il minimo segno di appetito. Il suo stomaco era chiuso ormai da quattro ore, da quando il suo capo gli spiegò cosa avrebbe dovuto fare come prossimo incarico. Basta, era più che deciso ad affrontare le sue paure. Non aveva senso portarsi dietro inutili ricordi a cui nessuno, se non i suoi famigliari, era a conoscenza. Quella stupida rapina che si ritrovò a fare una volta raggiunta la maggior età fu uno sbaglio, e volente o nolente, doveva passarci sopra.
Si portò alla bocca il lungo caffè macchiato, su cui aveva esplicitamente richiesto la cannella, e con la mano destra afferrò la penna nera per scrivere sul suo vecchio e rovinato diario di cuoio che possedeva si dalla prima liceo.
"I need someone to show me the things in life that I can't find,
I can't see the things that make true happiness, I must be blind...
7:20"Scriveva spesso frasi di canzoni che potessero parlare di lui, ma si sentiva un po' stupido a farlo. Era come se non fosse in grado di ragionare da solo, come se avesse bisogno di frasi già pensate per poter esprimere ciò che provava. La verità era che non era in grado di pensare o provare. Il mondo di Harry era sempre più grigio, giorno dopo giorno. Il suo lavoro aveva portato via tutti i colori che i suoi occhi fossero in grado di vedere. Per quanto potesse adorare il suo impiego, sapeva che gli lasciava sempre meno spazio per potersi esprimere, per potersi dedicare a ciò che riteneva veramente importante. Non vedeva la sua famiglia da diversi mesi, ed ogni volta che riceveva una telefonata dalla madre, questa finiva dopo due minuti con un "Scusa mamma, non posso parlare adesso. Ti richiamo io dopo.". Anne sapeva che il suo piccolo Harry ormai era cresciuto: aveva tanto di cui occuparsi, ed il suo ultimo pensiero era riempirgli la giornata con stupide domande da genitore.
Il ragazzo sollevò lo sguardo, attirato dalle grida dei bambini che giocavano a pallone presenti nella piazza. Da quanto Harry non era più bambino? A che età smise di credere come credono i bambini?
Assorto nei suoi pensieri, si ritrovò a guardare la prima pagina del giornale che un vecchio signore di fronte a lui era intento a leggere. Un giovane ed imbronciato ragazzo era ritratto mentre scendeva da un auto della polizia, scortato da due uomini grossi e muscolosi. I capelli color caramello erano scompigliati, molto più dei suoi, e da come era vestito poté benissimo intuire che non poteva avere più della sua età. Non riuscì a riconoscere il viso, poiché troppo distante per poterlo farlo, ma con un po' di immaginazione lo ritrasse con due grandi occhi scuri e delle labbra piccole ma carnose. Pensò che forse era un bel ragazzo, ma Harry non poteva trovare i ragazzi attraenti, questo era fuori discussione. Lui aveva già una perfetta ragazza da quando aveva ventitré anni, con la quale passava beatamente le notti abbracciato. Senza accorgersene passò forse dieci minuti in quella posizione: il mento appoggiato al palmo della mano sinistra, con la penna nera tra le sue labbra, costantemente mordicchiata sulla sua parte finale.
"Di sicuro ci sará da faticare con questo qui.."
Mormorò sottovoce il signore, con un tono abbastanza alto per poter essere sentito dal ragazzo riccioluto, che subito sollevò le sopracciglia incredulo."Hai bisogno di qualcosa ragazzo?"
Il vecchio anziano lo ammonì chiudendo il giornale ed iniziando a fissarlo con aria interrogativa. Harry scosse velocemente la testa e si ricompose, sistemandosi il completo grigio chiaro che indossava da quella mattina. Afferrò il suo diario e si incamminò verso la stazione della metro di St Paul's, con la quale sarebbe arrivato fino a casa.La sera si concesse un po' di episodi di How I Met Your Mother; la trovava esilarante e perfetta per poter staccare un po' la spina dal lavoro. Non riusciva a spiegarsi però gli attori potessero essere personaggi e persone allo stesso tempo. Non si può essere due persone contemporaneamente, o no? Lui lo era? Qual era il vero Harry?
I suoi film mentali vennero interrotti dalla vibrazione del cellulare.
"Styles, hai riflettuto so ciò che ti ho detto?"
Solo leggendo il messaggio riusciva a sentire la voce scura di Dixon scandire con autorevolezza le parole.
"Penso di poterlo fare."
Digitò velocemente sullo schermo illuminato del suo IPhone.
Cancellò subito dopo, sostituendo il tutto con: "Certo, non vedo l'ora di iniziare."
Voleva trasmettere completa sicurezza, anche se in cuor suo sapeva che l'unica cosa che gli mancava era proprio quella."È così che ti voglio ragazzo: domani alle 6:45 p.m. in tribunale, incontrerai la ragazza."
Lesse rapidamente il messaggio e si segnò sulle note del telefono l'orario dell'incontro e la via del tribunale "Old Bailey, 6:45 p.m.""Dici che è troppo?"
Un'alta e slanciata ragazza sbucò da dietro la porta della camera da letto. I suoi lunghi boccoli castani le arrivavano appena più in alto di un coniglietto tatuato sul fondoschiena.
Le curve del suo corpo erano messe perfettamente in risalto dentro al tubino blu notte che stava indossando. Harry rimase ammaliato dalla sua bellezza, tuttavia continuava a notare un non so che di strano; stavano insieme da tre anni ormai, ma ultimamente qualcosa andava svanendo. L'unica spiegazione che il ragazzo riusciva a darsi era che dopo così tanto tempo, non era più presente l'emozione di una volta nel vedere la propria partner. Le farfalle nello stomaco erano ormai svanite completamente; forse stava iniziando a guardarla con occhi diversi.."Sei bellissima Lisa."
Le esili gambe di quest'ultima si mossero nella direzione del riccio ed il corpo si rannicchiò sulle sue gambe, lasciandogli un piccolo bacio sulla punta del naso.
"Sono sicuro che ti divertirai sta sera."
La fidanzata sarebbe dovuta andare ad una festa in famiglia; non che ad Harry importasse molto a dir la verità.. preferiva rimanere nell'ignoranza, a godersi l'ultimo episodio della terza stagione della serie che stava guardando.
Non gli era mai importato più di tanto della famiglia della sua partner, gli aveva trovati fin da subito parecchio snob, ed essendo cresciuto in una famiglia di origini piuttosto modeste, tutto quello in cui lei lo spingeva era decisamente troppo per il giovane, che amava accontentarsi del nulla.Così rimase sul divano del suo appartamento fino a che non finì anche la stagione successiva. Si appisolò pensando ancora a quel volto misterioso, visto solo qualche ora prima su di un giornale.