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[Holland St., 6:00 a.m. -Casa Styles]

La mattina seguente il riccio venne svegliato dalla chiamata del suo capo Dixon su tutte le furie.
La suoneria del cellulare ruppe il lungo silenzio creatosi durante la notte.

"Styles che cazzo hai combinato con la signorina Ball?"

Il tono di Dixon non lasciava trapelare emozioni, era freddo e duro come il pavimento su cui ora Harry si trovava in piedi scalzo.

"I-io nulla.. è stata lei che-"
La voce assonnata e roca di Harry risuonò per tutta la stanza.

"Cristo Harry, non hai quattordici anni, quante volte ti ho ripetuto che devi imparare a prenderti le tue responsabilità!"

Harry s'irrigidì nel sentire quella frase: fino a quel momento aveva cercato di fare del suo meglio, anche quando quella stronza della sua assistita non aveva fatto altro che urlargli addosso.

"Non ti licenzio perchè ti reputo importante Styles, ma fai ancora un'altra cazzata e considerati fuori! Sta sera alle 6:45 p.m. qui in tribunale: c'è il primo incontro con il giudice."

La chiamata venne terminata dal vecchio uomo ed Harry si sentì come svenire. Lasciò che il corpo s'abbandonò sul letto dietro di lui e si portò una mano sul viso, strofinandosi gli occhi stanchi. Non ne poteva più di questa vita, aveva bisogno di staccare e di godersi gli anni migliori.

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[Central Criminal Court, 6:45 p.m.]

Harry aveva preso la moto appena aggiustata per raggiungere il tribunale, e non era mai stato più rilassato, dopo i quindici minuti passati con l'aria fresca che gli avvolgeva il corpo ed il rumore di millecinquecento cavalli sotto alle sue gambe.

Entrò nell'edificio dopo aver afferrato la ventiquattrore e dopo essersi slacciato il giubbotto di pelle, diventato decisamente troppo pesante per l'aria calda della sala. Si tolse anche il casco nero e spalancò leggermente gli occhi dopo aver notato due iridi blu scorrere sul suo corpo.

"Ciao Gucci, oggi hai optato per il classico?"

Stesso posto, stessa ora.. per la seconda volta il ragazzo dai capelli color caramello gli stava rivolgendo parola. Le sue labbra si schiusero lentamente mentre le parole vennero accompagnate da una risatina soffocata. Harry guardò in giù verso la sua giacca nera, abbinata ai pantaloni, e sorrise all'affermazione del ragazzo con le braccia conserte.

"Tu invece per l'arancione."
Cercò di rispondere velocemente per mascherare il leggero tremolio presente nella sua voce.

"Ancora per poco, se questo coglione fa bene il suo lavoro."
Ammiccò sicuro indicando con la testa il biondo seduto di fianco a lui, troppo impegnato a muovere i piedi a ritmo della melodia provenienti dagli altoparlanti. Harry riconobbe presto la folta chioma chiara del ragazzo, e dopo che quest'ultimo sollevò il viso si ricordò di averlo visto la settimana prima alla macchinetta del caffè.

"Non so ancora come ti chiami.."
Riprese Harry sicuro ritornando con lo sguardo sul ragazzo in arancione.

"Louis Tomlinson, e deduco tu sia Harry Styles."
Il cuore di Harry sobbalzò al sentire il suo nome con il bellissimo accento di Louis.

"C-come fai a..?"

"Hai una targhetta proprio lì."

Il riccio guardò ancora una volta verso il basso e notò la piccola fascetta argentata con sopra scritto il suo nome in lettere maiuscole.

"Oh, già.."
La sfiorò appena passandoci sopra il dito e riportò i suoi occhi su quelli di Louis, e gli sorrise appena. Pensava che fosse inevitabile fare figure di merda quando si trovava vicino a Louis, il quale abbassò la testa e rise.

Old Bailey, 6:45 p.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora