Harry rimase immobile ancora per qualche secondo, fin quando non vide Louis sparire insieme a due grandi uomini che lo tenevano per le braccia.
"Ehi, ehi.. aspetta!"
mosse velocemente le gambe, cercando di raggiungere l'avvocato che aveva avuto modo di incontrare qualche ora prima fuori dall'aula. Allungò la mano fino a raggiungergli la spalla.
"Piacere Styles."
Harry allungò una mano verso il ragazzo.
"Niall Horan."
"Vorrei sapere di più su Tomlinson."
Le parole uscirono dalla bocca di Harry prima ancora che si rendesse conto di star parlando.
Niall sollevò le spalle e scosse la testa pensando di aver capito male.
"Mi sembra ovvio che tu non possa venire a conoscenza di informazioni lavorative sul mio cliente.."
"Non parlo di informazioni lavorative.."
"..ma private."
Harry tentennò diverse volte prima di riuscire a completare la frase, mentre la sua mano leggermente sudata raggiunse i capelli sistemandoli. Voleva sapere molto di più sul suo conto, non si sarebbe certo accontentato di una breve descrizione fatta dal giudice. Il suo modo di fare gli aveva messo un'estrema curiosità che avrebbe fatto di tutto pur di raccogliere informazioni su di lui.Il ragazzo biondo era ora completamente girato verso Harry; si guardò a destra e a sinistra prima di prendere un grande sospiro ed iniziare a parlare.
"Come ha già detto il giudice, Louis è nato nello Yorkshire, ma è sempre cresciuto a Londra. Viene da una famiglia piuttosto numerosa e la maggior parte delle volte era impegnato a curare le sue sorelle, e questo potrebbe essere anche visto come un bene, dato che lo teneva lontano dalla strada. Un giorno sua madre perse il lavoro, e quindi decise che sarebbe stata lei stessa a curare i suoi figli, invece che affidarli ad un ragazzino di dieci anni. Qualche anno dopo però Louis entrò a far parte di una compagnia numerosa, dove il principale scopo era quello di divertirsi, facendo qualche disastro in giro per la città, sai a cosa si pensa quando si è ragazzi.."
Niall si fermò per riprendere fiato e notò quanto Harry fosse effettivamente interessato alla conversazione, ma senza ombra di malizia, solo per pura voglia di conoscerlo.
"Sui diciotto anni gli presentammo Haylee, pensando che essendo benestante e avendo una famiglia perfetta, l' avrebbe aiutato a rimettersi sula buona strada. Per un breve periodo funzionò: Louis aveva iniziato anche a vestirsi da normale cristiano, invece che con felpe larghe e jeans strappati.. ma, ad una cena di famiglia, tra Louis e il fratello di Haylee scoppiò una rissa. Da quel giorno in poi lei decise che glie l'avrebbe fatta pagare a tutti i costi."
Harry si sentì come sollevato dopo aver capito che la sua storia e quella di Louis non erano poi tanto diverse. Harry era cresciuto a Londra, a sedici anni sua madre perse il lavoro e il riccio si ritrovò per caso in una compagnia che lo portò a fare cose sbagliate. A ventitré conobbe Lisa, di famiglia benestante e con due lauree sulle spalle, e si mise la testa a posto, cosa che Louis non era ancora riuscito a fare. Più pensava a lui e alla sua vita e più riusciva a rivedersi nel passato.
"Io e lui ci conosciamo da quando eravamo molto piccoli, per questo so tutte queste cose."
Continuò il biondo incrociando le braccia al petto. Harry spostò lo sguardo sulla porta dell'aula dove si era tenuta l'udienza.
"Dov'è ora?"
"Finchè non viene deciso se è colpevole o no, lui non può lasciare il tribunale essendo indagato.. è in una stanza, o cella di sicurezza, chiamala come vuoi. Solo io posso entrarci."
Niall fece muovere la mano, fino a farle raggiungere la piccola chiave della cella legata al passante dei suoi jeans tramite un gancio metallico. Il respiro di Harry accelerò quando si rese conto di quanto fosse semplice ora raggiungere Louis.
"Puoi aspettare qui?" Harry indicò con l'indice il pavimento mentre con la mano destra raggiunse la tasca posteriore dei jeans, afferrando il cellulare. Dopo un cenno di consenso il riccio si voltò e mise il cellulare all'orecchio.
"Aaron..?"
"Dimmi baby, non potevi scegliere momento peggiore, ma dimmi.."
"..cosa stai facendo?"
Un gemito metallico provenne dall'altro capo del telefono.
"Okay, okay, non dirmelo neanche.."
Aaron sospirò pesantemente.
"Ecco bravo.. dimmi.."
Harry si strinse nelle spalle e rabbrividì leggermente nel pensare che stava avendo una telefonata con qualcuno che dall'altro lato era impegnato a fare qualcosa di poco casto.
"Se sapessi di poter fare qualcosa che potrebbe renderti felice ma questa cosa è estremamente sbagliata-"
Un secondo gemito, più forte del primo, provenne dal cellulare. Harry s'interruppe e si schiarì la gola. Aaron sospirò nuovamente e parlò prima che Harry potesse finire la frase.
"Se in tutto questo -oddio-, dicevo, se in tutto questo centra quel bel ragazzo di cui parli sul tuo diario, non vedo perchè di -oh cazzo-, n-no."
"Hai letto il mio diario?" Harry si portò una mano alla fronte, pensando a quante cose estremamente private avrebbe potuto leggere il suo coinquilino. Sapeva che il vizio di ficcanasare nelle sue cose non se lo sarebbe mai tolto.
"Non mi sembra il momento più adatto per parlarne baby, p-poi ne parleremo"
Aaron chiuse la telefonata dopo che un terzo gemito gli risuonò nell'orecchio. Harry, imbarazzato ma rincuorato nel sentire del suo amico si voltò verso Niall e gli sorrise amichevolmente.
"Perchè non mi accompagni a raccogliere le mie cose che ho lasciato di là?"
Il riccio indicò con la testa l'aula dell'udienza, mentre con una mano raggiunse le spalle di Niall, spingendolo lentamente verso la porta.