Capitolo 4

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Quel cognome non mi disse niente, all'inizio.

Mia moglie si allontanò, prendendo il primo cellulare che le capitò a portata di mano, e compose un numero.

Nel mentre, Normani mi presentò quei quattro ragazzi che si erano presentati davanti a me.

<< Ragazzoni, lei è Camila, la ragazza di cui parla sempre la signora Jauregui >>

Mi salutarono, sorridendo, un po' imbarazzati.

Mi girai verso Lauren, che aveva appena staccato al telefono.

Lo appoggiò sulla scrivania, e venne verso di me, cincendomi il fianco con il suo braccio e portandomi stretta a se.

<< Normai, sei sicura che sia pronta? >> chiese, guardando la sua migliore amica, non che socia, con uno sguardo freddo e distaccato.

Lei annuì.

<< Cosa? >> domandai, ingenua e inconsapevole di ciò di cui stavano blaterando.

<< Ora, Camila, non so se ti piacerà l'ultimo nostro nuovo acquisto, ma era così bravo che non l'ho potuto assumere. Lauren non voleva, ma sono riuscita a convincerla >> disse Normani, facendomi leggermente preoccupare << Lo abbiamo assunto nemmeno 4 giorni fa e ha fatto grandi cose per l'azienda.!Quindi ti prego di non odiarmi se ho fatto questa decisione... ti giuro che è cambiato anche lui da quel giorno >> si lasciò scappare.

Sentendo quelle parole mi si gelò il sangue nelle vene.

L'ascensore alle mie spalle squillò, avvisando che era arrivato al nostro stesso piano.

Mi girai di scatto, restando comunque tra le braccia di Lauren.

Le porte si aprirono proprio davanti a me.

In quell'istante non realizzai affatto che la persona davanti a me era un mio ex cliente.

Ma poi quale ex cliente: Shawn.

Colui che avevo incontrato per la prima volta nella stanza delle prenotazioni, quando era un cucciolo non ancora sverginato...

Colui con cui avevo tradito la mia donna.

Colui con cui mi ci ero fidanzata e nello stesso giorno lo avevo tradito a sua volta con Lauren.

Colui che quando l'ho lasciato aveva reagito così male che aveva intenzione di rivelare la mia relazione segreta a Austin...
Colui che lo aveva davvero fatto.

All'inizio rimasi senza parole. Sorpresa, sconvolta... Non ci credevo che era seriamente di nuovo davanti a me:

la persona che aveva messo a rischio la mia vita e quella dell'amore della mia vita.

Iniziarono a prudermi le mani.

Il mio volto da scioccato si trasformò completamente, sfoggiando il suo lato più arrabbato e fuori controllo.

Strinsi i polsi, e senza pensarci nemmeno un attimo mi fiondai su di lui.

Sicuramente Lauren e Normani se lo aspettavano, infatti mi afferrarono prontamente e mi tennero ferma.

Ero un peso piuma, quindi fu molto facile tenermi a bada, ma dentro di me sentivo un fuoco incontenibile.

<< Lasciatemi! Cazzo, ma non avete capito chi è? >> gridai a pieni polmoni << Io lo ammazzo di botte. Lasciatemi subito! All'istante! >>

Provarono a parlarmi, ma io non capivo più niente.

Non sentivo più le voci attorno a me, avevo soltanto Shawn puntato nel mio mirino.

<< Camz! >> esclamò, prendendomi per le spalle e girandomi verso di lei << Diamine, calmati >>

Avere il suo viso a così pochi centimetri dai mio mi tolse il fiato, così da calmarmi definitivamente.

<< Andiamo un attimo a parlare su nel mio ufficio >> disse, con la voce così calma che quasi mi faceva arrabbiare ancora di più.

Come poteva andarle bene?

Mi prese per mano e mi portò verso l'ascensore.

<< Voi restate qua, torno subito >> concluse, rivolgendosi ai suoi collaboratori.

Il viaggio in ascensore durò meno di un minuto, ma fu uno dei minuti più lunghi di sempre.

Restai rigorosamente in silenzio.

Arrivate nel suo ufficio, Lauren, prontamente mi tappò la bocca.

Stavo per gridarle le peggio cose, ma tanto lei già lo sapeva.

<< Voglio solo ricordarti che non è stata una mia idea >> cominciò << Sai, non mi piace avere tra gli impiegati dell'ultimo piano "il ragazzo con cui ha scopato mia moglie quando stavamo insieme", ma Normani e lui stesso mi hanno convinto. È cambiato, e tra di noi c'è un rapporto solo ed esclusivamente professionale, quindi non anche amichevole come con gli altri >>

Tolse la sua mano delicata dalla mia faccia, lasciandomi libero sfogo.

<< Cosa cazzo ti ha detto quell'essere infame per convincerti? Non ci posso davvero credere, Dio, ma che ti salta in mente? >> urlai << Ti sei fatta fare il lavaggio del cervello o cosa? >>

Sospirò, scuotendo la testa.

La sua calma era snervante.

<< Come fai ad essere così tranquilla? È stato lui a consegnarci a Austin. E lo ha fatto per farci uccidere entrabe e - >>

M'interruppe.

<< Sì, lo ha fatto >> mormorò << Ma lo ha fatto ormai più di un anno fa >>

La guardai con entrambe le sopracciglia corrugate, così confusa che quasi non la riconoscevo.

<< Lauren, io non ti capisco >>

H.O.P  2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora