CAPITOLO XII

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NARRATORE ESTERNO
Un pomeriggio soleggiato. Gli uccelli che cinguettano, Milano tappezzata di fiori colorati, appena sbocciati e gli alberi insieme alle sue foglie. Era appena arrivata la primavera. Una giornata soleggiata senza nessuna traccia di pioggia, che minacciava di scendere giù in quel pomeriggio caldo, in cui Irama ed Einar decisero di approfittare per andare a fare skate. Per Einar quel pomeriggio sarebbe stata la prima volta che provava a condurre una tavola a quattro ruote e questo lo eccitava molto, o meglio gli eccitava l'idea che sarebbe stato Irama a dargli la sua prima lezione. Erano le 16:35 ed Irama era appena uscito di casa. Aveva appuntamento con Einar alle 17:00 alla pista di skate abbandonata. Poco dopo arrivó nel luogo prestabilito e davanti ai suoi occhi apparve Einar che stava avanzando verso di lui, un sorriso di fece spazio sul viso di Irama, il quale lo abbraccio e gli scocchió un tenero bacio sulla guancia, al quale Einar arrosí leggermente. Irama notó subito l'imbarazzo di quest'ultimo e per uscire da quella situazione, esaudì con un "bhe, incominciamo".
L’aria stava diventando sempre più arida per i due ragazzi che non avevano smesso neppure un secondo di andare in skate  da quando avevano  incominciato. Di colpo Einar sbottò con un “basta” al quale irama ancora intento ad andare in skate si voltò verso quest’ultimo  con un’espressione confusa che non ci mise molto a cambiare quando di fronte a lui Einar si tolse la maglia sfoggiando degli addominali definiti ben visibili e la schiena imperlata di sudore che brillava sotto la luce del sole. L’espressione di Irama in quel lasso di tempo? Rimase a bocca aperta,senza distogliere lo sguardo dalla meraviglia che gli si presentava davanti ai suoi occhi.
Si precipitò vicino ad Einar fino a far incontrare i loro sguardi e Poggiò una mano sulla schiena. Non seppe cosa lo spinse a fare quel gesto,sapeva solo che bramava  dannatamente toccare quella schiena. Einar a quel tocco si arrigidí,cosa che non passò inosservata ad Irama il quale ritirò subito la mano come se si stesse scottando.poco dopo successe L’immaginabile. “Toccami” implorò Einar rivolgendosi a Irama. “Ma tu...beh pensavo che..” disse quest’ultimo balbettando. “Toccami e basta” ripetè di nuovo Einar cingendo i fianchi di Irama e avvicinandolo lentamente a lui. Occhi contro occhi. Cuore contro cuore che gli battevano all’impazzata quasi volessero uscire dal petto. Bocca contro bocca. Einar fece sfiorare le loro labbra per poi mordergli il labbro inferiore.Inizialmente fu un bacio casto che pian piano si trasformò in morsi e accessi di lingua approvati.
Dopo quel bacio casto, che ben presto divenne bramoso, i due dopo circa quaranta minuti si staccarono ed unendo le loro fornti e facendo scontrare i loro occhi, si diressero ognuno a casa propria senza commentare quello che era appena successo. La mattina seguente sia Irama che Einar fecero di tutto per non incontrarsi. Entrambi temevano la reazione dell'altro e non sapevano bene come gestire la situazione che si era creata. É stato un bacio dettato dall'ormone o era qualcosa in piú?
Per entrambi era qualcosa di più e questo li spaventava.
Ma dopo tutto sarebbe stato impossibile evitarsi per sempre e infatti dopo che Einar entró nello spogliatoio come nulla fosse e ignorando Irama, quest'ultimo lo afferró e lo trascinó dietro gli armadietti inutilizzati. A rompere il ghiaccio fu Irama.
I:" hai intenzione di evitarmi per sempre?"
Einar sbuffó e cercó di sembrare il più tranquillo possibile nel pronunciare le seguenti parole:
E:" é stato un bacio senza alcun significato, non ho assolutamente provato niente, sono felicemente fidanzato, ho una famiglia che mi permette di avere qualsiasi cosa io desideri, ho già tutto Irama, non servi tu nella mia vita, non c'é posto per te dai guardami."
Continuó Einar alzando le braccia in modo teatrale per poi aggiungere:
E:" che cosa cazzo mi manca eh?"
Irama aveva ascoltato e analizzato attentamente ogni parola,che l'altro pronunciava e all'inizio stava per credergli, qualsiasi altra persona sarebbe corsa via in lacrime, sentendosi dire quelle parole dopo un bacio, ma lui non era le altre persone, lui era Irama, non si basava mai sulla superficialitá delle cose, lui scovava sempre fino in fondo, e capi che l'ultima domanda che gli aveva posto Einar era un grido di aiuto:" ho tutto cosa cazzo mi manca?" Dillo tu perchè io sono un casino e di tutto questo non me ne faccio niente se mi manchi tu.

Non sono fatto per viverti né per stare da solo  ||EIRAM|| ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora