CAPITOLO XV

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Era pomeriggio inoltrato e in camera di Einar ad alto volume suonavano le note di BAD REPUTATION famosissima canzone della grande Joan Jett. Si muoveva a ritmo della canzone e cantava a squarciagola come se non ci fosse  nessuno. Ma all’improvviso il suo “imbarazzante” show venne interrotto da Irama il quale era rimasta fermo sulla soglia della porta a godersi la scena che gli si presentava davanti gli occhi. Einar prima di ritrovarsi davanti gli occhi verdi dell’altro indugiò per qualche minuto ma quando si voltò come  immaginava di fronte a lui comparse un Irama abbastanza divertito della situazione. Fu quest’ultimo a parlare.
I: bello il balletto mi piace.
Disse ridendo.
Einar arrossì ma decise di trasformare l’imbarazzo in indifferenza.
E: beh non m’importa  cosa pensi.
Irama sorrise e si avvicinò al ragazzo che alla fine risultò offeso piuttosto che indifferente e lentamente gli prese entrambi le mani e fece inquadrare i loro occhi.
E:ehi,ok non era uno dei migliori balletti che io abbia mai visto ma era la cosa più eccitante che io abbia mai visto.
Einar lo guardò sorpreso ma decise di cambiare argomento.
E:chi ti ha fatto entrare? E perché sei qui ? Non mi sembra ci fossimo dati appuntamento.
Irama rimase un po’ deluso dal  fatto che l’altro decise di cambiare argomento ma decise di non farglielo notare e rispose alle sue domande.
I: mi ha fatto entrare tua mamma...
Mentre stava per continuare la frase abbassò lo sguardo e lo fece ricadere sulle loro mani ancora unite.
Einar notò subito le guance dell’altro tingersi di rosso e lo incitò a continuare la frase.
E:e ? Cosa ? ...
le chiese accarezzandogli la guancia.
I:mi mancavi.si, Einar.mi mancavi. Quando non sei con me sento un vuoto nel petto,mi mancano le tue lebbra, mi manca quando dopo aver fatto l’amore sfiniti Poggio la testa sul tuo petto e tu mi stringi forte a te.Einar sei diventato il mio tutto.non ti dico che sono innamorato ma ci sono quasi.ogni giorno mi avvicino sempre di più ad esserlo.
Einar provava le stesse cose dell’altro e stava per dirgli che anche lui stava per innamorarsene.
Ma all’improvviso pensò a quello che avrebbero potuto pensare  i suoi genitori,i suoi amici,i suoi compagni di football ma soprattutto la sua ragazza. Lui era Einar. Il ragazzo più popolare della scuola,benestante e aveva accanto la ragazza più bella di Milano. Un’immagine perfetta che non poteva essere rovinata per un ragazzo. Einar si ritrovò a rettificare il primo pensiero e assumendo un tono deciso rispose ad Irama.
E:Irama,per me è solo una questione fisica te l’ho già detto.
I:si lo so, ma non ci credo. Quando facciamo l’amore io lo sento che il tuo cuore batte così forte quasi volesse uscire dal petto.
E: noi non facciamo l’amore,facciamo sesso e il mio cuore batte forte perchè é in preda all’eccitazione.
Una lacrima rigò il viso del più piccolo il quale corse via da quella stanza incapace di reggere quella situazione.
Einar rimase inerte per qualche secondo,rimase a guardare come l’altro si allontanasse da lui senza poter fare  niente per fermalo. Forse voleva davvero questo. Per le persone,non per lui.Si preoccupava troppo di quello che le persone potessero pensare di lui se scoprissero una cosa del genere. Ma in cuor suo lui voleva Irama.voleva solo lui e nessun altro.
Improvvisamente senti quasi di poter svenire per i troppi pensieri e lentamente si accovacciò a terra con la testa fra le mani dando via ad un pianto incessante. Piangeva perché l’unica cosa che lo rendeva felice avrebbero potuto rovinargli l’immagine da ragazzo perfetto. Ma lui amava quello sbaglio e voleva davvero sbagliare ancora e ancora. Ma ormai era troppo tardi. Era già la secondo volta che diceva queste cose ad Irama. L’avrebbe mai perdonato?

Non sono fatto per viverti né per stare da solo  ||EIRAM|| ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora