6° capitolo

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[2k in cinque giorni, io vi amo]

....
Dopo quella chiacchierata con Daniele, Einar salì in taxi, che lo portò nell'ospedale a lui desiderato.

Entrò, chiese alla donna informazioni su Irama, ma lei non rispose subito, in volto aveva una faccia preoccupata, e, forse, anche spaventata.

"Terzo piano, porta numero 178"

Dopo aver ascoltato le indicazioni date dalla donna, corse per prendere l'ascensore, che, però si chiuse pochi secondi prima.

Einar si ritrovò a correre in mezzo a malati che per poco si reggevano in piedi, guadagnandosi qualche insulto tirato da qualche giovane malato.

Arrivò davanti alla porta.

Non sapeva se entrare, magari Irama non lo voleva vedere.

Però, qualcosa gli disse di entrare.

"Einar" il minore, alla vista del ragazzo, si mise a singhiozzare, per l'ennesima volta.

"No, no" sussurrò ancora Filippo

Einar, ancora sotto schok
(Me. Come si scrive schok? ;D)

... gli andò vicino, e, senza dire niente, lo abbracciò, e di colpo lo baciò.

Tutto così velocemente, il bacio, il rumore della macchinetta a cui era attaccato Irama.

Mh, il rumore della macchinetta.

Quella macchinetta.

I dottori staccarono Einar con un colpo secco, quel bacio, in qualche modo, era riuscito a far provare del dolore ad Irama, che, in quel momento, si ritrovava tra la vita e la morte.

Era agitato, Einar, non sapeva come reagire.
Perché?
Ora che tutto si stava aggiustando.

Perché?

Perché l'ha baciato?
Perché non si poteva stare fermo?

E mentre Einar stava seduto a terra, una ragazzina, di forse tredici anni, gli si era seduta affianco.

"Ciao, perché piangi?"

La giovane, anch'essa aveva gli occhi rossi, forse anche lei aveva, o stava perdendo una qualche persona importante.

"Il mio ragazzo sta morendo"

Come lo aveva chiamato?

Il suo ragazzo?

Magari, pensò Einar.

"Ah, io invece ho perso mia sorella, giusto tre ore fa"

A quella frase, Einar si commosse ancora, com'è possibile che una ragazza così piccola possa soffrire così tanto?

L'unica cosa che venne in mente ad Einar, fu abbracciarla, stringerla fra le sue braccia.

Quella ragazzina, aveva lo stesso odore di Filippo.

Iniziò a piangere a dirotto. Di nuovo.

"Ma hei, shh, non piangere"

E allora lui:
"Mi manca"
Una flebile frase, con voce strozzata, Einar stava parlando.

Ma a staccarsi all'abbraccio fu Elena
-così si chiamava-
Che alla vista di un dottore, che camminava velocemente verso di loro, si spaventò.

"Lei è Einar Ortiz, giusto?"

"Si."
Solo quello disse il giovane cubano.

"Filippo Maria Fanti, che penso sia il suo ragazzo, si è svegliato, ed ha subito chiesto di lei"

Così aveva detto il dottore, con un piccolo sorriso crescente sul suo volto.




Me.

MAHHEI
Vi ho fatto spaventare almeno un poco inizialmente, vero?

No perché se volete faccio succedere qualcosa anche ad Einar😏

Baaaci

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