3 capitolo

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3 CAPITOLO 

Ascoltate:https://www.youtube.com/watch?v=rp4UwPZfRis

Quella mattina mi svegliai di buon’umore, sospirai lievemente e cercai sul ripiano del comò il piccolo cartoncino di carta che Claire mi raccomandò di tenere .Quella mattina continuai a ripiegarne i lati, cercando di capire cosa volessi .Cosa volevo? nemmeno io ne ero cosciente, tutto ciò che volevo era ballare, ma sarebbe stato appropriato?Mi alzai e stando attenta a non cadere sui miei stessi piedi mi avvicinai alla finestra che sporgeva lungo un lungo viale che lasciava intravedere la caotica Boston. Mi mancava passeggiare da sola lungo i marciapiedi, mi mancava osservare le persone, mi mancava cogliere i dettagli.

FLASHBACK

I corridoi puzzavano di varichina ed i corpi sudati si scontravano innumerevoli volte, ogni corpo dominava  sulla mia statura, tenevo stretta al  mio seno i libri interessati alle prossime ore di lezione, ma quando quegli occhi mi catturarono si fermò il mondo, Harry Styles e la sua cricca passeggiava  tranquillamente lungo i corridoi, spensierati non coglievano nessun particolare, ma i suoi occhi catturarono i miei e quel verde si  congiunse con i miei occhi scuri che non rilasciarono emozioni.

Rimasi immobile come se lui mi avesse parlato.

Ma la campanelle suonò e fui costretta a recarmi in classe passandogli accanto con lo sguardo rivolto verso il basso .

FINE FLASHBACK

Mi riportò alla realtà lo squillare del mio cellulare, risposi, palpando il tasto di risposta, e dissi .”Pronto?”- quell’accento cosi grave mi fece riportare alla memoria le immagini della sera prima, Claire –“Ciao Elisabeth, sono Claire, hai pensato a ciò che ti ho detto”- scandì facendo emergere ogni lineamento sonoro della sua amata patria, rimasi in silenzio per qualche secondo, ma poi il mio cuore parlò-“tornerò a danzare,ma solo ad una condizione”-dissi cercando di essere il più sicura possibile-“Spara”-disse quasi euforica-“Potrai guardarmi solo tu”-

Dopo aver discusso riguardante la scelta del patto, chiudemmo la chiamata entrambe dandoci appuntamento per oggi alle cinque, chiamai la mamma per avvisarla della mia scelta, ed essa ne fu felice, perché sapeva, conosceva che se avessi iniziato nuovamente a ballare avrei di nuovo iniziato a vivere.

Erano le 7 ed  Harry dormiva spensierato, senza la percezione che oggi fosse lunedi, entrai nella sua stanza, facendo attenzione a non rimanere impigliata nei vestiti sparsi sul parquet, mi avvicinai al letto e avvicinai le mie mani al suo corpo, tra le dita ritrovai una massa di capelli ricci, cosi morbidi, “avrei voluto rimanere li ad accarezzarlo per ore” pensai, ma scossi subito il capo cercando di evitare questi pensieri cosi poco decenti,lo senti gemere e dire-“ Oh si tesoro un altro poco”-ritirai frettolosamente la mano urlandogli contro “-Ma cosa diamine pensi” evidentemente stava sognando o  era del tutto impazzito, saltò dal letto quasi impaurito, mi scansò con uno spintone e mi fece cadere sul letto, ma all’improvviso mi sentii schiacciare, da un peso predominante.

Harry era sopra di me, ed io ero incapace di muovermi, sentivo il suo respiro sul mio collo cosi vicino al mio me interiore, iniziai a tremare, ed i suoi occhi comparvero come un flash nella mia memoria, era uno dei ricordi più cari, più puri.

Le sue masi si poggiarono al lato della mia testa si alzò da me liberandomi dalla sua morsa, non disse parola, ma sentivo i suoi occhi su di me, mi alzai recandomi al lato della porta sussurrando-“spero che riusciremo ad entrare puntuali”-sospirai quasi per il sovrappensiero e rispose lasciando l’evidente rochezza mattutina-“ce la faremo”-

La macchina aveva un buon odore di pulito, credo che Harry si sia dedicato a pulirla, facendola scintillare, la musica risuonava dalle casse, Harry era calmo, ed il suo modo di guidare  tranquillo mi accompagnò all’entrata aiutandomi perfino a scendere, sorpresa del suo comportamento rimasi un po’ allibita, Harry Styles che aiuta sua sorella a scendere dalla macchina, datemi un pizzico!

I corridoi avevano il solito odore, feci attenzione con Clarisse a non rimanere impigliata tra i corpi che si muovevano freneticamente, quella mattina le lezioni richiedevano più attenzione del dovuto, il professor Lincaster iniziò a parlare della narrativa entusiasmante del ritratto di D.Gray.

Le lezioni terminarono, e Clarisse mi propose di passeggiare lungo il viale boscoso che mi avrebbe riportato a casa, avrei dovuto avvisare Harry, ma non ne ebbi il tempo.

Parlammo del più e del meno, molto spesso si soffermò a parlare delle interessanti lezioni approfondite del professor Lincaster, ma la mia mente non voleva distogliere l’attenzione da quegli occhi che vivevano ormai da tempo nella mia memoria.

Mi massaggia le tempie cercando di distrarmi e di pensare ad altro, fino a quando la voce di Clarisse non mi richiamo-“Ma quello non è Harry?”

Ascoltai i rumori acuti provenienti dalla strada ed un rombo di un motore disturbò il mio apparato.

Si sporse dal finestrino e rudemente interruppe i miei pensieri-“Dove credevi di andare senza avvisarmi”- non mi lasciò a ribattere uscì frettolosamente dall’auto e mi cinse il polso, stringendolo saldamente.

Mi aiutò a salire e mi riportò a casa, non disse parola durante il tragitto ed io feci lo stesso, il mio sguardo era rivolto verso il basso, mi tormentavo le mani, sfregando i miei pollici contro il dorso dei restanti.

Non mi lasciai aiutare e sbattei rumorosamente lo sportello dell’auto, entrammo in casa, Harry mi raggiunse e nuovamente mi prese una spalla per voltarmi, iniziò ad urlarmi contro, come se volesse quasi far ricadere ogni colpa su me stessa, ma andiamo non avevo fatto un cazzo e poi perché tutto ad un tratto Mr. Procione era cosi tanto protettivo nei mie confronti-“Non sai quello che ti sarebbe potuto succedere Elisabeth”-rimasi passiva, ferma immobile a formulare una frase decente.

-“Te ne accorgi solo adesso? Per molto tempo ho aspettato un semplice aiuto, ma adesso sei spuntato quasi come un fungo, Harry lasciami vivere, sono cieca, non una bambina”

Non disse nulla si avvicinò solo a me , i miei occhi si aprirono di scatto e quella luce mi accecò, era un dolore quasi emotivo, come se non fossi ancora cosciente, ma senza pensare formulai delle parole

-“Vorrei poterti guardare”-

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SPAZIO AUTRICE

Ecco il terzo capitolo, spero che vi piacce e che mi seguiate nel restante del progetto

-HOTDARKPARADISE- 

-Blind [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora