Prima sfida

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I giorni successivi sono tra i più torridi degli ultimi anni, perciò la vita al campo è come se si fosse fermata. È difficile vedere qualcuno in giro se non al tramonto o alla sera. Siamo tutti stravaccati in salotto, sperando che, miracolosamente, inizi a piovere. Non penso riusciremo a sopravvivere ad un'altra giornata così.

- Ma quanti gradi ci sono? Mi sto sciogliendo.- Domanda Giulia sdraiata sul divano a pancia in giù.

- Hai il ventilatore davanti per la miseria, come fai ad avere ancora caldo?- Le risponde dalla veranda Sara, che cerca in tutti i modi di sventolarsi, senza successo, con una rivista di moda.

-Non fare domande a cui non vuoi sul serio una risposta, invece qualcuno mi dice questa benedetta temperatura!

-35 gradi tondi tondi.- Urla Viola dalla sua stanza, dov'è rinchiusa da ben due ore. La sua relazione con il biondino pare andare molto bene, infatti ogni pomeriggio escono a fare lunghe passeggiate nella foresta e rientrano solo per la cena, ma quanto è bello l'amore.

-Ragazzi sta arrivando Liam!- Ci alziamo tutti di scatto e usciamo all'esterno sul porticato. Vediamo il capogruppo sul sentiero, stranamente senza sembrare nemmeno affaticato, ma cosa fa durante le giornate quello? Noi ci abbiamo messo una settimana per abituarci a fare la scalinata dalla piazza fino a qui e lui in un colpo solo è già pronto e informa? Siamo sicuri sia umano, non è che in realtà è un'androide sotto copertura? No, a parte gli scherzi beato lui.

-Sono lieto d'informarvi che oggi, alle quattro in punto, dovrete svolgere la prima sfida della stagione, ovvero quella di arrampicata sugli alberi, le regole vi verranno spiegate tutte lì, state tranquilli.

-Va bene, grazie.- Quasi non faccio in tempo a rispondergli che si trova già a metà del sentiero del ritorno, certo che non sta mai fermo è? Ma credo sia normale, infondo essendo una specie di sorvegliante sarà sempre costretto a risolvere situazioni complicate.

Ci prepariamo per la sfida, ognuno a modo suo. C'è chi ripassa le basi dell'arrampicata, chi monta e rimonta l'attrezzatura avendo paura di non ricordarlo, mentre io e altri ancora ci dedichiamo ad veloce cambio d'abito. La zona è vuota, cosa strana visto che ogni volta è difficile persino trovare uno spazio libero per muoversi o respirare. Le uniche persone presenti sono Jorge, Shara e un gruppo di ragazzi dalle magliette verde mela, non li conosco bene, ci saremmo incrociati solo una o due volte in tutto, ma, se non mi sbaglio, sono la squadra dei cervelloni. Rimaniamo in silenzio, finché il direttore non dice:

-Bene, ora che ci siamo vi spiegherò le regole della prima sfida: la squadra vincente riceverà cinque punti, mentre quella perdente solo tre. Lo scopo è quello di trovare e prendere il maggior numero possibile di moschettoni, che sono stati disseminati dai nostri addetti su tutti i percorsi. Avrete però un tempo limitato, ovvero solo mezz'ora. Preparatevi ... pronti ... che la prima gara Disagiati vs Cervelloni abbia inizio e che vinca il migliore!- Ognuno di noi va da una parte diversa dall'altra, siamo catapultati in una corsa frenetica, tutti vogliono vincere e portare a casa la vittoria, ma devo ammettere che io non sono dello stesso parere. Nonostante sia una persona competitiva in questo caso, non so perché, questa gara non mi suscita granché, come se nell'aria ci fosse un presagio di qualcosa di strano. Il tempo a nostra disposizione sembra volare, finché un lampo di luce non lo fa fermare. Il ticchettio delle gocce mi porta in uno stato di trans, le sento scorrere lungo il mio corpo, mentre resto immobile sopra il ponte di legno oramai zuppo di pioggia.

-Bianca cosa fai lì impalata? Sta scoppiando il diluvio universale vieni qui!- Mi strilla Rose agganciando la sua imbracatura ad una carrucola.

-Eh?- Non riesco a dire altro che tutto si fa buio, la vista mi si annebbia, sento le forze abbandonarmi e poi più nulla, il vuoto infinito.

La testa mi sta scoppiando, non riesco a capire cosa mi sia successo, l'ultima cosa che ricordo è il temporale, però il resto nella mia mente rimane confuso. Apro lentamente gli occhi, davanti a me compaiono volti sfocati, che poco a poco diventano sempre maggiormente nitidi. Camillé si siede accanto a me sul lato del letto. Solo ora mi rendo pienamente conto di essere in infermeria. La stanza è abbastanza grande dalle tonalità panna. La luce entra da delle vetrate che circondano l'intera struttura. Intorno a me ci sono diversi lettini alcuni vuoti e altri pieni, mentre degli infermieri visitano i pazienti. Come sono arrivata qui?

-Come ti senti?- Mi domanda la ragazza affianco a me con un sorriso dolce sulle labbra.

-Molto frastornata a dire la verità, ma cosa mi è successo?

-Il medico non lo capisce, però probabilmente è stato il passaggio radicale di temperatura, l'aria è diventata molto più fredda dopo la pioggia, ci hanno detto che è normale da queste parti visto il clima. 

-Sarà, comunque com'è finita la sfida?- Chiedo massaggiandomi la testa dolorante, ho paura di aver sbattuto da qualche parte quando sono svenuta.

-Abbiamo vinto tranquilla, ora però pensa solo a riposare e per favore non farci prendere mai più uno spavento del genere. C'è mancato poco che a Rafael  venisse un infarto quando ti ha vista accasciarti per terra.- Mi giro verso il ragazzo rosso in viso, immagino che stia maledicendo la moretta per avermelo detto, meglio stare attenti potrebbe esserci lei tra poco qui al mio posto a causa dell'americano. E così, anche se con un po' di fatica, la nostra prima sfida al campo si è conclusa, cosa ci riserverà il futuro? Be' credo che lo scopriremo solo continuando a vivere questa nuova fantastica avventura!

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