Iniziano i casini

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Da quando avevo incontrato Filippo, io e Raffael non facciamo altro che litigare, persino più di prima, il che è tutto dire. Non ho la più pallida idea del perché si comporti così. Dice che Fil, un soprannome datogli da Martina, non è un tipo raccomandabile e che dovrei evitarlo. Sembra non rendersi conto che al posto di allontanarmi mi avvicina sempre di più a lui. Tutto ciò mi fa sorgere una domanda, perché i ragazzi dicono che siamo noi quelle complicate quando sono loro che non ti fanno mai capire nulla? Oggi è una giornata tranquilla, perciò ho deciso di prendermi una giornata di riposo. Sono seduta sulla riva del lago delle canoe con un bel libro in mano, a godermi l'appena ritrovato silenzio, quando una voce alle mie spalle dice:

-Ciao Bianca!- Mi giro e mi trovo davanti Martina, in salopette con i pantaloncini e t-shirt, che subito si siede accanto a me con aria sognante. Dalla prima volta che l'ho vista ha sempre quello sguardo tra il perso tra le nuvole e il confuso, che le da un aspetto molto dolce.

-Ciao Marty, com'è mai da queste parti?

-Così volevo stavo facendo un giretto, ma poi ti ho vista ed ho pensato di venirti a salutare.

-Grazie, apprezzo molto il pensiero.- Per quanto non sembri è una risposta sincera, infatti nessuno si è mai preoccupato di venirmi a salutare durante una passeggiata. A pochi a Roma interessa come stia. Le persone che conosco risultano spesso superficiali e con una sfera emotiva che non supera quella di un bradipo.

-È molto carino il tuo completino sai, un giorno dobbiamo fare shopping insieme in Italia.- Indosso una maglietta con effetto traforato dato dal ricamo. Sotto di essa il reggiseno risulta perfettamente visibile. Tutto ovviamente è bianco, uno dei miei colori preferiti. Per il resto il look risulta molto semplice, oltre a questa porto dei semplici pantaloncini neri con delle All star del medesimo colore della maglietta.

-Certo sarebbe molto diver ...- Non faccio in tempo a finire la frase che ci compare davanti Filippo in costume da bagno e canottiera. Devo ammettere che non sta per niente male, anche se quella più incantata dai suoi muscoli e dal suo viso sembra essere la mia amica biondina. A quanto ne so neanche si conosco di persona, perciò credo che stia per iniziare una Missione Cupido e penso che già dal nome voi abbiate capito di cosa si tratta. Sfortunatamente per loro devo ammettere che cercare di far mettere la gente insieme è uno dei miei hobby preferiti.

-Buongiorno signorine.- Dice lui con un sorriso smagliante.

-Ma che galante, a cosa dobbiamo la visita.- Rispondo immediatamente, per evitare che si creino silenzi imbarazzanti.

-Visita di cortesia.- Poi si gira verso la biondina ancora ferma nella posizione di prima, speriamo si svegli ...

-Io sono Filippo, molto piacere.

-Io invece Martina.

-Una di voi due vuole venire in canoa con me?- Che la missione abbia inizio!

-Ho appena finito di fare colazione, credo sia meglio che venga lei, grazie lo stesso.- Rispondo.

-Perfetto allora andiamo?- È ancora mezza incantata, perciò sono leggermente preoccupata, ma alla fine riesce ad annuire e cominciano ad allontanarsi insieme. Appena torna la quiete provo a prendere di nuovo in mano il mio amato libro. Il silenzio dura molto poco. E' rotto infatti dall'arrivo di Selena, una delle mentori addetta alle comunicazioni generali, che mi avvisa che Jorge mi vuole vedere alla casa principale. Ok, chi ha combinato qualche macello?

Il tragitto per raggiungerla è molto bello, alberi di ogni genere e specie mi circondano. Stranamente, anche se sono nata e cresciuta in una grande città, mi fanno sentire a casa. Riportano subito la mia mente ad un'estate di quando ero bambina insieme ai miei nonni. L'edificio, al quale arrivo dopo una manciata di minuti, è magnifico. La costruzione è interamente in vetro con solo delle strutture marmore a delimitarne i confini. Prima di arrivare al portone d'ingresso passo supra un porticato in legno massello. Suono il campanello e un dolce tintinnio si fa strada nell'aria. Mi viene ad aprire una ragazza bruna, non molto alta, che immediatamente mi domanda:

-Sei una dei capogruppo della squadra dei Disagiati vero, vieni mio padre ti sta aspettando.- Ha detto papà? Questo significa che è la figlia dell'organizzatore del campo? Ehi concentrati, altrimenti ti prende per matta, rispondile velocemente.

-Si, sono io.- La seguo immediatamente all'interno. I mobili hanno uno stile molto moderno e minimal, abbastanza diverso da quello dei nostri bungalows, dove il materiale che prevale e forse eccede un po' è il legno. Alla fine del lungo corridoio arriviamo davanti ad una porta intagliata con su scritto "La tana dell'orso", il nome fa ridere, ma credo sia azzeccato, perché in fondo sto entrando nell'ufficio del boss, chissà quali orribili e strani segreti si celano oltre questa porta uhuhuh. No ok, piantiamola non siamo dentro uno dei miei libri fantasy. Entrando trovo Jorge seduto alla scrivania con dei fogli in mano, mi fa cenno di sedermi su una delle due sedie dall'altro lato del tavolo. Non parla per diversi minuti. Sento la tensione crescere sempre di più, finché non dicede di cominciare il discorso:

-Allora come ti trovi con i tuoi compagni?

-Bene direi, ma perché questa domanda?

-Il fatto è mia cara Bianca, che ho un ragazzo non ancora assegnato a nessun gruppo, perciò stavo pensando, visto che avete accolto così bene Camille, che potrebbe venire da voi. In più vi farebbe comodo un po' di presenza maschile per il povero Raffael, che, senza rendercene conto, abbiamo lasciato in balia di una caterva di ragazze.- Cavolo ma qui ogni giorno ci mandano qualcuno di nuovo non è possibile però. Se continuiamo ad aumentare in maniera così esponenziale arriveremo ad essere più di cento alla fine dell'estate. -E prometto che sarà l'ultimo nuovo.- Oramai rassegnata rispondo:

-Ok, va bene.- Speriamo almeno sia simpatico, ci manca solo che sia uno snob con la puzza sotto il naso e siamo apposto.

-Il suo nome è Filippo Montrone!

-È?- Ora chi glielo dice a Raffael!?

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