Stavo tornando da scuola, come facevo ogni giorno. Sempre la solita routine: sveglia, scuola, compiti, dormire. Era snervante continuare questo loop, fortunatamente con me c'erano i miei due migliori amici Mattew ed Emily; li conoscevo si dalla nascita, le nostre mamme sono sempre state molto unite, e noi abbiamo continuato la tradizione. Ora ero nella decappottabile di Mattew, sfrecciava attraverso le strade soleggiate della California stavamo ascoltando: Stereo Hearts. Era la nostra canzone, la cantavamo sempre quando eravamo solo io e lui, non che non mi piacesse stare anche con Emily, ma con Matt avevo un legame differente, è sempre stato un fratello maggiore per me, abbiamo praticamente condiviso tutto. Da quando ero piccola frequentavo il corso di karate e una volta, un bambino più grande mi aveva stesa, lui ha fatto un salto dagli spalti e aveva iniziato a pestarlo... E' sempre stato molto protettivo nei miei confronti e stessa cosa io, ci legava un filo indissolubile, e nulla l'avrebbe spezzato. Non l'avrei permesso. Lui era l'unica persona che nonostante il mio carattere schifoso era rimasto, sempre, nonostante i litigi, le incomprensioni, nonostante me. Parcheggiò fuori da casa mia e lo salutai con un bacio.
-Grazie mille Matt- dissi sorridendogli.
-Figurati Aly, ci sentiamo- disse facendomi un occhiolino ed riprendendo la strada di casa.
Presi le chiavi ed aprii la porta, c'era tutto buio, strano... richiusi la porta alle mie spalle e posai lo zaino, il quadro della luce era manomesso, ancora più strano. Sentii degli strani rumori dal piano superiore: c'era qualcuno in casa. Delle mani gelide si posarono sul mio busto e mi afferrarono, un brivido gelido mi percosse la schiena, immediatamente reagii, presi il suo braccio e lo girai, dopo averlo avvicinato, scalciai verso il basso e lo spinsi al disopra della mia spalla facendolo cadere con il viso sul pavimento. Solo dopo mi accorsi di
altre due presenze dentro casa mia. La seconda persona cercò di avvicinarsi ma gli rivolsi un calcio nello stomaco e due pugni in faccia, facendolo sbattere al ripiano della cucina. Subito mi abbassai sul pavimento, la terza persona mi aveva persa di vista, strisciai fino a dietro di lui e gli girai le braccia verso dietro, facendolo sbattere alle mattonelle del camino, iniziai a sbattere quella che sembrava una faccia sul camino, poi sentii la voce di mia madre seguita da un applauso, le luci si aprirono.
-Alyssa calmati, basta così- mia madre stava scendendo le scale seguita da mio padre e altre due persone. Guardai sul pavimento i tre uomini che avevo steso, uno era svenuto sul piano della cucina, mentre l'altro era sul pavimento, stavo ancora tenendo la testa dell'ultimo in mano e ne usciva un po' di sangue, subito lo mollai e aprii la bocca per lo stupore, ero stata io a ridurli così...
-Cosa diamine sta succedendo?!- quasi urlai verso i miei genitori.
-Tesoro, calmati, vai in salotto con tua madre, ti preparo un thè- affermò mio padre dirigendosi verso la cucina.
Seguii il suo consiglio e mi accomodai sul divano di casa mia e aspettai ancora incredula. Si accomodarono anche l'uomo e la donna che erano con i miei genitori, mi erano familiari, ma non ricordavo precisamente quasi nulla di loro.
-Alyssa come ti sei fatta grande, sei una signorina ora- affermò la donna sorridendomi.
Bingo. Loro erano Catherine e John, i due amici di famiglia di mamma e papà. Erano venuti parecchie volte qui quando ero piccola.
-Ciao, Catherine, potete gentilmente spiegarmi cosa è appena successo?-
Qualche minuto dopo...
-Vedi Alyssa, anche se non ci crederai, io tua madre, tuo padre e John, facciamo parte di un'agenzia segreta. Lo so è stranissimo da sentire, ma ti posso assicurare che è la verità. Quelli che hai quasi ammazzato nell'entrata di casa tua, sono ragazzi che lavorano con noi. -
-Oh dio mio, come stanno ora? -
-Aspetta li faccio entrare-
Immediatamente entrò mio padre con il mio thè e i tre ragazzi. Si sedettero e si tolsero il passamontagna, due erano uomini adulti, uno un ragazzo, penso poco più grande di me. Guardai i loro visi un po' insanguinati, e mi soffermai su quello del ragazzo, gli avevo fatto un occhio nero e un taglio sullo zigomo.
-Mi dispiace di avervi fatto male, davvero. –
-Era esattamente quello che dovevi fare. – affermò mio padre, Catherine parlò un attimo con mia madre ed entrambe mi richiamarono.
-Cara, abbiamo organizzato tutto ciò per testare e tue capacità di difesa. Vorremmo farti entrare nella nostra agenzia, ci servirebbe una ragazza con le tue capacità. –
-Io...non lo so, ci devo pensare, entro domani vi dirò. –
-Tranquilla, intanto ti presento i ragazzi che hai pestato. – disse ridendo alla fine della frase.
-Il primo che hai atterrato è Louis, il secondo Adam e l'ultimo mio figlio, Logan, ti ricordi di lui? –
Non ci credo, lui era il bambino che mi dava sempre fastidio da piccola. Mi tirava i capelli e mi faceva dispetti in continuazione.
-Si, abbiamo dei conti in sospeso. –
-Penso che tu li abbia appena saldati Alyssa. – disse lui squadrandomi con faccia divertita.
-Un pestaggio non equivale ad una vita intera di dispetti. –
Alla mia affermazione alzò un sopracciglio, mi ricordavo ancora caro mio. Io non dimentico.
-Beh credo che tu sarai un po' stanca, domani puoi riposarti a casa se vuoi, mi raccomando Alyssa è di vitale importanza di non fare parla di questo con nessuno. – mi disse seria mia madre.
-Loro alloggeranno qui fino alla tua decisione, ragazzi le vostre camere sono al piano superiore, le vostre valige sono già sopra. –
-Scusatemi, vado in camera mia. –
Chiusi la porta a chiave e mi feci una doccia lunga e rilassante. Era successo tutto questo, e non ne potevo parlare con nessuno, nemmeno con Matt ed Emily... Ora la decisione era la mia. Uscii dalla mia doccia e mi legai i capelli, misi dei pantaloncini sportivi e una maglia leggera, faceva davvero caldo oggi. Mi buttai sul letto e chiamai Matt.
-Ehi mora dimmi. -
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S.P.Y
ActionPuò la vita di una sedicenne qualunque diventare una vera e propria avventura? Si può passare da una vita normale ad una vita pericolosamente segreta? Alyssa, 17 anni, dovrà tenere il segreto più grande della sua esistenza per sé, non potrà parlarne...