capitolo 5

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Sono appoggiata al muro del corridoio con Haley che parla di qualcosa che nemmeno mi interessa. Stiamo aspettando Emma che è andata in bagno. I corridoi semibui sono pieni di studenti che escono fuori per prendere una boccata d'aria all' intervallo, cosa che dovremmo fare anche noi ma sembra che Emma sia caduta dentro la turca. Comincio a vagare con lo sguardo e ad un certo punto incontro i meravigliosi occhi di Fra che ora sono verdi e non azzurri: forse è una questione di luce. Mi ha notata anche lui; mi sorride e fa un cenno con la testa verso l'ingresso della scuola per invitarmi a seguirlo, indico la ragazza dalla pelle scura e le treccine rosse che è vicino a me per fargli capire che sono con lei e non posso lasciarla. Mi sorride e mi saluta timidamente con la mano voltandosi subito e uscendo. Accidenti, ho perso un'occasione che poteva rivelarsi preziosa!
Finalmente arriva Emma e usciamo. Gli studenti sono raccolti in gruppetti, alcuni professori fumano delle sigarette vicino all'entrata, il vento soffia spostando le foglie ma non i nuvoloni grigi che c'erano anche questa mattina. Vedo Leo vicino a Fra, ne approfitto e mi avvicino.
"Ciao Fra, ciao Leo!" Li saluto e Francesco mi guarda interrogativo, forse pensa che gli abbia mentito... Improbabile!
"Hey, ieri non ti ho mandato nessun messaggio perché ero a fare shopping a Londra." Mi dice Leo.
"La prossima volta avvertimi, sai perfettamente che ho una voglia matta di viaggiare e di visitare Londra." Dico facendo la finta offesa.
"Non l'hai invitata?!" Chiede Fra con un'espressione contrariata, molto contrariata.
"Ma sì che l'ho invitata, probabilmente non si ricorda di aver rifiutato l'invito." Dice Leo guardandomi minaccioso.
"Ah sì, dovevo studiare per un'interrogazione." Dico sorridendo.
"Allora sarai dei nostri la prossima volta?" Chiede speranzoso Fra.
"Spero di sì!" Dico. Francesco allora annuisce e non dice più niente. "Beh, io torno dalle mie amiche. Ciao!" Saluto e me ne vado.

Emma e Haley mi guardano stupite senza dire niente. Rimangono un paio di minuti a guardarmi ma quando suona la campanella si risvegliano dal loro stato di trance e entrano nell'edificio. Haley ci saluta e va nella sua classe mentre io ed Emma andiamo nella nostra.
"Oggi vieni a casa mia? Ci sarà anche mio zio." Chiedo ad Emma.
"Ok" risponde sorridendo.
"Perfetto."

Per il resto della mattina non parliamo. Appena torno a casa mi sdraio sul letto e mi addormento, non so da dove arrivi tutta questa stanchezza. Qualcuno bussa insistentemente alla porta di casa: a momenti la sfondano... Vado ad aprire e vedo mio zio ed Emma con una faccia abbastanza irritata. Entrano in casa dandomi una spallata. Solo perché mi sono addormentata fanno questa scena!
"Scusatemi tanto, miei signori supremi!" Dico.
Non rispondono e continuano a guardarmi male. Sbuffo e mi siedo su una sedia. Dopo qualche minuto di silenzio Emma e Thomas cominciano a parlare ignorandomi. Che carini!
"Siete dei bambini!" Dico sbuffando.
"Gne gne!" Dicono in coro.
Ditemi che non l'hanno detto veramente. Alzo gli occhi al cielo e mi do uno schiaffo sulla fronte.

Continuano a parlare ancora tra di loro perché l'argomento di cui stanno parlando non mi interessa: informatica. Emma non sa niente ma a quanto pare è curiosa; no, non è curiosa ma vuole fare colpo su mio zio. E se un giorno dovessi chiamarla "zia"? No, è assurdo. Non succederà mai. Speriamo...
Li guardo parlare, le loro facce sono a qualche centimetro di distanza e parlano a bassa voce. Le loro mani, appoggiate per terra, quasi si sfiorano. Si guardano come se si stessero mangiando con gli occhi. Magari qualcuno guardasse me così! Starò per sempre da sola a questo punto.
Mio zio porta i capelli di Emma dietro il suo orecchio e lei abbassa lo sguardo civettando. Ok, ci sta provando di brutto con Thomas.
Thomas le sorride dolcemente e poi continua a parlare di informatica. Non accadrà nulla tra di loro, non accadrà nulla. Sto alimentando vane speranze... No, sii positiva, Christina!

Mi sto annoiando quindi prendo dei biscotti, scelgo un film, mi siedo tra i due che flirtano e faccio partire il film.
"Stavamo parlando!" Dice Emma stizzita.
"Sì è siete entrambi impegnati!" Dico guardandoli male. Abbassano lo sguardo e poi cominciano a guardare il film. Dopo poco si addormentano entrambi con le loro teste sulle mie spalle.

Devo fare pipì, accidenti! Ora come faccio? Li scrollo un po' ma non si svegliano. Appoggio le loro teste sul pavimento e vado in bagno. Quando torno, li trovo abbracciati mentre dormono. Perché hanno cambiato posizione?! Io non li ho autorizzati! Cerco di separarli ma sembra siano incollati, come si separano due persone? Uhm... All'improvviso mi viene l'illuminazione: prendo un coperchio e un mestolo e con il mestolo colpisco con tutta la mia forza il coperchio.
I due si alzano di scatto, spaventati a morte. Comincio a ridere mentre mio zio ed Emma mi colpiscono con dei cuscini insultandomi. Sono un genio del male!
"Non lamentatevi, la prossima volta userò una di quelle trombette da stadio." Dico tra le risate. Smettono di colpirmi con i cuscini perché sono stanchi, fiacconi!
Si guardano e cominciano a ridere. Vorrei trovare qualcuno che mi guardi come si guardano questi due. Sono grande e dovrei smettere di cercare il principe azzurro ma sono un'inguaribile romantica che cerca di nascondersi nella sua freddezza. Poi mi viene in mente Alaska, prendo una delle mie scarpe che era finita sotto il divano e la lancio a mio zio: "Pensa ad Alaska, cretino!" Tom impallidisce e si alza: "Scusatemi ma devo andare, ciao!"
"Ciao!" Lo salutiamo io ed Emma.

"Chi è Alaska?" Chiede Emma dopo l'uscita di scena di mio zio.
"Uno dei cinquanta stati degli Stati Uniti d'America." Dico sorridendo, ovviamente sono sarcastica e non voglio dire chi sia Alaska.
"Smettila, è la sua fidanzata?" Chiede.
"Lo sapevi e potevi evitare di chiederlo, no?!" Dico spalancando le braccia e alzando le sopracciglia.
"Mi dà fastidio quando fai così!" Dice incrociando le braccia.
"Beh, dovrai farci l'abitudine."
"Già..." Dice "devo proprio abituarmi. Senti, ora devo andare. Ti va di vedere un film sabato?"
"Va bene, facciamo qui?" Chiedo
"Certo! Ora vado, ciao."
"Ciao!" Le sorrido e lei esce. Penso ci sia rimasta male ma non dovrebbe: ha Marco!
Emma è una di quelle persone che non si accontenta mai, nemmeno quando raggiunge i suoi obiettivi perché si lamenta del fatto che abbia faticato per ottenere ciò che voleva. A volte si arrende e io l'ho rimproverata spesso per questo motivo; è come se tutto le fosse dovuto! Ogni tanto sembra viziata ma è mia amica e devo accettarla per quello che è.
"Che male! Muro, da quando sei qui?! Ammettilo: ti sei spostato per dispetto!" Dico dopo aver sbattuto contro il muro; come dice sempre Leo: prima o poi mi amputeranno qualcosa.

La mia migliore amica è mia ziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora