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Martina Pov.
Jorge apre la porta di casa ed io in punta di piedi cercando di non fare rumore vado verso camera sua. Staranno sicuramente dormendo tutti dato che sono quasi le due di notte.

Prima quando siamo entrati in macchina mi ha chiesto di andare a dormire da lui, all'inizio avevo detto di no perché dovevo prima passare da casa per prendere il cambio per la notte e per il giorno dopo, non posso di certo indossare quest'abito mentre torno a casa!

Ma lui ovviamente, ha saputo farmi cambiare idea con le sue parole sdolcinate e con gli occhi da cerbiatto. Come facevo a dire di no? E così ho chiuso gli occhi sospirando rumorosamente rispondendogli che sarei venuta nonostante non avessi nulla con me.

Fortunatamente Samantha e Junior se ne sono andati a casa dopo poco di me e Jorge quindi mia madre ha creduto alla bugia che le ho detto cioè che sarei andata a dormire da Sam. E per paura ho avvisato anche lei e con tranquillità mi ha risposto: "Va bene, non dirò nulla! Mi raccomando fate del sano sesso. Ma fate anche attenzione a non farmi diventare zia!"

Per poi staccarmi il telefono in faccia e come se non bastasse Jorge aveva sentito tutto perché in macchina regnava un silenzio tombale e stranamente non era scoppiato a ridere per ciò che aveva sentito ma fece un sorriso, curvando il lato destro del suo labbro.

Le mie guance divennero rosse soprattutto per l'ultima parte. "Fate attenzione a non farmi diventare zia" Non potrei mai diventare madre alla mia età. È una responsabilità troppo grande e penso che Jorge non sarebbe d'accordo.

Arrivo vicino alla porta della camera e senza nemmeno accendere la luce mi dirigo verso il letto buttandomi sopra. "Che bello." Sospiro per la morbidezza del materasso e per il calore delle coperte di lana.

Sento la porta chiudersi e poi una risata.
"Cosa c'è? Mi fanno malissimo i piedi. Sono stata un giorno intero a fare prove su questi fastidiosi tacchi. Vorrei vedere te." Dico sfinita togliendomeli buttandoli rumorosamente per terra.

Jorge si spoglia completamente indossando solo un paio di pantaloni del pigiama color grigio mentre sopra non lascia niente.

"Mi dai una felpa?" Gli chiedo alzandomi mettendomi seduta ed incrociando le gambe a modo indiano.

Si dirige verso l'armadio accanto alla scrivania ed aprendolo estrae una felpa nera molto grande che sicuramente mi sarebbe arrivata più di metà coscia e il cappuccio è altrettanto nero. Me la lancia addosso ed io in tutta risposta gli faccio il dito medio.

Sotto il suo sguardo mi alzo dal letto e prendendo la parte di sotto del vestito lo porto verso sopra la mia testa per levarlo rimanendo solo in intimo di pizzo nero - che mi obbligò Catherine a comprarlo perché secondo lei mi stava da Dio - e abbassandomi leggermente prendo le scarpe che avevo buttato prima per terra e girandomi intravedo Jorge leccarsi il labbro inferiore, non curandomi di lui poso le scarpe vicino alla porta.

Prendo la felpa che avevo buttato sul letto e indossandola non la chiudo e prendendo il codino dal mio polso mi faccio una coda alta.

"Non ti chiudi la felpa?" Mi chiede con la voce tremante Jorge che è di fronte a me.

"Perché dovrei?" Gli chiedo prendendo una salvietta dalla mia borsa che porto sempre con me per sicurezza e la passo per tutto il viso anche se non è rimasto così tanto trucco.

"Prenderai freddo e poi rischieresti di prendere anche la febbre. Non è estate ma inverno." Dice serio incrociando le braccia facendo evidenziare i suoi muscoli.

Alzo un sopracciglio ed indico il suo petto. "Eppure tu sei a petto nudo come sempre e non hai mai preso la febbre."

Lui alza gli occhi al cielo proprio come facevo io ogni volta che lui mi richiamava, mormorando: "Te la devo abbottonare io?!"

Il ragazzo del Bronx 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora