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Martina Pov.
"Dimenticare il dolore è difficilissimo, ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più. La felicità non ci lascia cicatrici da mostrare. Dalla quiete impariamo così poco."

Chuck Palahniuk aveva ragione, in tutto ciò che ci circonda che sia amore o che sia un qualsiasi altra cosa importate per noi, sarà sempre difficile dimenticarla.

Spesso noi esseri umani viviamo nella convinzione che tutto è per sempre, soprattutto quando si tratta di felicità.

Ci sono momenti in cui ricordi tutti i momenti felici, ci sono momenti che solo guardando una semplice foto tu ricorda tutto. Anche cose che pensavi di aver dimenticato. Ed è vero che le foto sono come ricordi.

Ieri sera mentre mettevo le ultime cose nella valigia, prendendo dal mio cassetto del comodino il mio borsellino delle creme ho trovato una foto.

Ho appoggiato il borsellino sul comodino e ho afferrato la foto, mi sono seduta sul letto e la guardavo attentamente.

L'unica cosa che guardavo erano i miei e i suoi occhi. Sembravano così sinceri.

Lui che mi abbraccia da dietro sul letto mentre mi guarda ed io che gli sorrido godendomi il suo abbraccio stretto.

Era una foto abbastanza vecchia. Non ricordavo nemmeno di averla fatta, a dire la verità.

Senza accorgermene una lacrima rigò la mia guancia ed io la posso subito dove stava prima e finì di sistemare tutto.

E per tutta la nottata non ho fatto altro che pensare a lui. Magari, tutti quei momenti che abbiamo passato erano falsi. Falsi ricordi.

La differenza tra i falsi ricordi e quelli veri è la stessa che c'è per i gioielli: sono sempre quelli falsi che sembrano i più reali, i più brillanti.

"Sei abbastanza silenziosa oggi." Esordisce Cole mentre guida.

"Già." Mi aggiusto sul sedile.

Apre la bocca per chiedermi qualcosa ma io lo interrompo. "Dove sarebbe l'appuntamento con Junior?"

"Dovremmo andare da suo zio che ha l'officina, anche se non so perché." Alza le spalle confuso mentre gira verso la via di casa di Junior, l'officina sta proprio accanto casa sua.

"Non potevamo vederci direttamente sotto casa mia?" Sbuffo. "È anche più vicina."

Sospira non sapendo che dire. Giro lo sguardo fuori dal finestrino, è ancora presto. Sono le sette del mattino e molti negozi sono ancora chiusi.

Di solito iniziano ad aprire verso le otto, tranne i bar ovviamente.

"Non hai portato troppe cose per un semplice weekend?" Indica la parte dietro dove ci sono le valige.

Quando è venuto a prendermi, non poteva crederci di quante cose io mi sia portata. Lui invece solo un piccolo borsone.

"No, ho solo portato la borsa nera grande e una piccola valigia. Ho messo il necessario." Incrocio le braccia.

"Necessario?" Alza un sopracciglio girandosi verso di me.

"Non puoi capire, non sei una ragazza." Scuoto la testa mentre lui inizia a ridere.

Guardo in alto fuori dal finestrino, verso le nuvole, le ho sempre amate. Da bambina amavo stendermi sul prato del parco e fissarle insieme a Samantha.

In ogni nuvola trovavamo una figura, che infatti avevano delle sembianze particolari simili ad un oggetto, un animale o una semplice sagoma.

Io e lei pensavamo che fosse la nostra fantasia a vedere quelle semplici nuvole assumere varie sagome diventando ai nostri occhi un qualcosa di fantasioso è stupefacente.

Il ragazzo del Bronx 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora