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Mentre correvo fuori dall' aula pensavo che lui ora che ho fatto sapere che eravamo amici mi avrebbe tormentato per il resto della mia vita.

Corsi così veloce che le gocce di sangue e lacrime avevano bagnato il pavimento.

Corsi in bagno: l' unico posto dove potevo avere un po' di privacy.

Chiusi la porta  a chiave così magari capivano che mi dovevano lasciare in pace.

Dopo 5 minuti persi a piangere sento bussare alla porta:

M: apri...
Io: chi sei? E cosa vuoi?
M: sono...Marco e voglio solo parlare con te
Io: puoi parlarmi benissimo anche da fuori
M: no io voglio guardarti negli occhi.

Io fidandomi di lui aprì la porta e iniziò a parlare guardandomi negli occhi:

M: senti...volevo chiederti scusa per averti trattata male
Io: perché mi chiedi scusa proprio ora?! Perché hai scoperto che eravamo amici!? Se non ti dicevo nulla continuavi a tormentarmi!!
M: no...non è vero. Ti ho preso di mira solo perché pensavo che se ti avessi lasciato fare mi avresti manipolato.

Io: perché pensi questo?!
M: perché 2 anni fa quando mi trasferì andai a Firenze dove a scuola mi mettevano tutti i "piedi in testa"; e un anno fa mi trasferì di nuovo e questa volta qui dove decisi di diventare il bullo per non permettere a nessuno di prendermi in giro.

Ricominciò a uscire sangue dalla bocca.

M: ..ah...mi dispiace tantissimo, ti porto in infermeria
Io: non è niente, davvero.

M: come non è niente, ti ho dato pugni e schiaffi che ti fanno solo sentire male, guarda ti sanguina la bocca....mi dispiace.
Io: non.....f-fa..nie..n.ni..

....

Mi svegliai su un letti o bianco con accanto qualcuno mi sembra sia Marco:

M: ti sei svegliata finalmente
Io: dove sono?  Cosa mi è successo?
M: sei svenuta per la perdita eccessiva di sangue e ti ho portato in infermeria
Io: mi dispiace di averti causato tanti problemi
M: non dirlo neanche per scherzo! Io mi devo far perdonare.

Mi tese un pugno che io accettai e ribattei.

M: amici?
Io: amici.
M: dai su ti accompagno a casa ormai la scuola è finita mezz'ora fa
Io: non preoccuparti ci riesco da sola
M: ne sei sicura?
Io: si

Mi alzai per provare a camminare ma appena provai a fare un passo caddi a terra:

M: e per fortuna che ci riesci anche da sola...su vieni

Mi mise un braccio sul collo per aiutarmi a camminare, e mi accompagnò a casa:

M: come se la passa tua sorella Aurora?
Io: bene, mi ha trascinato lei qui...ma credo abbia fatto bene
M: benissimo.

Arrivati sotto casa mia mia zia dall' altra parte della via venne verso di noi:
Z: ciao Mara, chi è lui?
Io: zia, ti ricordi Marco il mio vecchio amico di Milano
Z: ah si quello che hai detto di non voler più vedere o avere notizie
M: cos'è sta storia?
Io: bhè... te ne eri andato senza dirmi niente era giusto che mi arrabiassi.
M: non hai tutti i torti
Io: lo so , sono un genio
M: certo come no stupidina

E diede una pacca sulla testa

Z: ok...Marco vuoi rimanere per pranzo?
M: se non è un disturbo
Io: zia, tu stai tranquilla farò io qualcosa per questo pidocchio tu poi pure andare a casa a riposarti
Z: ok. A dopo ragazzi.
M: ma non eri tu il pidocchio?
Io: non farti troppe domande che la tua testolina può esplodere
M: ahaha ahaha ahaha molto divertente
Io: lo so.

Entrati in casa dissi a Marco che poteva salire in camera mia mentre io facevo la pizza.

Appena la misi in forno raggiunsi in camera mia; stava seduto sul letto guardando le mie foto  con lui di quando ero piccola, era di spalle.

Piano piano mi avvicinai a lui:
Io: buuu!

Mi prese e mi sollevò mi buttò sul letto mentre io ridevo come una matta.

M: mi sono preso un colpo
Io: ahahha lo vedo...che stavi facendo?
M: guardavo le nostre foto da piccoli e mi sono accorto di una cosa
Io: cosa?
M: ero un figo a 12 anni
Io: infatti ora non lo sei
M: invece tu sei sempre molto carina
Io: grazie pidocchio, ti voglio bene.
Sentì un rumore e pensai fosse la pizza.
Scesi e spensi il forno, e ci mangiammo la nostra pizza.
Dopo rimanemmo a parlare quando Marco poi dovette andare a casa.

Passai il resto del pomeriggio su instagram e netflix, finché non andai a dormire.

~il mattino seguente~

Mi alzai di buon umore sapendo di aver ritrovato un amico.

Mi vestii, scesi di corsa senza neanche fare colazione.

Corsi a a scuola non vedevo l'ora di arrivare.

(Non riesco a credere a quello che ho appena scritto)

All' entrata c'era Marco che mi aspettava, quando mi vide mi venne incontro e tutti ci stavano fissando.

Quando suonò la campanella entrammo e nei corridoi tutti ci fissavano e parlavano di noi; ma che è successo.

M: andiamo in fondo a questa faccenda.

Mi prese per una mano e mi trascinò in 2°F.

Ci venne incontro un ragazzo, che sembra conoscerlo.

M: ciao Lu
L: ciao Marco
Luciano ci guardava con una faccia pervertita ma allo stesso tempo stranita
Io: che guardi pervertito?
L: voi
M: sai mica cosa è successo a tutta la scuola?
L: davvero non lo sai?
M: taglia corto Spinelli
L: guarda.
Tirò fuori il cellulare e ci mostrò qualcosa che preferivo non vedere

CONTINUA

_SPAZIO AUTRICE_
949 parole.
Sono contenta che il secondo capitolo vi sia piaciuto così ho deciso di pubblicare anche il terzo.
Ditemi che ne pensate.
Grazie❤
_Mara

Il mio amico diventato bullo❤ ||Marco Cellucci [MOMENTANEAMENTE SOSPESO] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora