-Ahio! - si lamentò Caleb per l'ennesima volta.
-Se tu stessi fermo sarei più veloce... oh ecco fatto, ora sei praticamente come nuovo- esclamai mentre mettevo a posto la valigetta del pronto soccorso.
-Pensi di perdonarlo?- mi chiese il moro,
-Cosa?-
Non mi andava di parlarne o sarei scoppiata a piangere come facevo sempre in momenti del genere.
-IntendoMark, lo perdonerai?- insistette
-Non lo so- sospirai, -sinceramente non credo neanche di aver metabolizzato la cosa, ho bisogno di tempo- mi arresi appoggiandomi al lavandino con le mani dietro la schiena. Non ero arrabbiata, né triste, sentimenti comuni quando si parla di tradimento, ma io non sentivo nessuna di queste due emozioni, la mia era delusione. Io e Mark ci conoscevamo dai tempi dell'asilo e stavamo insieme dalle medie, non lo avrei mai creduto di un gesto del genere, eppure eccomi lì nel bagno di casa mia a rimuginare su tutto ciò. Le sue parole mi avevano ferito nel profondo, probabilmente ero stata un'ingenua a credere che avrebbe mantenuto una promessa così importante per me,ma così facendo Mark aveva perso non solo il mio affetto, ma tutti i valori morali.
-Lillian,se non ne vuoi parlare va bene, basta che non piangi, gli occhi rossi non ti donano, nascondono le sfumature verdi dei tuoi occhi- mi rassicurò Caleb alzandosi dal bordo della vasca per venirmi incontro.
-Non sto piangendo- affermai, ma la mia voce strozzata e stridula tradiva le mie parole.
-Ah no? Cosa sono queste allora?- sorrise appoggiando la sua mano sul mio viso per poi spazzare via una lacrima con il pollice, immediatamente anche l'altra mano aveva raggiunto il mio viso, accarezzandolo con una delicatezza disumana, avrei voluto spostarmi e fare l'adulta, ma non riuscivo a muovermi, avevo bisogno di quel contatto. Le sue mani erano calde, confortanti e senza rendermene conto mi ritrovai a fare un passo verso di lui, appoggiando le mani al suo petto e accorciando sempre di più la distanza fra i nostri corpi che ormai erano a qualche millimetro dal toccarsi. Sentivo il suo respiro sul mio collo e un piccolo brivido si fece strada sulla mia schiena, facendo mi socchiudere le labbra, che si sfiorarono con le sue appena prima che un urletto ci facesse sussultare e girare verso la porta del bagno.
-Max!- strillai sorpresa.
-Non ho visto nulla!- si difese la mora girandosi a mani in alto e attraversando il corridoio per allontanarsi. Anche Caleb si era allontanato grattandosi la nuca imbarazzato.
-Torno subito...- fu l'unica cosa che mi venne un mente da dire al ragazzo prima di uscire da quel maledetto bagno per raggiungere Max. Arrivai in cucina dove la mia amica mi aspettava sconvolta.
-Ma che ti è saltato in mente!?- dissi a denti stretti per non farmi sentire da Caleb che comunque era al piano di sopra.
-Ti ho chiamata sei volte senza contare Jane, hai saltato le ultime due ore e non ti trovavamo. Eravamo preoccupatissime- spiegò.
-Oh davvero? Così tanto preoccupate da andare a pranzo con i vostri rispettivi ragazzi di cui neanche sapevo l'esistenza e lasciandomi con Caleb che conosco sì e no da due giorni- sbottai.
- Mi siete sembrati più che conoscenti poco fa!- borbottò.
-Adesso non mettere in mezzo lui, pensavo fossimo amiche, che ci dicessimo tutto e che ci supportassimo a vicenda, evidentemente mi sbagliavo, pensavo che mi sareste sempre state accanto nei momenti bui, ma oggi ho avuto la conferma che non è così!- sputai.
La guardai negli occhi, erano lucidi, l'avevo ferita, ma non replicò. Aveva capito che a sbagliare erano state lei e Jane.
-Allora ciao Lillan, riferirò a Jane...- sussurrò cercando di mantenere la voce ferma. Abbassai lo sguardo e lo mantenni fisso sul pavimento finché non sentì la porta sbattere. A quel punto mi asciugai il viso con la manica del maglione e respirai profonda mente un po' di volte prima di tornare di sopra. Caleb era rimasto nel bagno, stava guardando fuori dalla finestra. Mi schiarì la voce per farmi notare e mandare giù quel groppo che mi si era formato in gola.
- Oh eccoti... tutto bene?- mi chiese mentre nervosamente giocava con un filo della garza che avavo usato per medicarlo.
-Non è niente di che, tranquillo, piuttosto, se vuoi ho delle magliette di... insomma che ti potrebbero stare, seguimi- gli intimai indicando la sua tuta macchiata di schizzi di sangue.
Seguita da Caleb arrivai in camera da letto e dall'armadio presi la prima maglietta da uomo che mi capitò sotto mano tirandogliela, ma una fitta al polso mi fece piegare in due.
-Cazzo- esclamai tenendomi il polso.
-è stato Mark vero? La prossima volta giuro che lo gonfio di botte. E se ti ha rotto il polso?- borbottò.
-Caleb apprezzo la tua premura, ma tu non centri nulla in questa storia, me la devo sbrigare da sola- dissi tirando indietro le spalle.
- E io apprezzo la tua forza e determinazione, ma non puoi fare molto contro Mark, l'hai visto? Sarà più alto di te di almeno venti centimetri ed è altrettanto forte, se solo anche ti sfiora, ti rompe!-
"Di sicuro non è delicato come te" avrei voluto dire, ma mi trattenni, siccome non era per niente consono alla situazione, e comunque aveva ragione, anche se non lo avrei mai ammesso, ero troppo orgogliosa per dargli ragione... quindi rimasi in silenzio e lo fissai negli occhi sospirando sconfitta.
-Ok, allora io vado di sotto a preparare qualcosa, ti fermi a cena?-
-va bene- sorrise. -Ah e grazie per la maglia.-
-Di nulla- gli sorrisi per poi lasciarlo cambiare mentre riuscivo dalla stanza diretta in cucina, sarebbe stata una lunga serata...
N.A.
HEEEEEYYYYY SONO TORNATA DOPO UN LUNGHISSIMOOOO PERIODO DI ASSENZA, MI SCUSA PER NON ESSERE STATA PRESENTE, MA NON AVEVO IDEE E VOGLIA DI VIVERE A SUFFICIENZA PER SCRIVERE. SPERO CHE GRADIATE IL CAPITOLO, SE VI PIACE VI RICORDO DI LASCIARE UNA STELLA E DEI COMMENTI. (le critiche COSTRUTTIVE sono ben accette).
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Untill the end of time.. {Stydia AU}
Fiksi Remaja《《《Tratto dal testo》》》 Ci guardammo a lungo negli occhi, per un tempo indefinito con l'aria autunnale che sferzava il mio viso e il freddo che mi arrossava le gote e la punta del naso. Il mio eroe era lì, con i capelli scompigliati ed un livido viol...