Gazelle. Parte 1

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T/n: tuo nome
T/c: tuo cognome
C/o: colore occhi

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Fa freddo. Non è la temperatura però. È l'aria che si respira dentro lo studio del preside. Ha detto che dovevo aspettarlo mentre usciva a fare una chiamata importante.
È tutto così rigido e cupo. Ho una sensazione strana. Non ho fatto nulla però per meritarmi un udienza con lui.

Il preside rientra nel suo studio e si mette dall'altra parte della scrivania.
"Allora signorina t/c. Quella che sto per darle è una notizia terrificante."

Mi si gela il sangue nelle vene.

"Parli" ordino io vedendo che la sta tirando per le lunghe.

"I suoi genitori hanno avuto un incidente."

Spalanco gli occhi "dove si trovano ora? Come stanno?" quasi urlo.
Il preside abbassa lo sguardo "vede signorina. Loro non ce l'hanno fatta"
I miei occhi si riempiono di lacrime "COSA SIGNIFICA?" urlo in preda al panico.

"Signorina t/c, si calmi, la prego" mi dice lui.
"COME FACCIO A CALMARMI?" gli sbraito contro e mi alzo da quella sedia che sembra risucchiarmi sbattendo le mani sul legno laccato della scrivania.
"T/c. Mi dispiace molto. Ma siccome i suoi parenti sono in Italia, dovrà essere portata in un orfanotrofio"
Dice fin troppo tranquillamente.

Esco dallo studio sbattendo la porta. Non ho nessuna intenzione di essere internata in un orfanotrofio.

Un ragazzo che conosco da un paio di mesi mi guarda triste e preoccupato da una delle sedie fuori dalla presidenza. Sicuramente dovrà parlare con il preside.
"Mi dispiace t/n, ho sentito tutto." mi dice quasi troppo dolcemente e addolorato per il suo carattere. Si alza e mi viene incontro.

Mi avvicino a lui piangendo come una disperata. Ma infondo, é quello che sono. Una disperata.
Torch subito mi abbraccia e mi stringe a se. Lascia che le mie lacrime bagnino la sua maglia e mi accarezza dolcemente i capelli sussurrandomi vari "shh" per farmi stare calma.
Ma al contrario inizio a singhiozzare violentemente. Non ho nemmeno la forza di ricambiare l'abbraccio.

Percepisco dietro di me una presenza.
"Signorina t/c?" vedo Torch alzare la testa verso quello che credo sia l'uomo alle mie spalle.
Io non mi giro. Vedo soltanto l'espressione di Torch.
Sembra ostile.

"È lei" dice un'altra voce maschile alle mie spalle.
Il rosso mi guarda come se fosse dispiaciuto e preoccupato.

"Signorina t/c" la voce si fa più seria e rigida.
"Deve venire con noi" solo allora stringo forte Torch e volto lo sguardo alle mie spalle.
Il sol vedere la loro stazza e corporatura mi terrorizza.
"No" dico mentre anche Torch stringe la presa su di me.

"Non ci lascia altra scelta" dice il primo, mentre quello più grosso va a staccare Torch da me con forza.
Solo a immaginare che il mio amico sia stato staccato da me con tanta facilità mi fa capire la loro forza.
Ho paura.

"LASCIALO, LURIDO VERME" urlo trattenuta da uno dei due armadi.
L'altro notando la forza di Torch mel divincolarsi, lo colpisce e lo fa cadere a terra mentre mi trascinano via.
Urlo il suo nome. Ma lui chiude gli occhi svenendo.

I due uomini mi fanno camminare spingendomi e trascinandomi per i corridoi.
Io cerco di scappare. Di tornare da Torch ma loro non hanno intenzione di lasciarmi scappare.

Ad un tratto uno mi prende per i capelli e si abbassa fino a guardarmi negli occhi.
"Ti avverto. Mi piaci proprio, quindi ti do due mesi per farti adottare da qualcuno oppure ti adotto io stesso e mi diverto con te, capito?"

Deglutisco.
Ho una strana sensazione allo stomaco. Ho paura. Voglio i miei genitori.

****

Arrivo in orfanotrofio. Vengo portata dall'uomo di prima in una stanza e mi fa sedere con forza su una sedia.
Non appena mi alzo, mi fa sedere nuovamente ma stavolta tenendomi per non farmi alzare.

Personaggi Inazuma X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora