{Sophia}
Mi sveglio di soprassalto quando la mia guancia destra scontra il lenzuolo.
<< Che >> mi stropiccio gli occhi.
Un profumo di tabacco e vaniglia mi invade le narici, provocandomi un fremito cardiaco che mi destabilizza. Mi tiro delicatamente su dal letto e una schiena muscolosa si rivela. I miei occhi seguono la spina dorsale fermandosi all'altezza del trapezio, poi si alzano su una chioma castana inconfondibile.
Dylan è seduto sul bordo del mio letto, con i gomiti appoggiati sulle gambe e la mano destra che gli sorregge la testa, come se fosse troppo affollata e quindi dovesse sostenerla altrimenti cadrebbe a terra.<< Cazzo >> impreca alzandosi dal letto.
<< Dylan? >> lo chiamo confusa.
Lui sembra ignorarmi, gira per la stanza toccandosi i capelli dal nervoso.
<< Ti fermi un attimo e mi spieghi? >> mi alzo infastidita guardandolo negli occhi e facendo due passi verso di lui.
<< Io non devo spiegarti niente >> la sua voce profonda mi fa bloccare.
<< Sei in camera mia >> gli faccio notare.
<< Mi hai chiesto tu di rimanere, di restare >> dice accusatore.
Mi guardo intorno e i ricordi della sera precedente mi appaiono come flashback, in particolare modo la frase pronunciata prima di addormentarmi in un sonno profondo.
<< Perfavore resta, non andartene >>
I miei occhi saettano su di lui, lo studiano, si soffermano sul suo corpo fasciato da una camicia bianca sbottonata in cima e un paio di pantaloni neri. Ha un'espressione agitata e contrariata che per un momento mi fa abbassare la guardia, é dannatamente bello.
<< Ma tu sei rimasto >> metto le braccia conserte.
A quelle parole la sua espressione si fa pensierosa e il suo sguardo cupo mi fa venire i brividi.
<< Me ne vado >> dice con voce assertiva.
Quando esce dalla mia stanza rimango un attimo ferma davanti alla porta. Cerco di metabolizzare quanto accaduto ma sono sempre più incredula.
Dylan era in camera mia, freddo e distaccato, perché ha dormito con me. Era come se fosse arrabbiato con se stesso per aver ceduto e con me per avergli dato l'occasione di cedere.Non so cosa mi sia saltato in mente in realtà, più ci penso e più mi rifiuto di credere che quelle parole siano uscite dalla mia bocca.
È stata una richiesta troppo intima da parte mia e il fatto di averlo chiesto a lui mi fa entrare in uno stato di angoscia, soprattutto dopo la sua reazione.Considero il dormire insieme come uno degli atti più intimi che si possano fare con un'altra persona. La notte è un momento delicato e molto personale, vengono a farti visita i mostri del passato che si nascondono sotto il letto, riemergono le paure e le insicurezze che non ti permettono di andare avanti e rivivi scene della tua vita che speri un giorno di dimenticare perché non ti fanno dormire.
È come chiedere ad una persona di condividere con te le proprie paure, celare le proprie cicatrici, svelare i propri incubi.
È molto più che fare "sesso".
E nessuno vuole farsi conosce affondo, per quello che è. Si ha sempre paura di mostrare realmente se stessi e ne ho avuto la conferma questa mattina.Era frastornato dal suo stesso comportamento, lasciar cadere per una notte la corazza che si è creato da tutta la vita lo ha destabilizzato, e accorgersi di essersi lasciato andare con me ha provocato in lui un sentimento di disorientamento. Ha scaricato la colpa su di me, come a voler pensare che sia stata io a costringerlo a restare quando invece aveva una scelta e ha scelto di rimanere.
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RomanceDylan è il capitano della Liberty High, un ragazzo arrogante, presuntuoso e istintivo. Non esterna i propri sentimenti tanto che sembra non averne. Il passato poi non lo abbandona e sembra aver già scritto il suo futuro. Sophia invece è una ragazza...