CAPITOLO 14

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{Dylan}

Ci dirigiamo verso la casa di Jake, un ragazzo appena entrato in squadra. Ha deciso di dare una festa come inizio di questa sua esperienza, per lui è un'ottima opportunità per il college.

Arriviamo davanti casa sua e quello che ci ritroviamo davanti non è quello che ci aspettavamo. Jake è seduto sugli scalini che portano all'entrata di casa sua con la testa china.

<< Jake >> esordisce Jo.

<< Ragazzi, non pensavo sareste venuti >> si alza di soprassalto nervoso toccandosi i pantaloni.

Jake è un cucciolo di foca. Me ne sono accorto io come tutti. Ha una chioma rossa e delle lentiggini, è qui per una borsa di studio. Diligente, razionale. Mi domando cosa ci faccia in mezzo a noi casi disperati.

<< Sei della squadra ora >> dico io dandogli una pacca sulla spalla.

<< Non doveva esserci ... em, una festa? >> chiede Alex notando che non c'è nessuno.

<< Ethan mi ha preceduto, son tutti da lui >>

<< E allora cosa facciamo ancora qui? Andiamo >> suggerisce Alex.

<< Si staranno annoiando senza di noi, portiamo un po' di vita >> Jack ci fa sorridere.

<< Ma non siamo stati invitati >> Jake ci informa.

<< A noi non serve l'invito >> e montiamo in sella alle nostre moto.

La villa di Ethan è fastidiosamente bella e gremita di gente. Decidiamo di parcheggiare le moto dall'altra parte della strada, non si sa mai che qualche vicino rompicoglioni chiami la polizia. La porta è aperta in segno di invito a chiunque voglia entrare così senza esitare entriamo.

Seguiamo il rumore assordante che proviene da una porta a vetri e ragazze in bikini ci accolgono sfoderando le loro curve in una mega piscina circondata da un giardino immenso mentre la gente intorno canta, si diverte, si struscia, fuma e beve al ritmo di musica messa da un dj mai visto prima d'ora. Mi piace però, questo è il genere che fa per noi.

Le feste per me son sempre state alcol e sesso, tante belle ragazze e musica che ti rompe i timpani. Un occasione per ubriacarsi e avere la scusa dell'aver bevuto per le porcate che succedono. Una scusa per estraniarsi dalla tua vita di merda, un posto dove affondare nel dolore senza che nessuno se ne accorga. Un rifugio.

Io e l'alcol siamo una cosa sola.

<< Ha una casa da urlo >> dice Jake guardandosi intorno.

<< Paparino milionario >> sono istintivo.

<< Dovevamo rimanerci amici, sapete che belle vacanze di lusso avremmo fatto >> scherza Jo.

<< Ei ti stai per caso lamentando dei nostri weekend in montagna? >> Jack fa il finto offeso.

<< Vuoi mettere a paragone la nostra baita con ville e yacht, ma dai Jo >> sto al gioco.

<< C'è anche un bel laghetto >> aggiunge Alex.

<< Stronzi >> e tutti scoppiamo a ridere.

Ci addentriamo sempre di più nella mischia e tutti gli occhi sono puntati su di noi. Le ragazze si mordono le labbra e non ci perdono di vista, i ragazzi invece ci guardano con ammirazione o con disprezzo. D'altronde o ci ami o ci odi, non esiste una via di mezzo.
Appena vediamo un tavolo pieno di ogni tipo di birra, alcolico e cocktail ci catapultiamo a bere. Con in mano i drink decidiamo di fare un brindisi.

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