Asgard, Palazzo reale

Caro diario,
non so se conosci quel sentimento che è un insieme di felicità e stupore. È devastante. E fa crescere in me quel desiderio che reprimo con rabbia perché è sbagliato e anche se sto così bene qui ad Asgard, Vanaheim rimane la mia patria, la mia origine. Credo che sia giusto che come principessa sia fedele al mio regno e al popolo di quest'ultimo. So che dovrei essere felice di tornare a Lireigh domani.
Ma in realtà so, mio caro diario, che bruci dalla voglia di sapere cos'è successo stamattina alle prime luci dell'alba. Ci sono andata. Silenziosa come la neve a Jotunheim (1) e a piedi scalzi, mi sono avvolta nel mio scialle di lana turchese e sono uscita con il cuore in gola, stando bene attenta a non fare rumore nell'aprire il portone di accesso alle mie stanze.
Quando sono arrivata in biblioteca non c'era nessuno. Mi sono guardata intorno per un po' e dopo alcuni minuti ho deciso di andarmene. Con rabbia ho pensato che Loki doveva essere nel suo letto al caldo, sogghignando per lo scherzo riuscito. Ma quando ero già sulla soglia, ho sentito una risata sommessa. Il principe dai capelli neri e gli occhi verdi è sceso con grazia da un ripiano alto di una libreria polverosa. "Sei una pessima osservatrice." ha detto. Io ho pensato che in realtà ero io quella a doverlo rimproverare, visto che ero uscita dal letto così presto solo per seguire il suo invito. "E tu sei un pessimo oste." gli ho risposto quindi: "Non è affatto nobile far innopurtare così una principessa!" ho aggiunto poi, sperando di suonare un po' come zia Gherda.
Loki, vestito di tutto punto, ha guardato buffamente i miei piedi nudi, la mia camicia da notte e infine i miei capelli spettinati. "Parli come una damigella di corte." ha detto e io non ho saputo se prenderlo come un complimento perché le damigelle sono delle signorine dalle maniere impeccabili, o come un'offesa per essere stata paragonata ad una dipendente del palazzo.
Mi sono limitata a puntare le mie mani sui fianchi e mandargli lo sguardo più scocciato del mio repertorio: "Che cosa vuoi?" gli ho detto poi sbuffando.
Lui si è spostato verso una libreria in un angolo della biblioteca e ha preso un libro. Me l'ha dato. "Rune magiche dei nove regni - primo libro" era il titolo. Credo di aver guardato varie volte prima il libro e poi Loki, perché infine lui ha parlato come per spiegarmi: "Il tuo è caduto nella vasca ieri, tienilo." mi ha ricordato.
"Ma appartiene alla biblioteca." ho detto decisa di non fare la parte della femminuccia e gliel'ho rimesso in mano. Il principe ha sorriso sbilencamente: "Tanto nessuno legge questi libri a parte me e a mia madre e a lei posso dire di averlo smarrito." ha detto.
In quel momento credo di aver capito quella sensazione che hanno gli eroi dei miei libri proibiti, quando devono prendere una decisione difficile che potrebbe modificare la storia.
Volevo quel libro, ma non volevo comportarmi come una donzella dispiaciuta per la perdita di un oggetto prezioso.
Ho preso il volume polveroso: "Lo prendo in prestito." ho chiarito: "Lo riporto la prossima volta che torno ad Asgard." ho deciso.
Poi mi sono girata e sono andata verso l'uscita. "Sigyn?" mi ha chiamato Loki e poi mi ha raggiunto.
Mi ha abbracciato. "Fa buon viaggio." mi ha detto.
E ora basta scrivere, credo di essere ancora troppo piccola per pensare a certe cose.
Tua Sigyn

Sul divano con l'autrice
Ta-daa! Ecco a voi il quarto capitolo! Sigyn è in partenza per Vanaheim... chissà quando rivedrà Loki!
Un abbraccio EllebirFluo  ♤

(1) Jotunheim è la terra dei giganti di Ghiaccio su cui nevica tutto l'anno.

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