2. Miami.

1K 58 7
                                    

Camila's pov.

Jake anche stanotte aveva pianto senza fermasi, Clara si era occupata di lui, io me ne occupavo solo di giorno, perché di notte volevo soltanto scrivere.
Scrivevo intere storie su quanto mi mancasse Lauren, ma su quanto allo stesso tempo riuscivamo ad essere felici perché riuscivamo a mantenere la nostra relazione, anche se a distanza. Se non ci sentivamo, era per gli impegni, di giorno, ma di notte passavamo ore a parlare, ogni notte. Lei non vedeva l'ora di leggere tutto ciò che scrivevo, le piaceva leggermi dentro, mi diceva, perché per lei leggere i miei libri era sapere cosa pensavo delle cose. 
Lei lavorava con Sarah, che stranamente mi trasmetteva ancora una gelosia per il commento fatto su di lei quando le mostrai la foto, ma dovrei solo pensare che Sarah è occupata e che non può toccarla, perché su Lauren ho davvero tutta la mia fiducia. Sarah le stava sempre intorno, nonostante avesse Dinah, ma sapevo che il cuore di Lauren era soltanto mio.

Quella notte dopo aver riattaccato con Lauren, mi arrivò una sua chiamata.
"Camila?" Mi chiese.
"sì, Sarah, dimmi." Le risposi.
"Pensavo avessi cambiato numero ma fortunatamente no, beh, vedi, io volevo invitarti ad una festa. Questo venerdì. Vorrei fare una sorpresa a Lauren." Mi spiegò.
"Beh, allora, oggi è martedì... Tecnicamente potrei farcela se mi metto in cerca di un biglietto aereo."  Le dissi.
"sì, fallo. Poi all'aeroporto ci penserei io. Verrei a prenderti lì, ti porterei a casa mia e poi alla mia festa, per il resto credo che dopo andrai da lei." Disse lei.
"Sì, va bene. Ci sono." Le dissi.

Una gioia incredibile mi entrò nel cuore, rivedrò finalmente Lauren, non c'era niente che volessi di più al mondo se non questo.

"Ma in ogni caso, come va? La tua ragazza si fa sempre più bella devo dire, hai fatto un ottima scelta." Mi disse.
"Beh, si. Lo so. Comunque tutto bene, a te?" Le chiesi.

Continuammo a parlare per un po'.

***
Giovedì.

La mattina dopo avvisai sia mio padre che Clara, del fatto che sarei partita, entrambi dissero che non c'era alcun problema, ormai avevo 19 anni ed ero abbastanza libera.
Girai su internet in cerca di quei biglietti, dopo qualche ora ne trovai uno abbastanza conveniente.
Soltanto 81$, partirei domani mattina alle 7.30 e arriverei alle 11, sarebbe perfetto. Da quel che mi aveva detto Sarah, andava bene qualsiasi orario, nel caso, sarei stata a casa con Dinah, prima della festa. Chiamai subito Delta, che era la compagnia di viaggio ed ordinai i biglietti.

***
Venerdì.

Mi svegliai, sistemai le ultime cose in valigia, sarei stata lì per un tempo indeterminato, avrei potuto rimanere anche un mese o due, quindi cercai di portarmi tutto ciò che avevo.
Mio padre mi accompagnò all'aeroporto.
-Buona fortuna, ti auguro il meglio.- Mi disse, quando arrivammo. -Grazie, papà. Tu occupati di Clara e di Jake, ha bisogno del tuo aiuto.- Gli dissi, abbracciandolo. -Ora vado però, altrimenti rimango qui.- gli sorrisi staccando l'abbraccio.
Mi salutò e scesi dall'auto. Entrai nell'aereoporto.
Guardai i grandi tabelloni ed il mio aereo partiva tra dieci minuti, ero appena in orario, mi diressi verso l'uscita per dirigermi all'aereo, mostrai i biglietti all'hostess che mi augurò buon viaggio, lasciai la mia valigia ad un facchino che si sarebbe occupato di metterla nel bagagliaio.
Entrai e presi posto, nel primo libero che trovai, non erano assegnati. Ero abbastanza nervosa di rivedere Lauren e di farle questa sorpresa.
Misi le cuffiette e guardai fuori dal finestrino mentre l'aereo partiva.
Passai cosi tutte le tre ore di viaggio, non riuscii nemmeno a dormire, ero troppo in ansia.

Quando arrivai in aereoporto a New York, aspettai per prendere le mie valige, Dinah, mi raggiunse in aereoporto ed era così cambiata che a stento la riconobbi. Fu felice di vedermi ed io di vedere lei.
Aspettò con me la mia valigia, che però, non arrivò nemmeno a distanza di ore.
-Non ti ricordavo così fortunata.- Rise Dinah.
La guardai in malomodo. -Dai su, scherzo.- Rise ancora lei. Sorrisi, voleva sdrammatizzare un po'.
Parlammo con un hostess per saperne di più.
-Ci dispiace, ma evidentemente il suo bagaglio è ancora in aereo, è appena partito per andare in Germania, quindi tra un paio di giorni controlleremo e potrà riaverlo, ci scusiamo per questo, l'aereo era in ritardo e le cose sono state fatte in fretta per far sì che partisse il prima possibile. Le toglieremo 20$ dal suo biglietto, per questo disagio. Anzi, glieli do già adesso.- disse, porgendomi i 20$. -Ci lasci un suo recapito che la avviseremo quando il bagaglio sarà qui e potrà riprenderlo.- aggiunse.
-Ma un paio di giorni? Io, ho una festa importante stasera e lì dentro c'era il mio vestito.- Sbottai.
-Davvero, ci scusi. Ma non posso fare altro.- disse.
-Va bene, va bene. La ringraziamo.- Disse Dinah.
-Sù, dalle il tuo numero.- disse ancora Dinah, rivolgendosi a me.
L'hostess mi diede un foglio ed io nervosa lo compilai. Era una specie di denuncia di dispersione della mia valigia.

Ce ne andammo, Dinah mi portò a casa sua e di Sarah, ma Sarah era a lavoro con Lauren.
-Dai, non stare così.- disse Dinah, nel vedermi ancora nervosa a causa del bagaglio disperso.
-Non riesco a stare tranquilla, avevo un vestito che a Lauren piaceva tanto, i miei trucchi migliori, le sembrerò orribile.- Sbuffai.
-Credi davvero che penserà al vestito? Vorrà solo togliertelo.- Rise Dinah.
-Lo so, ma volevo essere bellissima.- Dissi.
-Per lei lo sei sempre, non ti vede da sei mesi, vorrà solo saltarti addosso, non penserà né a come sei vestita, né a come sei truccata.- continuò lei.
-Sì, ma...- cercai di dire ma mi bloccò.
-Okay, ho capito. Al trucco ci penso io, per il vestito, ti farò un regalo come benvenuto a New York, compreremo il vestito più bello di sempre, abbiamo due ore per andare al centro commerciale.- disse lei.
Un sorriso mi spuntò sul volto.
Mi sarei fatta bella per la mia ragazza.
Non vedevo l'ora di riabbracciarla.
Dovevo essere perfetta.

"Sisters." 3 | Camren.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora