Chapitre Deux

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12 febbraio

Girai la testa verso destra, dove si trovava la mia sveglia, erano le 6.00; fra mezz'ora mi sarei dovuta alzare per andare a scuola, cercai di trovare una posizione comoda per riuscire a riaddormentarmi ma fu tutto inutile.

Con decisone mi alzai dal letto caldo, scostai le coperte e misi i piedi sul pavimento freddo: ero assonnata, avevo bisogno di svegliarmi.

Con un sospiro mi diressi verso il bagno, accessi la doccia e aspetti quei fondamentali 3 minuti per far si che l'acqua si scaldasse. Accertandomi che la temperatura fosse giusta; mi spoglia ed entrai.

Le gocce calde provocarono dei brividi sulla mia pelle: comincia ad insaponarmi tutto il corpo per poi passare ai miei lunghi capelli castano scuro.

Avendo finito uscii, presi l'asciugamano e me lo legai stretto intorno al torace, per evitare che mi scivolasse lungo le gambe.

Guardai l'orologio erano solamente le 6.15 avevo ancora molto tempo; aprii le ante scorrevoli del mio armadio per cercare qualcosa da indossare, optai per una maglietta bianca a maniche lunghe scure, un paio di pantaloni neri stretti con un taglio sul ginocchio destro e le mie amate all stars nere.

Dopo essermi vestita mi ricordai che il tempo a Londra non era uno dei migliori, anzi la maggior parte delle volte faceva freddo quindi presi un giubbino di pelle nera e lo lancia sul letto.

Ritornai di corsa verso il bagno, presi il pettine e mi sistemai i capelli; notai di essere molto bianca in viso, sembravo veramente un morto, presi del fondotinta lo spalami su tutta la faccia, successivamente misi del mascara sulle ciglia, giusto per risaltare per quel poco lo sguardo.

Finalmente ero pronta.

Scesi lungo le scale di marmo ed entrai in cucina, trovando mia mamma e Noah il suo "fidanzato", a far colazione.

-Buongiorno- dissi ad entrambi.

-Buongiorno amore, dormito bene?- mi chiese lei,

Accennai un si con la testa, senza alzare lo sguardo dalla mia cartella, che avevo appena appogiato contro il muro.

Noah mi salutò di sfuggita indicandomi il telefono con la mano, capii che era impegnato.

Mi sedetti al tavolo, osservando tutto il cibo posizionato su di esso; come al mio solito non avevo particolarmente fame, decisi di mangiare una mela.

Qualche minuto dopo sentii dei passi pesanti provenienti dalla scale, era Jason.

Non salutò nessuno e si sedette di fronte a me.

Erano giorni che non parlava, probabilmente aveva problemi con la sua "ragazza" oppure non saprei, era davvero strano; si limitava ad un "ciao" qualche volta ma niente di più.

Cominciai ad osservalo nel mentre divorava la sua ciambella alla vaniglia, sembrava davvero affamato.

Alzò lo sguardo verso di me, notando che lo fissavo, -Che vuoi?- mi chiese.

Scossi la testa in segno di negazione.

Perché non potevo avere un fratello gentile e affettuoso; che la mattina salutava tutti calorosamente invece di sembrare una ragazza mestruata?

D'altro canto non si può avere tutto dalla vita, giusto?

- stamattina andrete con James a scuola; ho un'importante riunione e non posso proprio fare tardi.- sentii mia mamma dire nel mentre si ritoccava il suo rossetto rosso fuoco. - Ah inoltre, stasera io e Noah usciremo a cena con dei nuovi collaboratori, quindi non aspettateci.- prosegui.

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