non ci resta che contare le stelle.

chapter nine, louis.

December, 12, 2002
Ci sono dei momenti... momenti in cui vorrei solo sparire. Come una stella in un buco nero. andarmene, volare via. Ricominciare tutto chissà dove. Lontano, molto lontano da qui. Un posto dove posso essere libero di raccontare tutto ciò che non ho mai potuto urlare nel posto dove mi trovo ora. Un posto nuovo, che nessuno conosce. Un posto solo mio, dove posso decidere a chi farlo vedere e a chi no. Un mondo senza pregiudizi, un mondo libero. Ma invece sono ancora qui, senza una meta, un obbiettivo.
Non sento niente.
Entrò in doccia, ma non accendo la musica. Sento solo il rumore dell'acqua sulla mia pelle. Sento il calore, forse un po' eccessivo, ma non faccio niente. Lascio che l'acqua scivoli sul mio viso, fino alle gambe.
Ma non sento niente.
Arriva una chiamata, ma non esco dalla doccia. Rimango immobile. Una voce mi distrae, quella di mia sorella Lottie.
Esco dalla doccia, mi asciugo e mi sdraio sul letto. Continuo a non sentire niente.
Osservo le foto nella mia camera.
Niente.
Osservo fuori dalla finestra.
Niente.
Osservo le persone, un adulto che gioca con un bambino e con un cane.
Niente. Nessuna emozione. Nessun sorriso.

Nessuna reazione.

L'universo, in quel momento, non mi dice nulla. Ma un altro universo, quello dentro di me, mi dice anche troppo. Mi dice parole, parole che non riesco a mettere in ordine. Parole senza un ordine, senza un senso logico. Solo parole. Solo alla fine capisco che hanno senso, anche se probabilmente ce l'avranno solo per me.

Forse dovrei essere stressato, ma a quanto pare non lo sono.

Cosa sono in questo momento?

Non sento niente, assolutamente niente. Non sono umano, l'essere umano dovrebbe sempre sentire qualcosa. Io invece sento solo un profondo, vuoto e infinito niente.