Prologo

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Sono in ritardo tesoro, perdonami!
Faccio il prima possibile!
Non sai cosa è appena successo...

Emma sbuffa annoiata all'ennesimo messaggio della sua amica che le dice di essere in ritardo per la cena.
A dirla tutta, Emma non è assolutamente sorpresa dal messaggio che le è stato inviato da Jessica,soprattutto perché non ha intenzione di mettersi a cucinare qualcosa.
Blocca nuovamente il telefono e lo appoggia su una mensola del piccolo appartamento in cui vive con la sua migliore amica da ormai due anni.
Sfila una sigaretta dal pacchetto di Chesterfield blu e, dopo averla accesa, aspira avidamente guardando fuori dalla finestra.
Non ci sono tante macchine che girano a Caldwell Street, infondo Brixton non è un granché di posto in cui vivere per due ragazze di vent'anni, eppure l'affitto è buono e Primark a pochi passi da casa loro.
Si ricorda ancora di come la sua amica Jessica che a quei tempi non era ancora sua amica sia piombata in casa sua dopo aver letto l'annuncio su Facebook in cui scriveva di star cercando un coinquilino per dividere l'affitto.
Si ricorda ancora di come quella ragazza dagli occhi azzurri e i capelli mori fosse rimasta spiazzata dalla freddezza di Emma che non le aveva nemmeno stretto la mano.
"Sarà un particolare delle americane" aveva detto tra se e se, perché si, Emma si era trasferita a Londra per studiare lettere nell'università e non perché lei volesse, ma a Chicago c'erano troppi ricordi e Londra era comunque più economica ed i suoi genitori medici abbastanza comprensivi da farla andare e pagarle tutte le spese.
Emma si ricorda che solo dopo cinque mesi aveva iniziato ad avere una conversazione più lunga di tre parole con Jessica, di come questa fosse sempre disponibile, e di come poi fosse diventata la sua unica fonte di gioia.
Emma sospira al ricordo, è un enigma che solo Jessica è riuscita a capire.
Si ricorda di avere studiato che qualcuno scriveva che gli occhi sono lo specchio dell'anima o qualcosa del genere, e i suoi occhi sono grigi.
Non c'e una sfumatura di azzurro,di verde o altro, ma solo due grandi occhi grigi.
Ed Emma si sente un po' così, grigia. Apatica, la definiscono spesso.
Forse hanno ragione.
I capelli biondi mossi non li lega mai, cadono sulle spalle ossute e non sono particolarmente curati, gli occhi non sono truccati a meno che Jessica non la obblighi a conciarsi decentemente perché Quando sarai vecchia ti pentirai di non averlo fatto ed Emma in realtà pensa solo che non le interessa proprio niente.
Tanto le persone sono stupide e in generale a lei non sono mai piaciute.
Non era sempre così, lei se lo ricorda.
Non ha vestiti attillati, le felpe vanno bene.
Jessica, invece, è l'esatto opposto.
Esuberante, bella, provocante e più spensierata.
"Sono a casa!" urla la mora sbattendo la porta che cigola lievemente.
Emma alza gli occhi al cielo e spegne la sigaretta nel posacenere posizionato sul tavolino in legno vicino al divano,che guarda alla piccola televisione nera. "Ma sono le nove di sera, non hai preparato niente?" chiede Jessica dopo aver appoggiato la borsa sulla mensola ed essersi cambiata.
"Dovevo?" chiede di rimando Emma e sente l'altra sbuffare "No, hai ragione. Ordino della pizza,mh?" chiede con già il telefono in mano.
L'altra fa un cenno di assenso non troppo convinto perché nemmeno il cibo le piace tanto, o meglio, l'idea di mangiare non le piace tanto.
Dopo che Jessica ha chiamato la bionda le porge una Corona appena presa dal frigorifero e si siedono entrambe sul divano.
"Quindi, cos'è successo esattamente?" chiede la bionda ripensando al messaggio di prima.
"Ah, oddio, tu non puoi capire!" si agita la mora subito e a Emma già non le piace cosa sta per dirle.
"Era a lavoro no? - dice gesticolando velocemente- e per sbaglio ho rovesciato il caffè addosso ad un ragazzo incappucciato,e , oddio, è stato assurdo!" Emma si chiede come una che lavora in un bar possa essere così felice ogni volta che torna dal lavoro, eppure non la interrompe.
"Sai chi era?" le chiede poi e la bionda scuote la testa come a dire come cazzo faccio a saperlo? "Era Louis Tomlinson, cazzo!" urla la mora e Emma la fissa, pensando, cercando di ricordare se e perché ha già sentito quel nome.
"Cantante? One Direction? Figo da paura?" le va incontro l'amica che si chiede perché diamine Emma non viva al mondo che c'e ma rimanga sempre chiusa nella sua bolla.
"E gli hai chiesto una foto?" chiede allora lei ricordando di aver sentito della boy band che sta scalando tutte le classifiche mondiali.
Sono cinque, se non sbaglia.
"Ma no, cosa dici" sbuffa l'amica.
"E allora perché sei così felice?" chiede senza comprendere ancora cosa ci sia di così eccitante.
"Beh... lui mi ha visto e io gli ho chiesto scusa,ovviamente, e poi mi ha invitato alla festa del suo amico Harry, ce l'hai no? Harry Styles?".
Emma non sa esattamente cosa rispondere.
Non sa se essere allibita per il fatto che la sua amica sia così gasata per niente oppure per il fatto che conosca tutti i nomi di questa famosa band.
L'altra invece, è allibita per l'ignoranza della bionda.
"Non capisco -la ferma allora Emma- perché ti ha invitato?" chiede, "Forse perché si è accorto di quanto sono bella? O simpatica? O entrambe le cose?" "O forse perché vuole solo portarti a letto?" la riprende la bionda.
Jessica sbuffa "Fa lo stesso, me lo farei con piacere".
Jessica non è una troia, lo sa lei e lo sa Emma. Ha ventidue anni e le piace il sesso, il divertimento e gli shot presi con sconosciuti. Le piace sentire l'adrenalina, le piace essere al centro dell'attenzione e piace molto ai ragazzi. Quindi, Jessica non è una troia, semplicemente è una ragazza giovane. Emma lo dice spesso che è sprecata per tutti quei ragazzi ubriachi,lei lo sa, ma non le interessa e preferisce le cose facili, senza troppi impegni. Per questo mentre Louis la guardava con desiderio lei voleva solo la sua bocca dentro la sua, e per questo ha accettato di andare alla festa.
"Non avevo dubbi" risponde ironica Emma e poi appoggia la birra finita sul tavolino. Si accende un'altra sigaretta e poi le chiede "Come farai a farti dare tutte le informazioni?" chiede e Jessica spalanca gli occhi "È questa la cosa assurda! Mi ha chiesto il numero e mi ha detto che mi manderà tutte le informazioni entro questi giorni" "Bene, ora puoi dire di avere rimorchiato una superstar" ridacchia Emma senza entusiasmo.
"Ah, e la cosa più divertente, è che tu verrai con me a questa festa" le dice Jessica ed Emma la fissa dura.
Sarà una serata lunga, Jessica alla fine la convincerà e Emma non lo sa, ma quella festa sarà l'inizio della fine.

SAVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora