Passeggiando tranquilla vicino ad un lago vedeva uscire ogni giorno i ragazzi da scuola. Era il liceo artistico, la scuola che avrebbe tanto voluto frequentare da bambina ma che le fu impedito. Durante le sue passeggiate tranquille rifletteva su ciò che era adesso la sua vita. Suo padre pochi anni prima avevo premuto insistentemente che trovasse lavoro, per via della sua folle ansia. Lei cercava lavoro ma nessuno rispondeva alle sue richieste. Li aveva inviati sia per posta i curriculum, sia per e-mail e anche di presenza era andata. Ma il lavoro non arrivava mai. Perciò si era accontentata di un lavoro facile da ottenere. Aveva spartito i giornali vicino casa in cambio di una miseria che non era neanche il minimo stabilito per legge, ma era solo una cifra simbolica, una sorta di paghetta tanto per dire "grazie per averci fatto questo favore". Quindi aveva lasciato dopo cinque mesi perché era un lavoro lungo e stancante e non veniva retribuita seriamente. Ma sapeva che all'inizio doveva accontentarsi di qualsiasi cosa pur di cominciare in quel nuovo mondo a lei sconosciuto, anche perché suo padre insisteva e la esasperava, anche se la situazione non dipendeva da lei. Ha attraversato momenti molto bui in cui chi avrebbe dovuta amarla e proteggerla invece non gli interessava di lei delle sue aspirazioni, delle sue difficoltà anche nel trovare un lavoro qualunque, e la faceva sentire una nullità; un periodo in cui non si è sentita né amata né rispettata.
In un periodo in cui suo padre era particolarmente arrogante ed insistente decise di parlarne alla sua amica della violenza psicologica che subiva a casa e delle continue vessazioni, cercò in un messaggio disperato di spiegarle la brutta ed insopportabile situazione in famiglia, anche perché qualcosa lei già sapeva, conosceva i problemi mentali di suo padre, e cercò conforto e magari anche un aiuto per trovare lavoro, anche se quello che si aspettava principalmente era la sua comprensione e la sua solidarietà e una parola di conforto. Invece le sue parole furono:
"Che cosa vuoi da me. Purtroppo devi capire che è difficile anche per i nostri giovani"
E altre parole che risultarono solo fredde e distaccate. Capì immediatamente che non voleva assolutamente aiutarla e che se ne stava lavando le mani. Lo disse in maniera arrogante quella volta e continuò a ribadirlo in maniera velata con la sua ipocrisia molte altre volte.
Poi trovò lavoro in un fast food, che durò solamente un mese (grazie a Dio) perché veniva trattata male dai colleghi e perché era un lavoro duro dove c'era poco tempo per respirare e richiedeva troppa velocità, cosa a cui lei non era abituata.
Poi grazie all'aiuto di una persona che si dimostrò veramente un'amica, trovò lavoro in un ristorante di un museo tecnologico in cui lavorò per tredici mesi. Anche lì veniva trattata male da alcuni suoi colleghi, ma con altri si trovava bene. Fu dura soprattutto all'inizio perché il lavoro era molto faticoso ed impegnativo e richiedeva molta velocità e soprattutto i colleghi non la accettarono all'inizio e la trattarono male alcuni. Ma lei tenne duro fino al giorno in cui la situazione davvero degenerò troppo e allora decise di lasciare il lavoro. Subito dopo frequentò una scuola di orientamento al lavoro in cui le fecero scrivere molti curriculum nella lingua del posto e che inviò per provare una moltitudine di lavori. Ma alla fine riuscì a provarne soltanto due. Ma anche lì le cose andarono parecchio male, ancora peggio di quando lavorava o di quando ancora prima cercava lavoro quando anche chiedeva alle agenzie di viaggio di prenderla perché aveva quel diploma così da farle fare pratica e insegnarle bene il mestiere.
Fece quasi due settimane di prova presso un fioraio, la Chef per qualche motivo sconosciuto la giudicò male e non le fece neanche completare le due settimane dicendole subdolamente che non era adatta a quel lavoro né lì né da nessun'altra parte e che avrebbe fatto bene a sposarsi così non sarebbe stata costretta a lavorare visto che aveva già 25 anni e non era adatta a nessun lavoro e visto che non sapeva ancora chiaramente cosa fare nella vita. Ma Anastasia non era fidanzata, non ne aveva mai avuto uno, però tante volte era stata innamorata. Poi lavorò due settimane in un asilo con dei bambini molto piccoli e lì trovò il lavoro che desiderava (come alternativa pratica a ciò che voleva fare idealmente come sogno, cioè la regista). Ma anche in quel posto di lavoro la giudicarono in maniera negativa perché non era ancora pratica e non sapeva quasi nulla e perché si era aggravata di salute ed era molto stanca; ma questo loro non lo sapevano, e scrissero un rapporto abbastanza negativo su di lei. Ma lei decise comunque che l'anno dopo voleva continuare a lavorare con i bambini perché lei li ama e si trova a suo agio con loro; è solamente con gli adulti che non si trova a proprio agio, specialmente con quelli che pretendono la perfezione da lei senza dire e spiegarle nulla.
In passato quando aveva dodici anni si era presa una forte cotta per un ragazzo di qualche mese più piccolo. Lo amava molto, ma era un amore non sano perché non era corrisposto e per lei era diventato un'ossessione che durò due anni, così tanto tempo poteva sembrare vero amore ma credetemi era soltanto una bella e tosta cotta in un periodo in cui si è appena fatto un passo verso la crescita, l'inizio dell'età critica e terribile dell'adolescenza, un'età però che potrebbe essere anche molto bella e piena di esperienze, ma che così aimè non fu per la povera Anastasia. Lei negli anni dopo che passò quell'assurda e inspiegabile cotta in cui aveva creduto seriamente che con quella persona si sarebbe sposata poi sprofondò in una profonda e cupa e soffocante disperazione e depressione in cui si scatenarono tutte le cose subite a causa del padre e di altre persone vicine durante l'infanzia; infanzia che nonostante tutto fu bella perché giocava ogni giorno dopo aver fatto i compiti con i suoi fratelli e le sue cugine. Ma subì davvero maltrattamenti anche dal padre, che quando era troppo piccola e indifesa le insegnò squallidamente a masturbarsi e poi davanti alla madre rimproverava la piccola dicendole che era sbagliato masturbarsi, ma quello che nessuno sapeva che era stato proprio lui a insegnarglielo e malvagiamente fingeva davanti la madre, davanti sua moglie. Sua madre non seppe mai la verità da chi avesse imparato così piccola quelle cose, lei aveva solamente tre anni. Sarebbe stata una persona più sana e più felice se avesse avuto un padre normale, e non così malato di mente. Lei ovviamente non sapeva cosa fosse e che era sbagliato fare una cosa così sporca. E poi conoscendo meglio la volontà di Dio capì che era sbagliato e doveva smettere, ma le ci volle tantissimo tempo prima di riuscire a smettere perché ormai purtroppo era un vizio un vizio insegnatole quando era troppo piccola e indifesa. Non riuscì a raccontare questa atroce verità mai a nessuno. Era troppo imbarazzante anche perché nessuno sa che suo padre è un mostro che negli anni successivi ha continuato a fare violenza psicologica su di lei perché era femmina e lui non aveva rispetto per lei perché era più fragile essendo una ragazza e non aveva la stessa forza di un uomo. Molte volte le fece pesare a parole e con le azioni il fatto che fosse donna fino ai giorni in cui la vessò pesantemente e arrogantemente per il fatto che ancora a ventitré anni non trovasse lavoro facendola sentire una nullità come se non valesse nulla. E quando la persona che credeva amica le rispose arrogantemente senza darle speranza con le parole, senza una sillaba di conforto allora la sua disperazione la fece sprofondare. Però lei aveva inviato lo stesso messaggio ad un'altra conoscente, che invece le rispose in maniera molto diversa, in maniera molto incoraggiante e le disse che l'avrebbe aiutata a scrivere e inviare i suoi curriculum; e infatti lo fece. Con questa persona infatti a tutt'oggi ha un bel rapporto, mentre la persona ipocrita che si fingeva amica e poi l'ha pugnalata non fa più parte della sua vita già da tempo.
Purtroppo Anastasia era costretta ancora a vivere con quella squallida persona che è suo padre e con altre brutte situazioni in famiglia con suo fratello che la tratta male. Purtroppo non ha né soldi né lavoro, ma solamente una grande capacità e ammirazione e passione per l'arte.
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Il regista
Short StoryUna ragazza che viene maltrattata psicologicamente da alcuni familiari ha un grande sogno: quello di girare un film suo! Con coraggio, dopo tanti fallimenti nel mondo lavorativo, decide di provare a realizzare il suo sogno, con l'aiuto di attori eso...