Parte 3

7 0 0
                                    

Dalla scuola d'arte uscivano il pomeriggio anche molti ragazzi e ragazze che avevano la passione per la recitazione e alcuni aveva sentito che erano davvero già dei bravi attori.

Lei un giorno vide un ragazzo del liceo seduto su una panchina che guardava tranquillamente il lago e le anatre che nuotavano. Era assorto nei suoi pensieri. Lei si sedette accanto a lui:

-Ciao, sei un ragazzo del liceo artistico? –

-Salve! Sì, studio al liceo artistico –

-Sei un attore? –

-Sì! Mi chiamo Marco –

-Piacere io sono Anastasia – e si strinsero la mano.

-Saresti interessato a recitare in un film? –

-Certo, è questo il mestiere per cui sto studiando, è questa la mia grande passione, la recitazione! –

-Perché? –

-Io non ho mai studiato al liceo artistico, ma l'ironia della sorte ha voluto che io fossi comunque una sorta d'artista con una vena artistica allo stato grezzo e non ho nozioni al riguardo non avendo studiato questo. Il mio grande sogno è quello di produrre un film e così lavorare come regista. Vorrei farlo per passione, ma anche per lavoro possibilmente. –

-Capisco. –

-Beh cosa vorresti da me? -

-Scusami, magari potrò sembrarti indiscreta visto che sono una perfetta sconosciuta ma ho sempre sognato di poter parlare con voi attori dell'artistico. –

-Vorrei che alcuni di voi fossero disposti a recitare in maniera gratuita solamente per passione un mio copione così da fare un piccolo film che poi metteremo su youtube e poi lo presenteremo a qualche produttore cinematografico se riuscirà bene e se avrà un po' di successo su internet. Che ne pensi? –

-Woow! Sarebbe una bella idea! Ma tu hai l'attrezzatura per girare un film? –

-Io come cinepresa ho solamente la fotocamera del mio smartphone, ma se qualcuno ha qualcosa di meglio potrebbe metterlo a disposizione. Ovviamente se avremo successo ci spartiremo una discreta percentuale per ciascuno. –

-Ma tu hai già parlato di questa tua idea con altri? –

-No in verità. –

-Ma allora perché parli al plurale? –

-Perché se a te sembra una buona idea potresti proporla ai tuoi compagni attori. –

-Ma dovresti dirmi a quanti uomini e donne dovrei dirlo. –

-Qual è il copione? Com'è la tua storia? –

-Ach! – accidenti pensò e si morse le labbra.

-Che significa? Che non hai un copione? –

E si morse ancora le labbra buttando giù lo sguardo a terra dall'imbarazzo.

-Ho capito. – rispose Marco con uno sguardo rivolto al vuoto, pensieroso.

Lei stava ancora fissando terra imbarazzata e si stava ancora mordendo le labbra.

Poi alzò improvvisamente lo sguardo ed ebbe finalmente il coraggio di dire:

-Mi piacerebbe produrre un film su una storia d'amore tra un'italiana e un extracomunitario fuggito dalla guerra in Sudan. –

-Ah, molto interessante! Ma è vera o te la sei inventata questa storia? –

-Inventata ovviamente. – si schermì lei con molto imbarazzo, ma in realtà aveva detto una bugia perché era una storia vera. Ma a lei non andava di dare spiegazioni, men che meno ad uno sconosciuto.

I due ne parlarono ancora per molti minuti ed infine arrivarono a degli accordi. Per esempio il film (se si fosse riuscito a fare) si sarebbe fatto in una campagna abbandonata in periferia dove raramente ci passava qualcuno, quindi era un posto perfetto sia per la tranquillità ed era anche sufficientemente spazioso per la creazione dello scenario della storia. Allo scenario ci avrebbero pensato un po' tutti insieme, a spargere la voce agli attori del liceo ci avrebbe pensato lui naturalmente, mentre le telecamere le avrebbero messe un po' tutti, anche perché ne servivano molte per poter girare il film.



Il registaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora