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"Esistono due possibilità, o siamo soli nell'universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrificanti."

Rileggo questa frase impressa su una vetrina di un vecchio negozio più e più volte, non so perché, ma queste parole suggestionano qualcosa in me.

Attorno a questa citazione ci sono svariati addobbi natalizi che mi fanno rattristire più di quanto io non lo sia già.

Domani per molte persone sarà la vigilia di Natale.

Io non faccio parte di loro,
non perché non abbia Fede, ma perché non ho una famiglia con cui passare quella che pochi anni fa era la mia festività preferita.

Già, lo era, prima che scoprissi tutto, prima che accadesse tutto.

Due anni fa avevo una famiglia con cui passare, oltre che il Natale, tutti i giorni della mia breve vita, breve perché da due anni è come se fossi morta, ho spento tutto dentro di me, non ho più un briciolo di sentimento.

Tutto ebbe inizio un maledetto giorno di febbraio.

Venimmo a conoscenza del fatto che mio padre era ormai gravemente malato di leucemia, nessuno riuscì a fermare quella stupida malattia.

Papà non ce la fece.

È morto un anno dopo in una fredda giornata di novembre.

Ma prima di lasciare tutti noi mi diede una busta con dentro, oltre che una lettera, anche un oggetto.

*Flashback*

«Papà, papà ti-ti prego non lasciarmi»
Siamo in una bianca e fredda stanza di ospedale.

Gli unici rumori che sento sono i miei singhiozzi e i battiti di mio padre che rallentano ad ogni suo respiro sempre di più.

«Piccola mia, ricorda, io sarò sempre lì con te, nel bene e nel male, quando ti sentirai sola ti basterà guardare il cielo, se sarà giorno io sarò il sole che ti guiderà, non solo durante la giornata, ma durante tutta la vita, se sarà notte io sarò la stella più luminosa che veglierà sempre su di te, non sarai mai sola.»

«Papà no, ti prego, non puoi andartene»

Sono inginocchiata davanti al suo letto e gli sto stringendo la mano.

«Tesoro, prendi questa»

Mi porge una busta di carta

«Non essere curiosa, dovrai aprirla il giorno del tuo diciottesimo compleanno, né prima, né dopo, altrimenti le conseguenze potrebbero essere disastrose.
Ti amo di bene piccola mia, sappi che un giorno ci rincontreremo.»

«Ti amo anch'io di bene papà»

Dopodiché non sentii più la presa della sua mano, il suo cuore smise di battere, lui se ne andò per sempre.

*Fine flashback*

Oltre a me e a mio padre in famiglia c'era un'altra persona, mia madre, o almeno credevo che lo fosse.

Poco tempo fa mi ha svelato una cosa di cui sono rimasta davvero traumatizzata.

Non sono sua figlia.

Non sa che fine abbia fatto la mia vera madre, sa solo che quando si è fidanzata con papà io ero molto piccola ed ero già con lui, avevo pochi mesi molto probabilmente, per questo non ricordo.

Quindi riassumendo la mia compassionevole storia:
Mio padre era precedentemente sposato con una donna a me sconosciuta e dal loro matrimonio sono nata io, successivamente, dopo pochi mesi la mia presunta vera madre è scomparsa nel nulla e mio padre ha sposato colei che credevo fosse mia madre e in tutto questo tempo sono stata presa per il culo.

Ora infatti riesco finalmente a spiegarmi i cattivi comportamenti di quell'essere orribile.

Mi ha sempre trattata male, quando ero più piccola trovava sempre una scusa per picchiarmi o per mettermi in punizione.

Quando papà era in ospedale non si è degnata di andarlo a trovare, nemmeno una volta.

Per chissà quale miracolo è venuta al funerale e indovinate un po'? Ha pianto.
È solo e unicamente una persona falsa e ipocrita.

Ma ritornando a noi,
ero uscita a fare una passeggiata, ora sto tornando in quella che un tempo chiamavo casa, adesso è semplicemente un luogo che uso per dormire.

Il vento gelido di dicembre mi soffia tra i capelli.

Le strade sono ormai colme di neve, penso che questa sia l'unica cosa bella rimasta in questo orribile mondo.

L'inverno mi attrae particolarmente, amo vedere i fiocchi di neve che scendono candidi sulle strade, anche se l'atmosfera del Natale mi trasmette ormai solo malinconia.

A proposito di Natale, tra due giorni sarà il mio compleanno, proprio il 25 dicembre compirò diciotto anni.

Ovviamente non festeggerò, l'unica cosa che farò quel giorno sarà aprire il regalo di papà.

Arrivo davanti al portico di casa ed entro fiondandomi in camera mia.

Non ho voglia di vedere quella strega.

Improvvisamente sento dei rumori strani, simili a degli strappi, provenire dalla stanza accanto.

Non ci metto molto a capire cosa succede.

Mi alzo dal mio meraviglioso letto e busso fortemente alla porta accanto, i rumori cessano e la porta si apre, vedo una scena alquanto irritante.

Lily, ovvero la strega, sta facendo a pezzi tutti i vestiti di mio padre, e oltretutto noto che ha rovistato tra le sue cose.

«Cosa ci fai qui ragazzina? Sai che non devi disturbarmi mai, e sai anche cosa ti accadrà tra poco, stupida impicciona»

Non parlo, non ho davvero parole. Una lacrima solitaria mi riga il volto, una sola. Ritorno in camera mia e mi stendo sul letto pensando a quanto faccia schifo la mia inutile vita. Ho paura, ho decisamente paura di cosa possa essere capace di farmi quella donna, ma poco importa, non ho nulla da perdere ormai.

Al centro di me Z.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora