Life Support

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"Could you see that I am yours?
So will you be my life support?
You're my life support."

Simone ed Einar, dopo aver svegliato Filippo, dissero a quest'ultimo che sarebbero andati nella hall dell'hotel e che lo avrebbero aspettato lì con gli altri.
Filippo si alzò svogliatamente dal letto non appena sentì la porta chiudersi e si diresse verso il bagno cercando di non inciampare. Si spogliò, aprì l'acqua della doccia ed entrò; chiuse gli occhi e si immerse nel suo mondo pieno di pensieri, al momento occupati da un paio di occhi blu come il mare.

-EINAR ORTIZ!- urlò Filippo entrando nella stanza del cubano senza bussare.
-È il mio nome- rispose ironicamente Einar.
-NON È IL MOMENTO DI SCHERZARE- continuò il monzese.  Era furioso, aveva perso il foglio in cui aveva scritto l'ennesima lettera per sua nonna.
-Che è successo Fil?- chiese Einar alzandosi dal letto.
-Ho perso la lettera... Avevo bisogno di conforto- disse Filippo dirigendosi verso Einar, il quale gli fece posto sul letto e lo abbracciò. Gli accarezzò il braccio e Filippo si sentì un po' meglio.
-Cosa avevi scritto in questa?- chiese Einar.
-Avevo scritto, come al solito, come mi sento e poi ho aggiunto che oggi è un altro anno che ci conosciamo io e te- rispose ed entrambi sorrisero. Einar continuava ad accarezzargli il braccio e Filippo cominciò a sentirsi meglio, quel tocco leggero era ciò di cui aveva bisogno e sapeva che sarebbe sempre stato così.
-Grazie di esistere- gli uscì spontaneamente.

Cosa poteva andare storto la prima mattina che si è in un hotel e si devono raggiungere gli amici per fare colazione? Teoricamente nulla, ma Filippo era l'eccezione alla regola. Mentre scendeva le scale velocemente si stava sistemando la felpa avendola messa al contrario e continuava a pensare a ciò che era successo appena sveglio, e sfortunatamente non vide l'ultimo gradino.

-MA PORCA TROIA!- urlò dopo aver preso una storta ed essere caduto a pancia in giù. Si alzò da terra e si dovette appoggiare alla parete a causa del dolore alla caviglia. Decise di non darci peso e si diresse zoppicante nella sala della colazione che si stava riempiendo velocemente. Non appena entrò vide subito Einar e Simone insieme ad altre persone, e lo sguardo del cubano che era caduto su di lui. Si salutarono e Filippo cercò di raggiungere il loro tavolo.

-Ben svegliata principessa, tutto bene?- chiese Simone ridendo e facendo ridere anche Einar.

-Più o meno- rispose Filippo sedendosi tra il cubano ed Emma. -Se non fossi caduto direi benone-.

-Sei caduto?- chiese Einar con tono leggermente preoccupato. Filippo annuì. -Come hai fatto?-.

Filippo decise di non rispondere e di gustarsi la colazione, si era svegliato con la fame ed il suo stomaco implorava cibo.
Durante la colazione i ragazzi continuarono a parlare delle imminenti prove che avrebbero tenuto quel pomeriggio ed erano tutti emozionati ed agitati. Emma stava per saltellare di gioia tanto era emozionata; Simone invece parlava e non la smetteva più, facendo ridere qualche volta tutti. Filippo si voltò a fissare Einar, il quale aveva il suo solito sorriso sul volto che traspariva una leggera ansia.
Dopo la colazione, Simone chiese ad Einar e Filippo se avevano voglia di andare in giro nella parte di Roma che non avevano visitato. Filippo accettò l'invito, era quasi sicuro che poteva aiutarlo a trovare l'ispirazione per scrivere e poi era un ragazzo molto curioso anche se non lo dava a vedere; Einar, invece, declinò dicendo che si sarebbe fatto una doccia e che poi avrebbe dovuto concentrarsi sulla canzone per il pomeriggio.

-Okay Fil, allora ti porto nella zona in cui sono nato e cresciuto per gran parte della mia vita!- esclamò Simone tutto pimpante, uscendo subito dall'hotel seguito da Filippo.

ᴛɪ ᴘʀoᴍᴇᴛᴛo ʟ'ɪɴғɪɴɪᴛo // ᴇɪʀᴀᴍDove le storie prendono vita. Scoprilo ora