Crederci.

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Da piccolo pensavo di diventare avvocato, notaio o dentista. A furia di sentirmelo ripetere dai miei genitori, ci avevo creduto anche io. 'Si guadagna bene, non avrai nessun problema'. Ma io di studiare legge non avevo voglia e, soprattutto, passione; con tutti quei decreti e quelle norme mi sarei sentito in gabbia ed io volevo essere libero.  Dei dentisti poi ho sempre avuto paura, non sarei mai diventato come loro. Mi sono sempre immaginato come e chi sarei diventato ma il sogno era loro. Così mi sono andato a prendere ciò che è sempre stato mio. Mi sono iscritto a Lettere e ad ottobre ho iniziato a frequentare i corsi. Dopo cinque anni mi sono diplomato con il massimo dei voti. 'Vuole fare lo scrittore' rispondeva mia mamma con un po' di malinconia a chi le chiedeva del mio futuro. Io ho sempre cercato di sviare quelle conversazioni, finivo per arrabbiarmi quasi sempre. Per troppo tempo ho lasciato i miei sogni in un cassetto, ma ora che ho finalmente trovato il coraggio di aprirlo, avrei tolto la polvere e buttato via la chiave. Se non fai attenzione, cresci e lo eviterai per sempre. Io l'ho trovato in tempo e ci ho nascosto  i rimpianti che avrei avuto se non l'avessi aperto. Così ho provato a diventarlo davvero, uno scrittore. Mi sono chiuso in camera giorno e notte in cerca della famosa ispirazione, ma sembrava non conoscere il mio indirizzo. Mi sono convinto che forse non era il momento o il luogo giusto. Così un giorno, senza avvisare, sono partito per Parigi.
'Matteo domani la zia viene a mangiare da noi, ci sei?'
'No mamma, sono al Louvre. Torno domenica'

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