capitolo 4

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Io e Ros chiacchieriamo per tutta la sera ridendo come matte per le battute del suo collega che si avvicina continuamente al nostro tavolo per commentare e fare battutine stupide sui clienti.

Quando per l'ennesima volta ci fa scoppiare a ridere sentiamo una presenza dietro di noi che si schiarisce la gola.

Alzando gli occhi noto un corpo tonico e muscoloso che ci sovrasta, Ros si alza e va in contro al fratello che la saluta abbastanza velocemente per poi spostare lo sguardo su di me e assottigliare gli occhi.

-cosa ci fa lei qui?- chiede alla sorella senza spostare gli occhi da me che continuo a non guardarlo e a sorseggiare con estrema calma la mia cioccolata ancora bollente.

-oh, lei é una mia amica si chiama..-inizia Ros ma il fratello non la lascia finire che continua al posto suo.

-..Emma Cappelletti, nata in Italia precisamente a Milano, iscritta alla Royal Ballet School qui a Londra, perchè ottima allieva di danza classica, ma pessima, veramente pessima allieva di hip hop.- dice fin troppo convinto.

-Oh vedo che le é piaciuto studiare la mia scheda, professore- dico molto lentamente soprattutto mentre pronuncio il suo titolo.

-no, semplice curiosità. Dopo ció che é successo oggi ho pensato di informarmi bene su di te per poter metterti in imbarazzo e i bastoni fra le ruote fino all'ultimo secondo della tua vita in accademia.- dice aspettandosi una furiosa reazione da parte mia che, haimé, non arriva. Cosí mi alzo e avvicinandomi fino ad affiancare Ros e lo rispondo a tono.

-ahahahahah davvero il suo senso dell'umorismo é talmente pessimo che mi sconvolge, con permesso, ma devo andare a casa- dico salutando Ros senza rivolgere neanche un'occhiata al bel professore che mi sta affianco.

Mi avvio all'uscita sicura di me e sento il suo sguardo seguirmi, cosí cerco di darmi delle aree a dispetto di quello che mi ha detto stamattina quando abbiamo litigato.

Rientrata a casa butto in un angolo la borsa e, come al solito, senza prendere il cellulare mi abbandono sul divano senza curarmi di mettermi comoda o di mangiare qualcosa.

Sento dei forti rumori, veramente assordanti, mi alzo dal divano ancora assonnata dopo la nottata, e sento il cellulare che continua a squillare e qualcuno che sta cercando di sfondarmi la porta a furia di pugni.

Guardo il cellulare e noto che la chiamata é da parte di mia madre ma ora devo scappare a prepararmi, ma non prima di aver assestato un bel calcio nel fondoschiena di questo incivile vicino che continua a bussare costantemente, cosí rifiuto la chiamata e lancio il cellulare sul divano andando verso la porta a passo di marcia.

Apro la porta d'ingresso e la prima cosa che noto sono due forti braccia alzate con i pugni chiusi.

Alzando lo sguardo peró, vedo due occhi azzurrisimi e dei folti capelli neri, un abbronzatura da urlo e un corpo mozzafiato.

-salve- dico sicura di me.

-salve, ecco mi stavo chiedendo se poteva rispondere al cellulare- mi chiede, sottolineando la sua ostilitá verso l'apperecchio a cui non ho degnato un'ochiata e che continua a suonare da sotto i cuscini.

-oh, si si certo, ma mi scusi lei sarebbe...-dico appoggiandomi allo stipite della porta lasciando nuovamente squillare il telefono.

-John, sono John-mi dice avviandosi alla sua porta.

-oh, okei John, grazie di avermi svegliata, ci vediamo in giro- dico rientrando in casa e mentre sto chiudendo l'uscio, sento lui che mi grida di rispondere al telefono e sorridendo mi avvio in camera senza considerare minimamnete né mia madre, né il vicino permaloso.

come neve in autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora