Capitolo 5

23 0 0
                                    

Decido di fare un giro per Londra prima di entrare a scuola per le lezioni.

Mi vesto velocemente, prendo il cellulare e la borsa chiudendomi,così ,la porta dietro le spalle.

Mi avvio verso lo starbuks più vicino per prendere un caffè.

Arrivata entro, e ordino il mio caffè. Mentre aspetto guardo le chiamate perse da parte di mia mamma che ,nonostante non la rispondessi, ha continuato a chiamare.

Sicuramente avranno litigato, i miei genitori.

Non fanno altro, e già da un bel po' di tempo.

Ogni volta che succede mia mamma mi chiama per poter parlare e discutere dei suoi problemi; mi usa come valvola di sfogo, e mi chiama solo quando ha bisogno, mentre quando io ho bisogno di lei non c'è mai per me, così decido di non risponderla, se richiama.

Mi risveglio dai miei pensieri e prendo, così il mio caffè.

Pago e mi avvio verso l'uscita ma nell'avvicinarmi ad essa mi scontro contro qualcosa, o per meglio dire qualcuno.

Scorro lo sguardo sul corpo che ho urtato:

Jeans stretti e t-shirt nera, i bicipiti muscolosi fasciati da quest'ultima, corpo tonico ma non troppo.

Facendo salire lo sguardo noto due iridi azzurre che mia squadrano dall'alto in basso.

-salve vicina- mi dice accennando a un sorriso, oddio, é proprio carino.

-salve vicino- rispondo sorridendogli ampiamente.

-non ha risposto al cellulare stamattina- dice nascondendo l'irritazione a cui il mio gesto lo ha portato.

-oh, già mi dispiace tanto averla disturbato, ma non ho avuto la possibilità di rispondere- dico molto gentilmente.

Lui mi guarda diffidente, aspettando un'ulteriore spiegazione.

-si beh- incomincio -ogni volta che mi avvicinavo per rispondere la chiamata si chiudeva, e beh ogni volta chi mi allontanavo il cellulare riprendeva a suonare- dico seriamente mentre che lui accenna ad un sorriso causato dalla mia incompetenza nel dire bugie.

-decido di crederti, per questa volta- dice sorridendomi -ma la prossima volta, a costo di buttare giù la porta a furia di pugni, tu risponderai-.

Così dicendo mi congeda e si avvia al bancone per poter ordinare. Poi si gira verso di me per accennarmi un saluto, che ricambio con la mano per poi andare verso l'uscita mentre i suoi occhi continuano a squadrarmi e a mettermi in soggezione.

Esco dal bar e mi affretto a raggiungere la London Eye per poter fare un giro.

Il panorama è bellissimo; da quassù si vede quasi tutta Londra, uno spettacolo magnifico,che dovrà esserlo ancora di più al tramonto o all'alba.

Dopo aver mangiato un panino al volo, raggiungo il mio appartamento e prendo il borsone di danza.

Chiudendomi il portone alle spalle, mi avvio all'accademia, ma dopo aver fatto neanche 10 passi una macchina si accosta al marciapiede dove sto camminando e abbassa il finestrino.

Da fuori scorgo la t-shirt nera che ho urtato nello sturbucks.

-dove vai?- mi chiede.

-all'accademia- gli rispondo un po' irritata per le sua domanda leggermente invadente.

-vuoi un passaggio?- mi chiede gentilmente.

-no, non preoccuparti, vado a piedi- gli rispondo riprendendo a camminare.

Ma non si arrende, così incomincia a seguirmi con la macchina, e che macchina: una porche nera, veramente meravigliosa.

-sta per venire a piovere e l'accademia non é molto vicina, se ti accompagno eviterai di bagnarti e di fare tardi- dice facendomi fermare per pensare alla sua proposta.

Guardo il cielo: é grigio e molte nuvole nere si stanno formando. Sarebbe meglio non arrivare in ritardo il secondo giorno, e penso che mi farebbe comodo conoscere il vicino ricco che potrebbe aiutarmi quando ho bisogno, vista anche la vicinanza dei due appartamenti.

Senza dire niente mi avvicino alla portiera dell'auto e la apro lentamente, guardo all'interno e vedo il suo sorriso sghembo e i suoi occhi penetranti seguire ogni mio movimento.

Monto molto agilmente in macchina e chiudo la portiera molto dolcemente per paura di romperla, accomodandomi sul sedile.

-grazie- dico girando lo sguardo verso di lui per vedere la sua reazione.

-non c'è di che- mi risponde -e poi, sei la mia vicina, i vicini si aiutano, soprattutto una bella come te- continua spostando il suo sguardo su di me giusto per un occhiolino che mi fa arrossire leggermente.

Il "viaggio" continua senza altre parole, e così, arriviamo velocemente all'accademia dove vedo alcuni professori intenti a chiacchierare davanti al cancello.

-bene, eccoci qui- mi dice lui accostando l'auto al cancello suscitando lo sguardo di alcuni professori molto interessati all'auto sportiva appena arrivata.

-eh si- dico guadando alcuni docenti e accorgendomi dello sguardo di alcuni di essi.

-grazie per il passaggio- mi giro a guardarlo e vedo che mi sorride.

-non preoccuparti, é stato un piacere- risponde continuando a sorridere.

Appena scendo dall'auto mi prende un polso per fermarmi, così mi giro verso di lui aspettando che mi dica qualcosa.

-come ritorni dopo?- mi chiede

-a piedi- gli rispondo non curante dello sguardo di alcuni professori.

-bene, a che ora finisci?- mi chiede ancora

-alle 18:00- gli rispondo pensando di aver già capito le sue intenzioni

-okei, fatti trovare fuori ti passo a prendere io- mi dice sorridendo

-ma non ce n'é bisogno-dico apponendomi alla sua idea

-si che ce n'è, sei da sola e anche se non siamo nel Bronx, Londra sa essere abbastanza spaventosa, ti passo a prendere io, e stasera sei a cena da me, voglio presentarti alcuni amici che potresti trovare interessanti- mi dice continuando ad avere quel sorrisetto sulla faccia che inevitabilmente fa sorridere anche me.

-ai suoi ordini capo- dico facendo una mezza risata - grazie ancora- gli dico chiudendo lo sportello.

-a dopo- mi dice dal finestrino aperto.

Mi avvio verso l'entrata e girandomi lo saluto con una mano, per poi dirigermi alla grande porta dove i professori ancora chiacchierano, li saluto gentilmente e mentre passo sento uno sguardo indesiderato sulle spalle, così mi giro e vede due iridi verdi che continuano a fissarmi nonostante la presenza di altri docenti.

Faccio finta di non averlo visto e continuo per la mia strada, entrando in quella mura.

come neve in autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora