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Non piangere perché sei un bambino soldato.

Ermal si sveglio con la voce di sua madre in testa che gli sussurrava queste parole quando era ancora in preda al mostro in albania.
Era scappato solo lui.
Ora era mattina, 16 anni e doveva andare a scuola, si preparo velocemente e corse in classe.

Entro nell'aula e come sempre silenziosamente si sedette in fondo senza guardare nessuno in faccia.
Avevano rinunciato a parlare con lui e lo lasciavano fare quello che voleva.
Arrivo davanti al banco ma vide un altro ragazzo occupare quello attaccato al suo.
Era sempre stato solo e non aveva mai visto quel ragazzo a scuola, <s-scusa...chi sei?> ermal parlo piano mentre si sedeva, il ragazzo allungo la mano e strinse quella di ermal, <ciao! Mi chiamo micheal, ma puoi chiamarmi mika...> aveva un accento inglese ma parlava abbastanza bene l'italiano,  <ciao...io sono ermal...>.

Mika se ne accorse che il ragazzo era sempre attento a tutto, movimenti, sguardi e parole.
Parlava piano, come se fosse timoroso.

Passarono le ore di lezione, mika si presento agli altri e poi torno il silenzio in classe spezzato ogni tanto dalle risate sottovoce degli alunni, qualche sgridata da parte dei prof e qualche sua domanda su parole che non capiva.

Quando suono la campanella tutti si alzarono per fare merenda, tutti tranne ermal che aspetto che uscissero tutti.
Mika si alzo e guardandolo gli chiese di fare un giro per la scuola, ermal si guardo prima in torno per poi accettare non molto convinto.

<allora...come gia sai questa e una scuola d'arte, li ci sono i laboratori di pittura e disegno, di sopra quello di ceramica con forni inclusi, fuori la palestra...> ermal come sempre parlo piano e senza guardarlo, <oh, ok! Grazie....comunque ermal, mangiamo qualcosa?> ermal aveva constatato che mika era sempre socievole e aperto, <si...va bene.>.

Mangiarono fuoriuesulle panchine messe apposta, guardavano le persone passare finché mika non ruppe quel silenzio formatosi, <senti...ma tu sei italiano? Mi piace il tuo nome!> per la prima volta ermal lo guardo negli occhi, ma dopo poco distolse lo sguardo da lui, <no, sono albanese, mi sono trasferito qui 2 anni fa circa...t-tu?> mika sfoggio un sorriso enorme, per il fatto che ermal lo avesse guardato davvero per la prima volta, <no, sono inglese...non si capisce?>, <si...diciamo che si sente.> e per la prima volta mika pote vedere anche un suo sorriso.

Suono la campanella e rientrarono, mangiarono insieme per pranzo e poi allora di tornare a casa si scambiarono i numeri di telefono.


Spazio bea-
Questa e una storia metamoro e midez, fedez e fabrizio entreranno dopo.

titolo.    {midez}   《Metamoro》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora