Prologue

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Arrivare in ritardo era sempre stato per Park Jimin un oltraggio alla presentazione della propria persona, e fare tardi proprio nel suo primo giorno di scuola a Seoul non era il massimo.

Casa sua era un totale disastro per via i vari scatoloni che non erano ancora stati svuotati dopo il recente trasferimento, e proprio per questo Jimin non riusciva a trovare le cose che gli servivano per quella mattina e stava quindi girando per casa a torso nudo alla ricerca del suo zaino e di una maglietta pulita.

Quando finalmente riuscì a trovare una polo rossa non esitò ad infilarsela, e intanto stava di nuovo salendo le scale verso la sua stanza.

"Cercavi questo?"
Jimin sentì una voce parecchio familiare, tirò giù l'indumento e fece sbucare fuori la testa color cioccolato.
Sorrise imbarazzato: "grazie, mamma"
"Vedi di non fare tardi, tesoro" le rispose la donna, come leggendole nel pensiero.

Prima di varcare la soglia, Yeeun si girò e fece una leggera risata: "e vedi che quella maglia è macchiata, ieri sera ti ho messo dei vestiti puliti nell'armadio. Non ci credo che non hai cercato lì" disse, poi si chiuse la porta alle spalle.

Jimin guardò il mobile color noce e fece cadere lo zaino ai suoi piedi:
"scherziamo?!" pensò, e si sfilò velocemente la maglia. Aprì le ante e afferrò la prima cosa che gli capitò a tiro, una t-shirt semplice e bianca.

Manco male

Si avvicinò alla scrivania e allo specchio, e mentre si vestiva lasciò la maglia all'altezza dei pettorali, passando poi una mano sul fianco.

La scritta "NEVER MIND" segnava la linea delle costole dalla schiena fino quasi allo sterno, circondando il fianco destro. Sorrise a quel tatuaggio che aveva fatto prima di partire: lo rispecchiava sul serio.

"Non importa."
"Se sbagli, non importa"
"Se ti senti sbagliato, non importa."
"A tutto c'è una soluzione e la si può sempre trovare"

Sul fianco sinistro poi scendeva una lunga scritta in cinese lungo l'addome, che diceva "ho perso la mia ingenuità giovanile".

Chissà, quello era in parte vero e in parte no...

Senza perdere altro tempo, Jimin mise giù la maglietta, mise in spalla lo zaino e afferrò gli orecchini che aveva preparato la sera prima sulla scrivania.

Almeno quelli...

"Mamma, io scappo" Jimin afferrò la giacca di Jeans e aprì la porta di casa, ma fece subito un passo indietro dopo le parole di sua madre.
"Divertiti tesoro!"

Lo sguardo che le rivolse la fece quasi scoppiare a ridere
"Mamma, sto andando a scuola ti ricordo..."
"Sì, ma farai nuove conoscenze.. e rivedrai Jungkook, no?" Yeeun si avvicinò a suo figlio e aprì i palmi sui suoi zigomi paffuti, sorridendo caldamente.

"Beh, mamma..."
"Suvvia, non dire che hai paura di vederlo" la donna lesse lo sguardo del giovane, che si sentì in imbarazzo per non riuscire a nasconderle nulla. "Quando lo abbiamo chiamato era così entusiasta di rivederti e vuole presentarti tutti i suoi amici, vai tranquillo-"

"Sì mamma, ma il mio problema è-" le parole gli morirono in gola; Jimin guardò a terra e lasciò andare un sospiro, mischiato ad un "lasciamo stare"

Si voltò ed uscì dall'abitazione, chiudendosi la porta alle spalle: non si curò del fatto se sua madre gli stesse parlando ancora o meno, al massimo le avrebbe chiesto scusa più tardi.

Jungkook. Jungkook. Jungkook.

Jimin si sentiva ancora in colpa per quel ragazzo che aveva abbandonato tempo prima, nonostante anche Jungkook si fosse comportato da perfetto stronzo per non avergli detto nulla del suo trasferimento.

𝕀𝕟 ℝ𝕖𝕧𝕚𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 - Aɴ Aɴɢᴇʟ ᴍᴀᴅᴇ ᴍᴇ Sɪɴ  ||Jikook - Kookmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora