14. what do you want to do?

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Jimin e Jungkook salirono insieme sulla motocicletta del più piccolo e partirono verso casa sua. Anche ai genitori di Jungkook avrebbe fatto piacere rivedere Jimin, e il ragazzo era contento a sua volta di rivedere quelli che per lui erano come due zii.

Per tutto il tragitto i due non parlarono di quello che era successo nell'atrio dell'ospedale, anzi non pararono affatto: Jimin si limitò a stringere fra le braccia il ventre di Jungkook mentre si dirigevano a casa sua.

Casa di Jungkook, a differenza di quella del bruno, si trovava verso una zona più centrale di Seoul, e per questo non era una casa singola come quella di Jimin ma era uno degli appartamenti di un altissimo palazzo.

Jungkook si avvicinò verso l'ascensore e la chiamò, ma stavolta Jimin fece qualche passo in più e andò verso le scale.
"Lo sai che dobbiamo fare otto piani?" Jungkook vide le porte dell'ascensore aprirsi ma aspettò.

"Non voglio chiudermi ancora in ascensore con te!" Ribatté Jimin e si voltò. Jungkook allora lo afferrò per un poso e quasi lo fece cadere dai due scalini che aveva superato, e lo tirò con sé nel macchinario.

"Uff, sei un bambino" disse Jimin, poi mise il broncio e incrociò le braccia. Jungkook rise per via di quell'espressione.
"Scusa chi sarebbe il bambino?" Si avvicinò a Jimin e puntellò con il dito la punta del suo naso. "piccolo Mochi"

Jimin fece un sorrisino e poi mosse un passo verso Jungkook, il quale però non si scompose e lo lasciò fare.
"Lo sai che altro sa fare il piccolo Mochi?" Sussurrò con fare innocente, e si avvicinò talmente tanto da schiacciare col suo corpo quello di Jungkook contro la parete.

Una vibrazione proveniente dalla tasca dei pantaloni di Jimin gli fece fare un passo indietro: afferrò il cellulare che squillava s vide che era Yoongi.

Oggi gli ascensori mi sono favorevoli ma il resto no.

Jimin rispose alla chiamata, e per fortuna il suo telefono era abbastanza nuovo da permettergli di non perdere la linea in ascensore.

"Yoongs?"
"Hey Jimin, disturbo?"
Il ragazzo guardò Jungkook che nel frattempo si era messo le mani nelle tasche del jeans e guardava verso la porta. Stava con la schiena poggiata alla parete e le gambe incrociate.

"No, dimmi" mentì.
"Bene. Stavo pensando che ho fissato l'appuntamento dal mio barbiere di fiducia per domani pomeriggio, sai... per i capelli."
Jimin sgranò gli occhi: si era totalmente dimenticato di quel dettaglio. Jungkook vide la sua espressione e ridacchiò, inarcando un sopracciglio come a chiedergli "che succede?"

"Oh... è fantastico..."
"Dalla tua voce non sembra. Dai, ti passo a prendere direttamente avanti scuola all'uscita, ok?" Yoongi fece schioccare la lingua due volte e Jimin si arrese.
"Va bene, a domani" e chiuse.

In quel preciso istante le porte dell'ascensore si aprirono e Jimin scappò da quell'abitacolo seguito da Jungkook, il quale gli fece strada verso la sua porta.
"Chi era?" Chiese mentre inseriva le chiavi nella serratura.
"Yoongi, domani vado a tingermi" rispose Jimin mentre alzava gli occhi al cielo.

Anche Jungkook aveva dimenticato quella scommessa e il pensiero di un Jimin biondo lo fece sorridere. Aprì la porta e notò che le luci erano tutte spente, quindi allungò una mano e tastò la parete fino a premere l'interruttore posto accanto all'ingresso.

Jungkook si avviò verso il salone e si affacciò, notando che la stanza era vuota, così anche come le camere da letto e la cucina.
"C'è nessuno? Mamma? Papà?" Jungkook tornò all'ingresso percorrendo il corridoio al contrario, ma non ebbe risposta.

𝕀𝕟 ℝ𝕖𝕧𝕚𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 - Aɴ Aɴɢᴇʟ ᴍᴀᴅᴇ ᴍᴇ Sɪɴ  ||Jikook - Kookmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora