10. I missed you so much

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L'auto di Yoongi camminava piano per la strada, dato che il ragazzo dai capelli azzurri sapeva di avere sul rimorchio due ragazzi e una moto, e preferiva evitare danni alle quattro del mattino.


Yoongi si fermò davanti casa di Jimin per prima; il bruno si era svegliato pochi minuti prima di arrivare e quindi non ci fu bisogno di chiamarlo.

Jungkook, al contrario, era ancora nel mondo dei sogni e si era avvinghiato al busto di Jimin durante il viaggio.
"Kookie..." Jimin punzecchiò col dito sul braccio di Jungkook che lo teneva stretto a sé, ma l'altro non ne volle sapere di alzarsi.

Jimin allora, dato che aveva un braccio libero, afferrò la mano di Jungkook che stringeva delicatamente la stoffa della sua maglia nella zona bassa della cassa toracica e la spostò, alzandosi poi da quel groviglio di gambe e coperte.

Jungkook però aprì gli occhi, colto alla sprovvista da tutti quei movimenti.
Jimin se ne accorse: "ops... scusa"
"No, tranquillo" il ragazzo si alzò a sedere e si grattò la nuca "che ore sono?"

"Le quattro e un quarto" rispose Jimin, e Jungkook fece cadere a peso morto la mano che aveva tra i capelli.
"Cazzo, allora mio padre è già tornato"
Jimin inarcò un sopracciglio: "e... quindi?"

"Papà quando torna dalla fabbrica sigilla sempre la porta con il chiavistello interno, anche con le chiavi non posso aprirla" disse, poi scivolò con le gambe giù dal rimorchio e Jimin lo seguì.

"Hey Yoongs, potresti ospitarmi stasera? Papà avrà chiuso" chiese Jungkook al più grande mentre stava ancora in auto, che agli occhi di Jimin sembrò fin troppo tranquillo, come se se l'aspettasse: evidentemente era già successo altre volte.

"Vorrei, ma ho già questo sacco rosso qui e di certo non posso farti dormire a terra" disse, ed indicò Nabi che intanto sonnecchiava ancora tranquilla sulla sua spalla.
"Non posso portarla a casa in questo stato" continuò, e le rivolse un candido sorriso.

Jimin guardò la ragazza a sua volta: sembrava così piccola e fragile, eppure aveva dimostrato un bel caratterino in quei pochi giorni che si conoscevano.
Ma quella ragazza ancora non gli andava giù.

Il motivo?
Jungkook.

Erano così... vicini. Così intimi, così amici. Quasi a Jimin dava fastidio... ma perché poi? Era normale che Jungkook avesse trovato degli amici dopo essersi trasferito... ma comunque non riusciva a reprimere quell'inspiegabile gelosia.

Sentiva ancora che Jungkook fosse il suo coniglietto, il suo migliore amico.
E caspita, dopo quella sera lo voleva anche come suo scopamico. Sentiva che qualcosa da parte di Jungkook c'era, magari risvegliata solo dall'alcol ma c'era. E l'attrazione che provava Jimin da anni era forte. Lo voleva, e avrebbe fatto di tutto per farsi volere.

"Io dico, come si fa a far del male a una creatura così?" Le parole di Yoongi interruppero i pensieri del bruno. Il più grande passò una mano sul braccio rilassato di Nabi e la accarezzò, sentendo poi la rabbia salire al cervello.

"Che intendi?" Chiese Jungkook.
"Parlo della scenata di quel coglione di Sang Hun, e di quello che le ha fatto" rispose Yoongi, e Jungkook capì. Nonostante i ragazzi avessero evitato di parlargli di quello che era successo tra Namjoon, Jimin e Sang Hun, le voci a scuola giravano e anche Jungkook seppe di quello che era successo.

Si risparmiò con Nabi la scenata del "perché non me l'hai detto?!" dato che conosceva molto bene sia la ragazza sia se stesso, e sapeva che sarebbe esploso di rabbia contro quel ragazzo in una battaglia persa in partenza; in ogni caso non si fece scrupoli e procurò al più grande un occhio nero, e questi -essendo stato beccato a prendere a calci un ragazzino del quarto anno- di era preso una sospensione di due giorni.

"Ma cos'è che le è successo di preciso?" Chiese Jimin, ma dopo aver visto gli sguardi perplessi di Yoongi e Jungkook, si intimorì. "Beh, se si può sapere, ovvio..."
Jungkook si girò verso Jimin e indicò Yoongi con la coda dell'occhio: "Meglio non-"

"Quello stronzo le ha messo le mani addosso" cominciò il più grande, furioso. "Con la scusa che lei lo aveva provocato, e solo perché Nabi è una con le palle e l'ha rifiutato quando lui ha tentato di farsela, le ha dato della puttana provocatrice eccetera eccetera" mimò con due virgolette la parola "provocato"

"In che senso lo aveva provocato?" Chiese ancora Jimin mimando con le virgolette la stessa parola, e Jungkook si schiaffeggiò la fronte.
"Ma un cazzo!" Yoongi colpì il volante con furia "lo aveva rinnegato con toni altezzosi come fanno le ragazze, lui come l'idiota credeva facesse il gioco inverso. Si è inventato milioni di scuse per giustificare il fatto che una ragazza lo avesse rifiutato!"

Nabi mugugnò e si mosse sulla spalla di Yoongi, il quale si allarmò perché credeva di aver potuto svegliare la ragazza. Questa però si girò semplicemente e continuò a dormire.

"Che stronzo" sussurrò Jimin, perché nonostante quella ragazza non fosse tra le sue simpatie quello era comunque un brutto fatto. Anzi, una storia terribile.

"Dai, ora calmati Yoongs" disse Jungkook, e gli mise una mano sulla spalla.
"In ogni caso, tornando al fatto di prima, ho solo un divano. Quindi non ho proprio lo spazio materiale"

"Jungkook, potresti venire a casa mia" disse Jimin, e Yoongs scrollò le spalle.
"Allora è fatta."
Jungkook sbiancò in volto: "nonono aspettate-"
"Che male c'è? Vi conoscete da anni, no? Fatemi andare o mio padre domani mi fa zappare tutto l'orto" Yoongi chiuse il finestrino, facendo spostare Jungkook.

Il ragazzo prese la sua moto e la fece scendere dal rimorchio di Yoongi, e ricevuto il segnale il ragazzo mise in moto e partì. Jungkook quindi entrò nel giardinetto che circondava la casa di Jimin e mise la moto di fronte al garage. Il più grande aprì la porta e fece segno all'altro di entrare, ma questo stranamente era un po' titubante.

"Che fai?"
Jungkook si torturò le mani e fece cadere su di esse lo sguardo: "ecco... non lo so. Non disturbo mica, vero?"
"Jungkook, hai passato più notti a casa mia che da te quando eravamo a Busan. Qual è il problema ora?" Chiese Jimin, che però non poté fare a meno di sorridere dato l'imbarazzo del più piccolo.

"È passato così tanto tempo" sussurrò Jungkook, ma l'altro lo sentì ugualmente e non poté fare a meno di intristirsi.
"Già..."

Dopo un minuto pieno di silenzio, Jungkook fece un passo verso la porta, ma al posto di varcare la soglia per entrare si gettò tra le braccia di Jimin. Il più grande fu sorpreso da quel gesto, ma strinse ugualmente il suo compagno.

"Mi sei mancato da morire Hyung... perché mi hai fatto andare via, perché lo hai permesso?!" Disse Jungkook contrò la sua spalla, e dalla sua voce rotta Jimin capì che era caduto in un pianto disperato.

"Perché mi hai abbandonato, perché?!" Jungkook strinse cosi forte il corpo di Jimin che questo sentì per un attimo il respiro mozzarsi. Non poteva che dargli ragione, e le sue parole taglienti fecero cadere una lacrima anche a lui.

"io... mi dispiace..." Rispose, affondando il viso nel suo petto "è che ero e sono ancora adesso un coglione"
"Ma c'hai la laurea, anche" disse Jungkook e tirò su col naso. Jimin si staccò di colpo e gli diede una pacca scherzosa, e nonostante le lacrime ridacchiò.

"Non esagerare adesso!"
Anche Jungkook rise, e Dio se a Jimin era mancato quel suono. Appena entrati, Jungkook e Jimin lasciarono le scarpe in un apposita scarpiera posta all'ingresso, e Jimin decise di non mettere le sue ciabatte dato che Jungkook era senza. Sarebbe stato scortese a suo parere.

"La mia stanza è al piano di sopra, non notare gli scatoloni in giro ma stiamo cercando di mettere in ordine" gli disse Jimin. Lui si diresse in salotto e posò le chiavi di casa sul tavolino.
"Non puoi sbagliarti, una è il bagno e l'altra è la mia stanza-" Jimin si bloccò quando girandosi vide Jungkook distratto e lontano da lui.

"Che fai?" Gli chiese e si avvicinò, notando che Jungkook stava guardando delle fotografie messe su un mobile: raffiguravano loro due da piccoli in montagna mentre facevano un pic-nic, in un'altra facevano il bagno nel fiume e in un'altra ancora dormivano spalla e spalla in auto.

Jimin ne afferrò una e la girò, immaginando che dietro al portafoto fosse incollata una targhetta che indicasse una data: sua madre faceva sempre così.
"Estate 2007" lesse Jimin, e Jungkook annuì.

Aveva le labbra socchiuse in un leggerissimo sorriso e ammirava i ricordi di una vita passata e spazzata via da anni di pause, quelli che magari sarebbero potuti essere i più belli della loro vita.

"Vieni con me in stanza?" Chiese Jimin, e Jungkook annuì, mettendoci però qualche secondo per staccarsi da quelle foto.

"Non sapevo che mamma le avesse messe lì..." continuò il più grande mentre erano sulle scale, cercando di non parlare troppo forte per non svegliare la signora Yeeun.

"Tua madre è davvero dolce a tenere tutti quei ricordi..." gli disse Jungkook con tono triste quando furono arrivati sul soppalco, e a quelle parole Jimin si voltò e lo guardò interrogativo.
"Perché, i tuoi?"

Jungkook inspirò con la bocca, facendo schioccare l'angolo delle labbra sui denti: "quando ci siamo trasferiti mamma voleva tenere solo l'essenziale. Diciamo che ha buttato via parecchi oggetti vari, tra bomboniere e tutto il resto... e tutte le foto." Ammise tristemente. "Erano anni che non vedevo una nostra foto"

Cadde il silenzio, un silenzio che sembrò quasi divorare l'aria che avevano intorno: Jimin si sentiva soffocare, gli mancava il respiro. Jungkook lo guardò negli occhi e mosse un passo verso di lui: "erano anni che non vedevo te, hyung"

Jimin si appoggiò al muro e deglutì, un po' spaventato dalla situazione che si era creata: "potremmo sempre farne delle copie. Posso darti tutte le foto che vuoi, basta dirlo"
L'altro sorrise: "grazie"

Quella sua espressione però si spense presto, e Jungkook fece un altro paio di passi, e si ritrovò così vicino a Jimin che doveva chinare la testa in basso per poterlo guardare negli occhi; con un braccio si poggiò al muro e si chinò sul suo viso.

Jimin sentì le gote infiammarsi, sentendo che il suo primo bacio con Jungkook stava arrivando. Due volte in una sera? Questo poteva significare soltanto che anche Jungkook era infastidito dal fatto di essere stato interrotto.

Jungkook chiuse gli occhi e chinò la testa quando si trovò a una minima distanza dalle labbra di Jimin, ma al posto di spingersi in avanti per baciarlo, continuò in direzione della sua testa e posò le labbra sul suo zigomo.

Jimin emise un leggero sospiro: si sentì combattuto.
Da una parte era contento che il loro primo bacio non fosse accaduto sul pianerottolo avanti alla sua stanza o davanti a un falò dove Jungkook ancora sentiva i postumi dell'alcol.

Voleva un'atmosfera... come dire... magica. Qualcosa di perfetto. E sentiva nel fondo del suo cuore che non era solo attrazione fisica quello che c'era, altrimenti non sapeva dare altre spiegazioni.

Ma dall'altra parte voleva quel bacio a tutti i costi, lo desiderava, probabilmente quella notte lo avrebbe sognato.
Un bacio negato due volte.
Ed è inutile dire che quel semplice tocco sulla sua guancia lo aveva infuocato ancora di più: forse non voleva solo un bacio, voleva tutto di lui.

"Grazie dell'ospitalità, hyung" sussurrò Jungkook al suo orecchio, poi indugiò prima di staccarsi, solleticando inizialmente la mascella di Jimin con il suo fiato caldo ma poi ritirandosi. Anche quello, per Jimin, fu qualcosa di negato che alimentò ancor più il suo desiderio.

Jimin non spiccicò parola ed entrò nella sua stanza, afferrò il suo pigiama ed uscì, dirigendosi in bagno.
Si spogliò e mise i pantaloncini che usava per dormire, ma prima di uscire da quella stanza si sciacquò per bene il viso e poi si struccò: aveva messo un po' di matita sugli occhi e anche dopo il bagno a mare il tratto leggero si era riversato sulla sua pelle lattea.

Quando rientrò, Jungkook si era semplicemente tolto la maglietta rimanendo con i suoi pantaloni attillati.
"Ah, aspetta..." Jimin porse a Jungkook un altro paio di pantaloncini che trovò sulla sedia dove sua madre metteva i panni puliti e piegati "usa questo per dormire"

Quando Jungkook ebbe afferrato l'indumento, Jimin si diresse all'uscita, ma prima che potesse dire "buonanotte" qualcosa gli afferrò il polso.
"Hyung..."

Dato che Jungkook non continuava a parlare, Jimin lo invogliò: "dimmi"
Ma mantenere la calma e la lucidità in quello stato era difficile.
Nonostante lo avesse visto in costume poche ore prima, quel ragazzo sembrava sprizzare ormoni da tutti i pori.

Aveva i pettorali gonfi e una tartaruga ben evidente, i muscoli non erano molto gonfi o pompati ma si potevano ben distinguere. Anche Jungkook aveva un fisico abbastanza asciutto come Taehyung, data comunque la sua stazza alta e magrolina, ma a differenza del suo amico i suoi muscoli erano ben delineati e più evidenti.

I pantaloni in pelle nera, poi, mettevano in risalto ogni singolo ventre muscolare che aveva, e Jimin fece di tutto per non far cadere il suo sguardo proprio lì.

Jungkook in tutto questo continuava a non parlare. Si morse il labbro nervosamente e lasciò andare il polso di Jimin.
"Io... ecco non voglio dormire così"

Jimin non capì, e inarcò un sopracciglio: "vuoi stare tu sul divano?"
Jungkook scosse le mani avanti a sé: "No! Intendo... non voglio dormire da solo..." borbottò imbarazzato.

Il più grande gli sorrise teneramente, si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulla fronte.
"Resti sempre il mio dolce e piccolo kookie..." gli disse, poi gli indicò il pantaloncino e Jungkook andò in bagno per cambiarsi.

Intanto Jimin aprì le coperte e si stese, facendosi avvolgere dl calore che queste emanavano. Non ebbe il tempo di togliere le spalle che aveva dato alla porta per mettersi a letto che un braccio gli avvolse il torace, facendolo rimanere in quella posizione.
Jimin si rannicchiò su se stesso e Jungkook si mise più comodo, appoggiando la fronte sulla sua nuca.

"Hey Kookie" disse ad un certo punto il più grande, e l'altro rispose con un grugnito infastidito, segno che probabilmente aveva già chiuso gli occhi. Jimin si girò appena senza però sciogliere l'abbraccio e indicò il suo comodino: "c'è una lampada accanto a te. La accendi?"

"Mhh... Hyung... voglio dormire" mormorò lui contro la sua pelle, e Jimin sorrise.
"Ti giuro che ne varrà la pena"

Jungkook sbuffò e sciolse l'abbraccio in cui stringeva Jimin: la mano sinistra era l'unica libera, dato che era steso sul fianco destro e il comodino era dietro di lui.
Velocemente afferrò l'interruttore dell'abat-jour e premette il pulsante, con l'intento poi di riabbracciare Jimin.

Ma quando vide lo spettacolo che gli si parò davanti, Jungkook rimase senza parole.

Sulle pareti e sul soffitto erano proiettati milioni e milioni di puntini bianchi, stelle e stelline di tutte le forme e dimensioni. Il ragazzo ammirò estasiato quello spettacolo, e Jimin ridacchiò quando nel girarsi vide si profilo la sua bocca spalancata.

"Te lo ricordi?" Chiese al ragazzo steso di schiena, ma questi non riuscì a staccare gli occhi dal soffitto.
"Ce l'hai ancora..." la voce di Jungkook sembrava un soffio, come inesistente. Si era proprio incantato.
"I regali di compleanno non si buttano mai" rispose.

Alla mente di Jimin tornò un piccolo Jungkook che, al suo sesto compleanno, reggeva in mano un pacco incartato con un bellissimo motivo di stelle e galassie. Per Jimin fu quasi un peccato stracciare quella carta regalo, e quando tirò fuori quella scatola bucherellata dalla quale pendeva un filo, corrugò la fronte.

"Cos'è?"
Jungkook mostrò il suo sorriso da coniglietto, ai tempi decorato anche con le stelline dell'apparecchio: "dato che hai paura del buio, usa questa quando non riesci a dormire" gli disse, e poi lo portò nella cameretta del festeggiato per fargli vedere cosa fosse: una lampada che proiettava stelle.


"Oh, hyung!" Jungkook si rigirò verso Jimin che questa volta non gli dava le spalle e lo abbracciò ancora, affondando il viso tra la folta chioma di Jimin e inspirando il suo dolce profumo di cocco. Doveva essere il suo shampoo.

Jimin gli accarezzò la testa e la schiena, che assunse dei movimenti sussultori per via dei singhiozzi che Jungkook stava cacciando.
"Basta piangere per oggi..." gli sussurrò, e gli posò un altro bacio, questa volta sullo zigomo -unico posto dove arrivava data la posizione-.

Jungkook si lasciò cullare dalle carezze del suo hyung e smise presto di singhiozzare, e trascinò dopo poco anche Jimin nel suo sonno profondo sorvegliato dalle migliaia di stelle che abitavano il muro.

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Nota Autrice


#Q: hobby?

#A: potrei cantare per tutta la vita. WAITING FOR YOUR ANPANMAAAAAAAAAAAAAAN

~로사♡

𝕀𝕟 ℝ𝕖𝕧𝕚𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 - Aɴ Aɴɢᴇʟ ᴍᴀᴅᴇ ᴍᴇ Sɪɴ  ||Jikook - Kookmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora