Capitolo 3

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CAPITOLO 3


Louis' POV


Mani piccole e delicate si posarono sulle mie spalle facendomi spalancare gli occhi mentre le dita massaggiavano e rilassavano con sapienza i miei muscoli; non l'avevo nemmeno sentita avvicinarsi quindi o ero davvero stanco oppure lei riusciva a muoversi in maniera molto silenziosa.

Nessuno dei due fiatò lasciando che i nostri respiri ed i rumori della sera aleggiassero nell'aria che ci circondava.

Mi sorpresi di come le sue mani sapessero dove toccare, allentavano la tensione dei muscoli e li rilassava con gesti pazienti e gentili, e la mia pelle sembrava bruciare nei punti sfiorati dalle sue dita.

<< Dimmi la verità: perché sei qui? >> domandai.

Un lieve sospiro carezzò la mia nuca facendomi rabbrividire, immaginando di sentire il suo respiro sul mio corpo mentre eravamo in tutt'altre circostanze.

<< Vi prendo un telo per asciugarvi >> sviò il discorso.

La sua voce soave perforò i miei timpani e raggiunse il mio membro che s'indurì maggiormente, facendomi contrarre la mascella per quella reazione involontaria.

O forse non lo era?

Uscii dalla vasca e lasciai che mi tergesse le gocce dal corpo, ghignando nel notare quanto i suoi movimenti divennero più cauti e timidi quando mi fronteggiò.

Il rossore accennato sulle sue guance era un chiaro segno della sua purezza proprio come i suoi occhi che tentavano di non soffermarsi eccessivamente sul mio pene semieretto.

<< La tua ingenuità dovrebbe irritarmi >> ammisi.

I suoi occhi grigi e luminosi incrociarono i miei, mostrandomi la sua anima immacolata.

<< Ma non lo siete >> comprese in un sussurro.

La fissai con decisione e bramosia, cogliendo i brividi che le scossero il corpo e le fecero schiudere le labbra per rilasciare un altro sospiro.

<< Hai ragione, non lo sono >> confermai << E se vorrai potrò insegnarti a compiacermi >>.

Per Zeus, come mi era venuta in mente una proposta del genere?

Io non insegnavo niente a nessuno, semplicemente prendevo con la forza ciò che volevo e, se non mi avesse soddisfatto, avrebbe sperimentato sulla sua pelle la mia ira funesta.

<< Dovrei sentirmi onorata per quest'offerta vero? >> chiese innocentemente.

<< Sì, dovresti >> affermai con tono roco.

Pandora non abbassò mai lo sguardo lasciandomi leggere l'incertezza, il desiderio, la flebile paura, e la nuova curiosità nei suoi occhi argentei.

<< Farete di me la vostra amante? >> sussurrò.

Per gli Dei che sublime melodia udirono le mie orecchie.

La mia amante.

Sì, l'avrei fatta diventare la mia amante.

Oppure la mia sposa. Riflettei.

M'irrigidii per quel pensiero folle ed inconscio, eppure il mio cuore iniziò a battere più velocemente ed uno strano calore si propagò nelle mie membra a quell'idea.

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