Pensieri e buste di pannolini

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Capitolo II

Pensieri e buste di pannolini

Che cazzo di problemi aveva?

Davvero aveva pensato al matrimonio?!

Lui era Katsuki Bakugou, non... non... un idiota che pensava a matrimoni, figli e altre stronzate. Quello era Todoroki e sicuramente Kirishima non era come quel Deku di merda. Kirishima non pensava al matrimonio e ad altre cose simili... no?

Però... Katsuki stava cominciando a dubitare un po' della sua relazione con Eijiro. Passava davvero troppo tempo fuori, mancava più spesso ai loro allenamenti mattutini ed era quasi sempre stanco quando pattugliavano la città insieme o dovevano far l'amore.

Forse era la mancanza di sesso a parlare, ma Katsuki non poteva non dubitare che qualcosa non andasse. Solo che... cosa? Questa volta era certo di non aver fatto nulla.

E se il problema era proprio il fatto che non avesse fatto nulla per loro?

Non gli aveva mai chiesto di essere il suo ragazzo. Era certo che il fatto che lo avesse baciato al Luna Park sarebbe bastato e così era stato. Kirishima aveva praticamente capito da solo che stavano insieme.

E il fatto che vivessero insieme?

Kirishima era sempre da lui, dormiva da lui e quasi ogni sua cosa ormai era da Katsuki. Un giorno gli aveva lanciato la chiave di scorta dicendogli "Sei sempre tra i piedi, capelli di merda. Fottuto stronzo, sistema la tua roba se vuoi continuare ad andare a zonzo qui dentro!".

Katsuki diede un calcio a una lattina vuota. Se vuoi lasciarmi o vuoi di più, dillo, capelli di merda, pensò istintivamente Kacchan, prima di addocchiare un certo idiota che poteva servirgli: Kaminari, il migliore amico di Kirishima.

Se Eijiro aveva qualche dubbio o idea, sicuramente ne aveva parlato con quel Denki di merda. Ultimamente, poi, erano davvero sempre insieme.

Strano che Kirishima non fosse nei paraggi... Aveva urlato qualcosa a Kacchan, dopo essere stato sorpassato, ma Katsuki non aveva idea di cosa si trattasse. Bakugou scrollò le spalle e si avvicinò al biondo. -Parafulimini rotto- lo chiamò puntando i suoi occhi rossi sulla figura del biondo che stava portando delle buste strapiene di pacchi di pannolini, latte in polvere e un sacco di altra roba per neonati.

Kaminari, sentendo quel nomignolo si guardò intorno e poi puntò con l'indice il proprio petto. -Parli con me, Bakugou?- domandò, accigliato.

-Con chi cazzo dovrei star parlando, secondo te?- Non c'era nessun altro, quasi, in giro quel pomeriggio. Strano, però era così.

-Heh...- Kaminari si passò una mano tra i capelli chiari e lo fissò. -Vero...-

Kacchan lo tirò in un vicolo, spaventando l'altro. "Mi sta per uccidere?" -Ho due figli, per favore, no- sussurrò alzando le mani all'altezza del petto.

Bakugou si accigliò e colpì un pezzo di muro su cui era poggiato l'altro biondo, facendolo sussultare ma senza colpirlo, però. -Che cazzo stai blaterando?-

-Eh? Niente...- mormorò Kaminari per poi tornare un po' in sé. Aveva bisogno di dormire. Quando sarebbe tornata la sua amata Kyouka? Lui non ce la faceva proprio con i suoi bambini. Aveva sconfitto numerosi cattivi nella sua vita, ma i suoi figli... erano davvero forti. Erano davvero dei mostricciattoli...
Non lo prendevano neanche sul serio... Sembrava il clown della casa, altro che papà che fa l'eroe e sconfigge i cattivi... -Hem... Bakugou, cosa ti serve?- domandò, sorridendogli. Si era calmato dopo aver ragionato che sicuramente l'altro non lo avrebbe fatto esplodere.

Guida del cazzo - BakushimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora