Capitolo Decimo

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Connection

Era arrivato il momento tanto atteso. La mia fame di verità bruciava, ardente come spilli infuocati nelle mie vene. Tutto stava per essere svelato.

<< Prima che ti racconti ogni cosa... Ho bisogno che tu mi prometta che non mi giudicherai...

E che, soprattutto, non avrai paura di me. >> mi aveva detto, abbassando lievemente il tono di voce.

<< Devo averne? >> gli avevo chiesto con tranquillità.

<< No. >> aveva lanciato un sospiro per poi riprendere il suo discorso.

<< Faceva caldo. Il sole lasciava che i suoi raggi brillassero oltre le nuvole. Quel giorno sarebbe dovuto essere uno come tanti altri. Sarei andato a scuola, avrei fatto le cose che gli studenti normali fanno, ma ripeto, quel giorno niente di tutto ciò che successe era previsto. >>

Ascoltavo attentamente ogni sillaba che uscisse dalla sua bocca. Per l'intero racconto non avevo fiatato.

<< Jamal, uno dei miei compagni di classe, lo aveva deciso. Aveva scoperto tutto, lui sapeva. >>

Per un attimo mi erano tornati alla mente i minuti trascorsi insieme alla festa, la nostra chiacchierata. Aeden si era trovato nella mia stessa situazione. Anche lui, come me, era stato smascherato.

<< Se probabilmente ti starai chiedendo come facesse a sapere di me, beh... non sono sempre stato glaciale, come mi sembrava di aver letto nella tua scatola cranica... >>

Mi ero sentita avvampare, ma non avevo detto nulla. Mi ero semplicemente limitata ad abbassare lo sguardo.

Era vero, mi ero sbagliata. Non lo era affatto. E dalle parole seguenti, ne avrei di certo avuto conferma.

<< Da tempo avevo preso la decisione di scrivere un diario. Vi avrei annotato minuziosamente ogni sensazione e caratteristica il dono generasse. Sarebbe diventato una sorta di libretto di istruzioni, un promemoria per sapere ciò che ero in grado di fare con il passare dei giorni, dei mesi, degli anni. Un manuale che potesse servirmi, in futuro, per capire esattamente dove sarei potuto arrivare, oltre quale linea mi sarei potuto spingere. >>

Era facile notare quanto fosse stato attento ai dettagli. Non ne tralasciava uno durante la sua descrizione. Sembrava quasi che il diario si fosse instaurato nella sua anima, come se entrambi vivessero in simbiosi, come se non potessero fare a meno l'uno dell'altro. Il diario era sé stesso.

<< Già... in un certo senso... >> aveva risposto alla mia intuizione.

<< Jamal lo aveva scoperto, ma non era stato il fatto in sé il principale problema, la causa scatenante di ciò che accadde più avanti. >>

Era rimasto in silenzio per trenta secondi, probabilmente ripensare alla faccenda lo doveva turbare molto.

<< C'era... una ragazza... nella mia vita...>> aveva lentamente accennato.

<< Oh. >> non so come quest'esclamazione mi fosse uscita, ma ero alquanto sorpresa. Non ne capivo neanche il perché.

A lui non sembrava importante, al momento, quindi aveva ripreso il filo delle sue parole.

<< Si chiamava Ashley. Eravamo in classe insieme. Non so cosa mi avesse colpito di lei, ma so che ne ero innamorato. E questo sentimento mi aveva fatto paura. Come si fa a nascondere una verità con un peso così gravante sulla tua vita, proprio alla persona che più dovrebbe capirti senza giudicarti, appoggiarti, accettare ogni singolo angolo della tua anima? >>

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