16. Friends? No, never!

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Questi tre giorni a casa sono stati molto belli. Ho praticamente dormito sempre. Oggi purtroppo devo tornarci, e la voglia di farmi sospendere un'altra volta è tanta.

Indosso dei leggings della Adidas neri con due strisce bianche ai lati con sopra una maglia bianca a maniche corte e un giacchetto di jeans. Mi pettino i capelli e metto il mascara agli occhi. Prendo lo zaino e il cappellino sempre della Adidas nero e poi esco di casa.

"Hamilton buongiorno."mi dice Justin uscendo pure lui di casa.

Cammino senza considerarlo.

"Sei una persona di molte parole."

"Non parlo con le persone che mi stanno sul cazo."

Sorride. "Primo: mi stai parlando; secondo: non ti sto sul cazzo...anzi; terzo: hai un culo che è illegale."lo spingo. "Ma è un complimento, perché te la devi prendere?"

"Perché la devi smetterla."dico infastidita.

"Okay, vorrà dire che lo guarderò in silenzio."

"L'unico culo che puoi vedere è il tuo quando ti guardi allo specchio."dico con un ghigno.

"Questa è bella, ti faccio i complimenti."dice prendendomi la mano e stringendomela.

La mattinata stranamente passa molto veloce. Quando esco da scuola una voce mi fa fermare.

"Lo vuoi un passaggio?"è Justin.

"Da te no."

"Sicura?"mi guarda. "Il tempo non promette molto bene."continua.

Alzo lo sguardo verso il cielo. È tutto nuvoloso.

"Hai la patente vero?"

"Forse."dice sorridendomi.

"Mi devi portare a casa, nient'altre mete."

"Va bene, vieni."dice prendendomi la mano.

"Non mi toccare."dico spostandomi.

"Perché non vuoi essere toccata?"

"Ma tu i cazzi tuoi mai?"

"Nah."

"Ma sai chi si fa i fatti suoi campa cent'anni?"

"Non voglio campare fino a cent'anni."dice aprendo lo sportello della macchina del lato passeggero. "Prego."lo guardo.

"Con me queste tattiche non funziono proprio."

"Okay."richiude lo sportello e va dall'altro lato e entra in macchina. Scuoto la testa e monto.

"Ora che ci penso dovrei andare a fare la spesa."

"Mi porti a casa e poi ci vai."

"Ma è per strada."

"Ti avevo detto niente altre mete."

"Sarà una cosa veloce."

Ora che ci penso mia nonna mi aveva detto ieri di andare a fare la spesa, ma non ci sono andata.

"Va bene."

"Anche se non mi davi il consenso mi ci fermavo lo stesso."

In poco tempo raggiungiamo il supermercato.

"Anche tu devi fare la spesa?"mi dice quando prendo il carrello.

"No, l'ho preso per infilarmici dentro."mi guarda confuso. "Ovvio che l'ho preso per farci la spesa."inizia a ridere.

"Non so mai se prendere sul serio le cose che dici."

Entriamo dentro ed entrambi infiliamo così tanta roba da riempie quasi tutto il carrello.

"Chi avrà speso di più?"mi chiede Justin divertito.

"Dandoti queste a te spendi di più tu."dico dandogli delle bottiglie di vino, vodka e birra.

"Perché le dai a me?"

"Non ho la carta d'identità e se gli dico che ho 20 anni mi ridono in faccia."

"Hai 20 anni?"chiede sorpreso.

"A Novembre ne faccio 20."

"Ti facevo più piccola."eccolo.

"Sì, me lo dicono tutti."dico infastidita. Sorride.

"Perché sorridi?"

"Niente."dice scuotendo la testa. "Comunque perché sei ancora in quarta?"

"Penso per il tuo stesso motivo."

"Quando sei stata bocciata?"

"In prima superiore e l'anno scorso."

"Io in terza per le assenza, praticamente non sono mai venuto, e poi l'anno scorso per il comportamento e per le insufficienze."

È il nostro turno. Vado prima io.

"Sono £123."dice la cassiera. Pensavo di più.

Pago con il bancomat e poi metto le buste con dentro la spesa di nuovo dentro il carrello.

"Sono £252."

Mi guarda sorridendo e poi da i soldi.

"Tutta colpa tua."mi dice ridendo mentre usciamo. Prendo lo scontrino dalle sue mani.

"Ti devo £43."dico tirando fuori il portafoglio. Mi blocca.

"Offro io."

"Va bene."dico superandolo. Lo sento ridere.

Mettiamo le buste dentro la macchina e poi torniamo a casa.

"Dammi un po' qua."dice prendendo delle mie buste.

"Ce la facevo anche da sola, però se vuoi fare il finto gentiluomo te lo lascio fare."

"Grazie."dice ridendo. Apro la porta di casa. Entra dentro.

"Non guardarmi già male, devo posarti le buste."

"Non ti stavo guardando male."dico andando in cucina. Posiamo le buste sopra la penisola.

Apre il cartone contenente le birre e ne prende due.

"Brindiamo alla nuova amicizia?"dice dandomi una bottiglia.

"Non c'è nessuna nuova amicizia."dico aprendola.

"Non mi hai ancora insultato o cacciato fuori casa quindi sono progressi, non pensi?"

"No, perché lo sto per fare ora."dico spingendolo.

"Ma dai, mi diverto con te."

"La cosa non è reciproca però."

"Se hai bisogno di qualsiasi cosa."dice facendomi l'occhiolino. "Non esitare a suonare al mio campanello."

"Certo."esce di casa e chiudo la porta.

Dopo aver sistemato la spesa mi stendo sul divano a guardare un film.

REBELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora