Sigaro e sigaretta
"Un altro" ordinò Mikasa, spingendo il bicchiere verso il barman.
"Yooh, Mikasa, non credi che adesso tu stia esagerando un po'?" chiese l'uomo, afferrandolo e versandoci fino a metà del whisky giallognolo accompagnato da tre cubetti di ghiaccio, per poi porgerlo nuovamente alla ragazza.
"Sta zitto Kenny, non è il tuo lavoro prenderti cura di me..." sbottò la mora con voce impastata dall'alcool.
"No di certo, ma quando sverrai sicuramente non saranno le tue gambe a muoversi fino alla macchina, ma le mie" ridacchiò l'uomo.
Mikasa lo guardò torva: Kenny era più alto di lei, anche perché il bancone era sopraelevato di un gradino rispetto al pavimento del locale.
'Il vecchio', come lo chiamava, portava sempre uno sporco cappello di pelle da cowboy, che ormai aveva perso l'elasticità e rigidezza di un tempo, costringendo l'uomo a dare un colpetto col pollice ogni volta che la larga visiera gli cadeva sugli occhi. Questi ultimi erano castano scuro, come le ciocche di capelli che sfuggivano alla presa del cappello, e della barbetta rada che gli copriva tutta la linea della mandibola, per terminare in un pizzetto un po' da capra. Alcune rughe solcavano la fronte alta e gli angoli degli occhi, dando a quel volto vissuto e scarno un altro po' di anni. La bocca larga nascondeva i forti denti ingialliti per il fumo del sigaro che teneva perennemente fra le labbra, mordicchiandolo quando ormai non vi era più niente da aspirare.Kenny ridacchiò un'altra volta, buttando una nuvola di scomposto ed evanescente fumo grigio, che svaní nell'aria umida e calda del bar.
Mikasa finí di scolarsi il quinto bicchiere di brucia-budella, sbattendo il contenitore vuoto sul legno nero del bancone, sopra quale era ormai accasciata, e spingendolo verso Kenny.
"No Mikasa, ora basta mocciosa" ghignò lui, afferrando il bicchiere e buttando via ghiaccio.
"Dai vecchio, non prendermi in giro: per te ora sono uno spettacolo impagabile" mugugnò la ragazza, portando la mano alla testa e premendo indice e pollice sugli occhi.
"Eheh, già, sei più divertente della danza stramba di Pennywise" rispose scoppiando in una fragorosa risata che risuonò nelle pareti di mattone del pub.
"Fottiti Kenny" sbuffò la mora cercando di alzarsi dallo sgabello alto sul quale era seduta.
Il barista la scrutò divertito mentre cercava di mantenere l'equilibrio allargando le braccia e dondolandosi da un piede all'altro. Certo che quella ragazza era proprio strana: ormai era cliente abituale, silenziosa e fredda con tutti, non degnava di uno sguardo nessuno, solo lui era riuscito ad intrattenere una conversazione che non consistesse di grugniti e monosillabi, prendendoci piano piano confidenza. Non sapeva molto di lei, a parte che si chiamava Mikasa ed aveva il suo stesso cognome; e beveva fino a star male, solo whisky, accompagnato da qualche sigaretta Malboro o Chamel.
"Mi accompagni fuori, Kenny?" chiese in un sussurro. Accendendosi una sigaretta e aspirando una profonda boccata di fumo.
"Va bene dai. Tanto non entrerà più nessuno un questo postaccio, a parte forse i Ghost Busters" ridacchiò sonoramente, spegnendo il sigaro nel portacenere di vetro sul bancone. Si tolse il grembiule bianco e macchiato di unto e alcool.
Aprí il portello che lo separava dalla sala, avviandosi verso l'attaccapanni posizionato vicino alla porta dei servizi. Doveva decidersi a dare una pulita a quel postaccio, ma non aveva né tempo né voglia, nonostante il solo cliente che lo impegnasse fino a tardi fosse Mikasa. Forse se avesse telefonato a suo nipote...no no no, ma che gli saltava in mente.
Afferrò la sua giacca nera, mettendosela attorno alle spalle, si calcò meglio il cappello sulla testa e camminò a gran passi verso la ragazza che lo aspettava vicino allo sgabello: appoggiata in una posizione scomposta, senza un apparente baricentro, eppure, nonostante ciò tratteneva in quella postura almeno una leggera parvenza di maestosità e controllo.
"Ce la fai da sola mocciosa o ti devo aiutare?" chiese Kenny in tono di sfida, avvicinandosi a lei.
"Ce la faccio da sola vecchio" rispose fredda, avviandosi a passi incerti verso la pesante porta di ferro spoglio.
L'abbigliamento che la ragazza indossava di certo non la aiutava a procedere senza difficoltà. Portava infatti un lungo vestito nero, con una spaccatura che partiva da metà coscia per percorrere tutta la lunghezza della gamba di un meraviglioso color avorio. Strette scarpe a tacco basso le coprivano i piedi nudi, mentre al collo portava un ciondolino d'oro con incastonato un piccolo rubino. Dalle orecchie pendevano orecchini a cerchio abbastanza largo, mentre sul naso due lenti rettangolari dalla montatura in platino costituivano i suoi occhiali da vista.
Kenny tirò la porta verso di sé, facendo passare la ragazza per poi richiuderla a chiave. Subito il vento fredda ed inebriante della notte entrò nei polmoni di entrambi, dando un po di sollievo dall'aria pesante ed umida del bar. Mikasa salí i pochi scalini che davano sulla strada aiutandosi con il corrimano unto e scivoloso.
"Dovresti pulire un po' questa topaia" si lamentò la mora, asciugandosi la mano sulla giacca del castano non appena giunsero entrambi sul marciapiede.
"Dovrei chiamare quel bastardo di mio nipote, ma non credo che vorrà mai venire a trovarmi" rispose lui scoprendo i denti ingialliti in un sorriso più simile ad un ghigno.
"Ora devo andare, buonanotte vecchio" lo salutò Mikasa, schiacciando il mozzicone con le scarpe ed avviandosi verso una macchina nera con finestrini oscurati. Al posto di guida la aspettava un uomo biondo con due bei baffi tirati su da un po' di cera.
"A domani sera, Mikasa Ackerman" rispose lui, voltandosi e accendendosi un altro sigaro.
"Ora, ho un lavoretto da fare" si disse a bassa voce, tirando fuori dalle tasche interne del giaccone due revolver.
Questa notte si sarebbe divertito.
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Whisk 'n Cigs
FanficAlcool, tabacco e le affollate strade di Londra. Se poi ci mettete dentro qualche assassinio, uno strano cowboy dei tempi moderni, degli investigatori un po sbandati ed un pizzico di black humor, otterrete un racconto credo affatto male. mikannie