III

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Mike al volante, pericolo costante

'Signore e signori, abbiamo iniziato la discesa verso l'aeroporto di Heathrow. Vi preghiamo di ritornare ai vostri posti, allacciare le cinture di sicurezza e alzare il tavolino del sedile davanti a voi. Vi ricordiamo inoltre, di aprire l' oscurante del finestrino e di spegnere laptop o computer portatile e riporli sotto al sedile di fronte a voi'

Annie sospirò nel sentire la voce registrata che annunciava il tanto atteso arrivo per Londra. Non che ci avesse messo così tanto tempo, un'oretta e mezza circa, ma l'idea di stare seduta a non fare niente la infastidiva enormemente. Si scostò una ciocca di capelli biondi, che le cadeva sull'occhio sinistro, dandole un po' di difficoltà nel leggere le scritture stampate in piccoli caratteri sulla carta ingiallita verso la quale puntava la calda luce giallastra della lampada posizionata sotto la cappelliera.

Il libro che stava leggendo non era affatto male, anzi, per quello che aveva letto fino ad ora, la storia era molto avvincente ed interessante: narrava di un viaggio compiuto da alcune piccole creature, chiamate Hobbit, ai quali era stato affidato il compito di distruggere un anello malvagio e dai poteri oscuri, costruito da un certo Sauron. Questa compagnia viene aiutata durante il viaggio da un abile edaffascinante elfo, un buffo stregone di nome Gandalf ed un coraggioso cavaliere chiamato Aragorn.

Il pesante ronfare dell'uomo seduto nel sedile davanti ad Annie interruppe di nuovo la sua lettura. Quella sbuffò sonoramente, piegando l'angolo della pagina a mo' di segnalibro e chiudendo il pesante tomo da più di tremila pagine fitte di parole. Ripose il libro dentro il suo zaino, infilandolo sotto al sedile anteriore e poi allungò una mano per spegnere la luce ormai inutile. Il ragazzo seduto di fianco a lei la anticipò, e con un clik interruppe il caldo raggio artificiale che prima aveva utilizzato Annie.

"Grazie, non dovevi" lo ringraziò Annie con tono dolce, rivolgendo i suoi occhi azzurro ghiaccio verso il gentile compagno di viaggio.

Quello le sorrise, mettendosi la mano dietro la testa, visibilmente in imbarazzo. "Come si chiama, signorina?" le chiese esitando, ricambiando lo sguardo con i suoi occhi color noccioa.

Annie osservò il suo interlocutore: era un ragazzo slanciato sulla ventina; capelli biondo sporco raccolti un un piccolo codino, volto lungo e leggermente affilato, portava un pizzetto corto che saliva in due sottili linee di barba per fermarsi poco prima di toccare gli angoli della bocca. Il suo aspetto non dispiaceva affatto, anzi, era anche alquanto gradito dalla bionda, se non fosse che lei era di tutt'altra inclinazione sessuale.

"Mi chiamo Annie, Annie Leonardt. E dammi del tu, non sono mica Sua Maestà" scherzò la ragazza, allungando la mano verso il ragazzo che ora era visibilmente rosso di vergogna.

"Oh, piacere, scusami e che... Io mi chiamo Eld Jinn" ribatté stringendole la mano. Annie poté notare con leggero ribrezzo che era bagnata di sudore.

"Cosa ti porta a Londra, Eld?" domandò Annie, cercando di far sopravvivere la conversazione più a lungo possibile. Perché se fosse stato per Eld, a quest'ora sarebbe già caduta da un pezzo.

"Io, ho, eeehm, un amico che lavora là" rispose impacciato, giocherellando nervosamente con un mazzetto di chiavi.

Il tintinnare di quest'ultime diede alquanto fastidio ad Annie, tanto da costringerla a mettere una mano sopra a quella del ragazzo per calmarlo un attimo.

"Tu invece, per cosa hai lasciato la Scozia e venire qui?" domandò lui, visibilmente più tranquillo e composto, tanto che la ragazza sospettò che o la stesse prendendo in giro o avesse paura della leggera turbolenza che adesso stava cullando l'aereo.

Whisk 'n CigsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora