8.

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"Ferma!", urla dietro di me.

Non ho intenzione di girarmi, può pure continuare, ma la mia posizione è questa.

Mi sento una mano sulla spalla, che poi scende sul braccio e mi fa girare completamente.

"Che cazzo vuoi?", dico tra le lacrime.

"Perché fai così?"

"Perché? Perché è per il tuo cazzo di bene che ti sto dicendo queste cose, ma tu non vuoi capirlo. Se continui puoi fare a meno di me".

Posso pure sembrare esagerata, ma sono nervosa e le parole mi stanno uscendo molto velocemente dalla mia bocca. Non riesco a ragionare, vorrei soltanto tornare a casa e dimenticare la giornata.

Lui rimane in silenzio e allarga le spalle.

"Va bene, come vuoi", dice allontanandosi.

Mi accascio a terra a piangere, con la gente che mi passa davanti guardandomi come se nulla fosse, ma ad un certo punto mi trovo le gambe di qualcuno avanti.

Alzo lo sguardo ed è un ragazzo con un viso molto familiare.

"Hai bisogno di aiuto?", chiede gentilmente.

Annuisco, non riesco a parlare, sto piangendo troppo.

Mi porge la mano e mi alzo lentamente.

"Vuoi che chiami qualcuno?", domanda ancora.

"Sì, per favore", riesco a dire.

"Tieni", e mi dà il suo telefono.

Compongo il numero di Ada, se chiamo mia madre mi caccerò sicuramente nei guai.

"Pronto?", sento dire dall'altra parte.

"Ada, puoi venirmi a prendere con la macchina? Sono a Napoli".

"Ma non eri con Fabio?"

"Già, ero. Poi ti spiego".

"Cazzo... lo prendo a schiaffi, giuro. Comunque vengo subito, sei in compagnia?"

"Sì, mi ha aiutato un ragazzo. A tra poco".

Attacco e porto il telefono al ragazzo.

"Grazie mille", gli sorrido.

"Figurati... posso chiederti cos'è successo?"

Eh, bella domanda.

"Ho avuto una litigata con il mio ragazzo e mi ha lasciato qui".

"Non deve essere proprio il tuo ragazzo se ti lascia qui, fattelo dire".

"Infatti non so più cosa sia, in realtà".

"Comunque non ci siamo presentati, io sono Daniele, piacere", mi stringe la mano.

"Giada, piacere mio", ricambio il gesto.

"Sai che hai un viso familiare?", continuo. Sono sempre più convinta di averlo visto da qualche parte.

"Anche tu, ad essere sincero mi sono fermato per questo".

"Quindi se non avessi avuto una faccia conosciuta non ti saresti fermato?", rido.

"Nah, mi sarei fermato lo stesso", ride anche lui.

"Tu sei di Napoli quindi?"

"Già, tu?"

"Provincia".

"Quindi il tuo ragazzo ti ha lasciato qui, senza niente. Se non fossi intervenuto io..."

"Probabilmente sarei rimasta qui da sola", continuo la frase.

"Che persona di merda".

Già. Proprio una persona di merda.

Parliamo del più e del meno, dopodiché arriva Ada, finalmente.

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