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"Allora, hai deciso cosa metterti?", mi chiede Silvia dall'altra parte del telefono.

"Non so... sono molto indecisa. Ti mando qualche foto?"

"Vai!"

"Sono questi due vestiti, scegli".

"Meglio quello nero! Quello rosa è troppo da bambina innocente, e tu sei tutt'altro".

"Cosa vorresti dire?", rido.

"Che di certo non sei un angioletto, anzi".

"Non voglio sentire altro, metto il vestito e ti richiamo quando sono pronta".

"Va bene", sento ridere dall'altra parte. Dopodiché attacco.

Indosso il vestito consigliatomi dalla mia amica e metto un po' di mascara ed il rossetto rosso, il mio preferito. I capelli li lascio sciolti e mossi al naturale, così vanno più che bene. Infine metto le scarpe rosse col tacco.

Richiamo Sil e mi risponde subito, dicendo: "Pronta?"

"Credo di sì".

"Sei vestita? Truccata?"

"Ovvio".

"Allora sei pronta".

"Non mentalmente".

"E' una serata in discoteca, cosa vuoi che sia? E sei con me, quindi devi stare tranquilla e rilassata il più possibile".

"E' questo che mi preoccupa: la tua compagnia".

"Molto divertente, tra cinque minuti sono da te".

"Ti aspetto con molta ansia!"

"Ah, e viene anche Gianluca in macchina con noi".

"Come mai?".

"Mi ha chiesto se andavamo da qualche parte e gli ho risposto che andiamo in discoteca".

"Non sai proprio dire di no tu eh?".

"Direi. A tra poco!"

Prendo la borsa, la giacca e mi metto ad aspettarla fuori, questa sera si sta molto bene. Non c'è né troppo freddo né caldo, è perfetto. Il cielo, inoltre, è di un blu scuro assurdo, che se lo guardi troppo sembra di caderci dentro.

Prendo il cellulare e digito a Fabio: "Ehi, cosa fai?"

"Netflix e pizza in solitudine. Ti sei già stancata della discoteca?"

"Silvia passa tra poco a prendermi. Che guardi di bello?"

"Shameless, me l'ha consigliata un amico."

"La conosco, è bellissima! Vorrei essere lì a vederla con te."

"Hai scelto la discoteca anziché me, quindi ora ti arrangi, gne."

"Tanto recuperiamo."

"E se non volessi?"

"Non sai rinunciare a me."

"Pff..."

"Ammettilo che ho ragione."

"Per quanto odi farlo, hai ragione."

"Ahahah, lo sapevo."

Alzo lo sguardo a causa del clacson della macchina di Gianluca.

"A dopo, devo andare!"

"Mi raccomando eh... fai la brava. A dopo."

Visualizzo e mi dirigo verso l'auto.

Apro la portiera, sedendomi nei sedili posteriori, fortunatamente non accanto a Gianluca che, penso si sia notato, non sopporto.

"Buonasera", dico ad entrambi.

"A te!", risponde Gianluca.

"Pronta?", mi chiede Silvia.

"Prontissima!", mento. Lo dico solo perché così non mi rompe davanti Gianluca che, sicuramente, mi prenderebbe in giro.

"Le altre?", continuo.

"Vengono per conto loro, hanno avuto un piccolo imprevisto"

"Cioè?"

"Vestito sporco di nutella, classico di Cecilia", ride.

"Quindi ha dovuto cambiarlo d'urgenza?", mi unisco a lei.

"Esatto. Dovrebbero arrivare tra 10 minuti tipo. Mi ha inviato un messaggio proprio adesso"

"Menomale"

Per il resto del viaggio silenzio tombale, io incantata a guardare il cielo fuori dal finestrino. L'aria fresca mi fa dolcemente chiudere le palpebre e per un piccolo istante mi sento libera.

"Sveglia!", esclama Gianluca guardandomi nello specchietto. Deve sempre rovinare ogni momento, non è possibile.

"Che vuoi?", cerco di stare calma, ma con lui non sembra essere possibile.

"Siamo arrivati"

Gli rivolgo un sorriso falso e scendo dalla macchina.

Mi avvicino a Silvia e le sussurro: "Non poteva starsene a casa, eh?"

"Era l'unico con la macchina, senza non saremmo potute venire qui, guarda il lato positivo"

"Il lato positivo è che finalmente ce ne stiamo per conto nostro".

"Allora? Volete restare qui?"

Ah, non vedo l'ora di entrare per non rivolgerti più la parola, guarda.

Ci incamminiamo verso il locale e si vede già un mucchio di gente. Entriamo e mostriamo i biglietti.

"Vuoi qualcosa da bere?", mi chiede Sil.

"Siamo appena entrate!".

"Appunto, affrettiamoci", mi prende il braccio e mi porta al bancone dove c'è un barista veramente carino.

"Cosa volete ragazze?", ci chiede facendo un occhiolino. Incominciamo bene.

"Due vodka al melone per me e la mia amica", risponde Silvia.

"Ma cosa? Non voglio bere!", urlo a causa della musica davvero alta.

"Devi pensare a divertirti e basta, dimentica l'essere responsabili per stasera".

"Ecco a voi", dice il barista dandoci due bicchieri di 'sta roba.

Paghiamo e prendiamo i bicchieri, diriggendo poi la pista da ballo.

"Ehi, hai dimenticato questo!", dice il barista, dandomi un biglietto piegato.

Lo apro e ci trovo scritto: "Se vuoi, questo è il mio numero".

Lo mostro subito a Sil e lei rimane sconvolta quasi quanto me.

"Siamo arrivate da quanto, 5 minuti? E già fai colpo! Chissà quanti altri biglietti ti ritroverai in mano fino a stasera", ride.

"Cosa ridi? Ma chi lo vuole conoscere questo!", esclamo bevendo un bel sorso di vodka al limone. Alla fine non è tanto male.

"Allora, com'è?"

"Ci sta, ci sta!"

"Andiamo in pista, cosa stai aspettando?", urla Silvia.

"Le ragazze, no?", rispondo seria. Dove saranno finite?

"Ci chiameranno appena saranno arrivate, tranquilla".

Mi chiedo come faremo a sentire la chiamata con tutta questa confusione e gente.

"Ehi, vuoi ballare?", si avvicina un ragazzo.

Lo guardo in viso e lo riconosco: è Daniele.

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