Capitolo 5: Pensa positivo

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Mi risveglio in queste candide lenzuola, la mia pancia è ancora piena di cibo della sera prima, ho mangiato davvero tanto. Rimango nel letto con un silenzio tombale anche se solo per cinque minuti dal momento che Ethan entra in camera ricordandomi che dovevamo andare all'ospedale. Vero, l'ospedale... inizio ad alzarmi con molta fatica, mi vesto con i vestiti di ieri infatti oggi passeremo a prendere i miei vestiti a casa, mia madre sa già tutto infatti lei doveva mettere la firma sui documenti essendo mia tutrice, se non fosse per questo non si sarebbe accorta di nulla ma dettagli...
Non mangio niente essendo ancora piena come un uovo e scendo sedendomi sul divano aspettando Ethan che si prepari, intanto una delle due gemelle si siede accanto a me
«Ehy ciao! Mi chiamo Tiffany.»
«Ehy ciao! Mi chiamo Celeste.»
E la seconda gemella esce da dietro il divano, si mettono a ridere e io le seguo a ruota libera. Si avvicinano ancora di più e mi sussurrano qualcosa che mi fa arrossire anche se non c'è né motivo
«E quindi tu sei la fidanzata di nostro fratello?»
«No... Non ve l'ha spiegato? Lui è il mio infermiere»
Intanto arriva Ethan e sentendo il discorso approfitta a spiegare tutto alle due sorelle. Si son fatte le undici, entriamo in macchina e oltre a prepararmi psicologicamente alla strigliata di mia madre nei miei confronti, mi gusto il paesaggio: le scuole piene di ragazzi durante l'intervallo, felici e gioiosi, vecchietti che camminano con le buste della spesa, le coppiette di sposini a spasso col cane, le vecchie che si credono giovani a fare jogging... Ho notato che quello che osservo è la vita delle persone, quella che però non ho io...
«Lily? Lily!? Terra chiama Lily.»
Le parole di Ethan mi fecero risvegliare da quei pensieri che mi stavano torturando, lo ringrazio nella mia mente e ascolto cosa ha da dirmi.
«Siamo quasi arrivati... Ti volevo dire di essere sempre forte, vedrai che ce la farai, la ricerca...»
«Ok ok sono forte, sono forte, però non mi devi parlare più di questo»
Arriviamo ai parcheggi dell'ospedale e chiude la sicura dell'auto, non capisco cosa stia facendo
«Allora, tu la malattia ce l'hai e non la possiamo negare, non devi far finta che non esista. Vivila con speranza la vita, ci devi convivere con la malattia e fai che sia un tuo punto di forza.»
«Come faccio? È da anni che ce l'ho nel corpo.»
«E da altrettanti anni che è rimasta invariata e non è peggiorata. Pensa positivo.»
In effetti ha ragione... Forse sto diventando depressa, devo pensare sul serio positivo anche se mi è difficile, molto difficile.
«La trovo comunque alquanto difficile come cosa»
«A pensare positivo? Trovi difficile pensare positivo?»
«Si.»
«Forse questo sarà il primo passo per iniziare a farlo.»
Mi prende il viso nelle mani e mi bacia, un semplice bacio a stampo che, sinceramente, mi fa iniziare pensare sul serio positivo, non pensavo che ci poteva riuscire. Ci guardiamo negli occhi e poggia la mia fronte sulla sua, sorrido, finalmente sorrido sinceramente. Era tutto così magico, peccato che trovo mia madre che ci fissa di fronte all'auto. Non ci sono parole del mio odio profondo verso di lei. Rovina sempre tutto.

*Eccomi ritornata dopo un periodo di pausa! Spero che il capitolo vi piaccia!*

La Mia Odiosa MalattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora