Arrivo alla mia camera d'ospedale col fiatone e una voglia di buttarmi sul letto incredibile ma quello che faccio è tutt'altro: preparare la "valigia" per andarmene!
Quello che devo mettere all'interno sono soltanto i pochi peluches e le lettere che mi hanno portato i miei amici dove mostravano tutto il mio affetto... Certamente. Aggiungo quei pochi vestiti che mi sono portata e prima di andarmene e successivamente passo dalla mensa a rubare un paio di pacchi di biscotti che mi portano le infermiere sempre ad ogni pasto, sono buonissimi. Saluto tutti, dai miei "amici" di reparto agli infermieri, dai chirurghi ai paramedici, insomma, tutte le persone che mi ritrovavo davanti. Per l'occasione ho deciso di mettermi i miei pantaloni strappati neri con gli schizzi bianchi e la mia maglietta bianca, non possono mancare i miei occhiali da sole. Sono in vacanza! Bhe... Più o meno. Porto la mia valigia all'entrata e sulla soglia della porta trovo ad aspettarmi Ethan e il dottorino.
«Ciao dottorino! Ci si vede.»
«S-signorina a domani e non fate troppo sforzo perché vi potrebbe recare molto dolore fisico.»
«Bla bla bla... Sono libera!»
Prendo la mano di Ethan e con l'altra lui porta la mia valigia. Usciamo dal cancello dell'ospedale e aspetto lui che mi faccia strada, cosa che però non fa.
«Ethan, ti vuoi muovere? Dove dobbiamo andare?»
«Bhe stavo facendo tutto tu perciò non volevo disturbarti.»
E si mette a ridere
Troppo simpatico eh?
Inizia a fare strada e arriviamo di fronte a un'auto blu elettrico, davvero adorabile
«É tua?»
«No.»
«E di chi è?»
«Del fantasma formaggino, certo che è mia! Cosa credi?»
«Sai che ti dico? La tua iralità è pazzesca, devo prendere lezioni da te.»
«Quando vuoi ladra di biscotti.»
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, perché a me capita tutto ciò? Ripensando alle sue parole mi volto con sguardo omicida e vedo che sta mangiando un mio biscotto. Decido di non dire niente o lo uccido. Arriviamo di fronte alla sua "casetta": una villa sui toni scuri con un giardino curato davvero bene.
«Ho già avvisato i miei genitori e le mie due sorelle del tuo arrivo. Andrai a dormire nella camera degli ospiti. Vuoi chiamare i tuoi genitori?»
Con il capo gli indico di non voler chiamare nessuno, non si sarebbe nemmeno accorta della mia assenza in ospedale. Arriviamo al portico dove ci aspettano i suoi genitori, la madre è identica a lui mentre le sorelle hanno preso i colori chiari del padre. Mi presento facendo finta di essere simpatica e pucciosa ma non sarà così per molto. Entrando in casa vedi che è tutta ordinata e senza polvere, sul mobile d'entrata noto una foto, tra tutte le altre, che raffigura una ragazza molto simile a Ethan e con lo stesso colore dei miei occhi, forse è davvero per questo che ci tiene a me, niente di più... Quei pensieri se ne vanno come sono venuti vedendo il tavolo imbandito di cibo, dal dolce al salato e a tutte le sue sfumature, l'acquolina in bocca di faceva sentire e quell'odore era inebriante, mai visto così tanti cibi tutto insieme. Volevo buttarmi a capofitto su tutto quel cibo ma due mani calde si poggiano sulle mie spalle. Immagino sarà Ethan ma girandomi vedo che è il padre.
«Signorina, la camera è la prima a destra al secondo piano, quando finisci noi siamo ad aspettarti a tavola.»
Il suo sorriso è così rassicurante che a mia volta gli sorrido. Salgo le scale e arrivo in camera. Una camera luminosa e spaziosa, tutta sui toni del bianco e con schizzi di rosa. Sicuramente la rivoluzionerò, è davvero orribile. Poso la mia valigia sotto il letto e qualcuno entra in camera. Questa volta indovino, è Ethan.
«Come ti sembrano?»
«Normali.»
La sua faccia perplessa mi fa capire che non la pensa come me ma non ci faccio più di tanto caso...
«Ti aspetto giù.»
«Aspettami! Vengo con te.»
Sorride e scendiamo insieme giù chiudendo la porta della mia canera, finalmente inizia la mia nuova vita! Sarà una lunga serata...*Ecco qui il nuovo capitolo! Spero vi piaccia :)*
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La Mia Odiosa Malattia
Romance"Ho sempre sognato di essere come le altre ragazze, quelle ragazze che vanno al centro, quelle che si truccano e quelle che hanno un motivo per cui vivere, quello che io non ho mai avuto" Lei è Lily e dal suo tredicesimo compleanno è rinchiusa nell...